Nomine, cosa succederà ai vertici di Autostrade per l’Italia, Italgas, Sace, Snam e non solo

In ballo c'è il rinnovo dei vertici di Snam, Italgas, Fincantieri, Invitalia, Sace, Simest e non solo. Come si muoverà il governo Meloni? Fatti, nomi, indiscrezioni e approfondimenti da un articolo del rinnovato Policy Maker

Mar 17, 2025 - 16:38
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Nomine, cosa succederà ai vertici di Autostrade per l’Italia, Italgas, Sace, Snam e non solo

In ballo c’è il rinnovo dei vertici di Snam, Italgas, Fincantieri, Invitalia, Sace, Simest e non solo. Come si muoverà il governo Meloni? Fatti, nomi, indiscrezioni e approfondimenti da un articolo del rinnovato Policy Maker

Il governo Meloni si prepara ad affrontare la complessa partita delle nomine ai vertici delle grandi partecipate pubbliche e di alcune authority. Una tornata di scelte strategiche che vedrà Fratelli d’Italia rivendicare la guida delle aziende con la nomina degli amministratori delegati, mentre Lega e Forza Italia si divideranno per lo più le presidenze e i posti nei consigli d’amministrazione. In ballo ci sono i vertici di Snam, Italgas, Fincantieri, Invitalia, Sace, Simest e l’Autorità per l’energia (Arera).

CHE COSA SUCCEDERA’ A SNAM?

Per Snam la situazione resta incerta. Il governo è freddo sulla gestione di Stefano Venier, considerato non di casa nell’area del centro-destra A pesare sulla sua ipotesi di riconferma c’è un elemento costituito anche dall’aumento dei costi del rigassificatore di Ravenna.

DOSSIER NOMINE IN SNAM

Su Italgas, invece, la riconferma di Paolo Gallo è al centro della discussione perché sarebbe al suo quarto mandato, un’ipotesi che non scalda il governo, nonostante la qualità riconosciuta al manager torinese. Sul tema della presidenza di Italgas invece, la Lega potrebbe puntare su Lorenzo Parola, esperto di settore e già nel board della società. Tra i nomi in circolazione per Snam o Italgas emergono anche Emanuela Trentin (Veolia) e Monica Iacono (Engie), due manager in cerca di visibilità, come dimostra il loro attivismo sui social e la presenza a eventi pubblici, nell’ultimo periodo. Trentin, in particolare, ha partecipato al Forum in Masseria di Bruno Vespa (organizzato anche con Comin&Partners), in cui si è parlato di infrastrutture con Matteo Salvini, Benedetto Levi (Iliad) e Roberto Tomasi (Aspi). Un dettaglio da non trascurare: la moglie di Bruno Vespa, Augusta Iannini siede nel consiglio di amministrazione di Snam. Iacono campeggia in copertina nell’ultimo numero di Fortune Italia (La transizione energetica non è più un’opzione, è imprescindibile- Fortune Italia) dove spiega in un’intervista l’energia di domani.
Per la presidenza di Snam, Forza Italia potrebbe puntare su Guido Bortoni, ex presidente Arera e oggi consulente di molte aziende (anche di molte del perimetro pubblico) che gode di buoni rapporti con l’amministratore delegato di Enel Flavio Cattaneo e con Matteo Renzi. Bortoni sarebbe spinto dal ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin (Forza Italia), e non dispiace a Giuseppina Di Foggia, amministratore delegato di Terna, che lo ha apprezzato nella sua esperienza al Cesi.

I NODI DI SACE E SIMEST

Per Fincantieri, vista la delicatezza del settore, il governo sembra orientato verso la continuità. Più intricata la situazione di Sace e Simest, dove si cerca un nuovo presidente. Pasquale Salzano, attuale presidente di Simest, non vorrebbe lasciare il ruolo, nonostante il suo prossimo incarico come ambasciatore in Marocco. Sugli amministratori delegati si attendono esiti dello scouting degli head hunter per vagliare la qualità dei pochi nomi del set. Sull’attuale capo azienda di Sace, Alessandra Ricci, si sono abbattute critiche plateali delle opposizioni, tra l’altro: da M5s con dichiarazioni pubbliche del presidente Giuseppe Conte e dal Pd con un’interrogazione parlamentare (che ha per oggetto alcune recenti mosse di cui si discute nei palazzi non solo romani); a difesa di Ricci si è schierato con un articolo in verità piuttosto criptico il giornale web Lettera43 di Paolo Madron, autore di un saggio di successo con Luigi Bisignani.
Invitalia, invece, resta un nodo da sciogliere. L’attivismo dell’attuale amministratore delegato Bernardo Mattarella ha creato più di una frizione all’interno della maggioranza, e non è escluso un cambio ai vertici; nel gruppo Invitalia, peraltro, resta il nodo trasparenza legato alla controllata Infratel.

ASPI (AUTOSTRADE PER L’ITALIA): PERCHE’ DAGOSPIA PICCHIA SULL’ATTIVISMO DI TOMASI?

Tensione ai massimi livelli su Autostrade per l’Italia (Aspi). Il consiglio di amministrazione dei giorni scorsi ha visto contrapporsi due visioni opposte: da un lato Cdp, che controlla la società col 51%, dall’altro i fondi Blackstone e Macquarie (24,5% ciascuno). In mezzo c’è l’amministratore delegato Roberto Tomasi, che ha presentato un Pef (Piano economico-finanziario) da 36 miliardi di euro da realizzare in cinque anni, 15 miliardi in più rispetto al piano iniziale. Tomasi vorrebbe un nuovo mandato o, in alternativa, potrebbe puntare a Snam o Italgas, forte della sua esperienza nelle infrastrutture energetiche. Il suo attivismo nelle stanze della politica è stato notato, con Dagospia (che solitamente coccola tutti i lobbisti di ogni risma) che ha ruvidamente criticato questo attivismo.

(Estratto di un articolo, integrato, pubblicato su Policy Maker; qui l’articolo integrale)