Nella battaglia contro l’Antitrust Usa Google in aula perde un alleato di peso: Apple

Negli Usa Mountain View rischia di dover cedere Chrome per ripristinare l'attuale situazione lamentata dal Dipartimento di Giustizia. Lo scorso anno l'Antitrust americano e una corte avevano stabilito che Google ha violato le leggi sulla concorrenza e ora perde la sponda processuale di Apple

Mar 27, 2025 - 18:50
 0
Nella battaglia contro l’Antitrust Usa Google in aula perde un alleato di peso: Apple

Negli Usa Mountain View rischia di dover cedere Chrome per ripristinare l’attuale situazione lamentata dal Dipartimento di Giustizia. Lo scorso anno l’Antitrust americano e una corte avevano stabilito che Google ha violato le leggi sulla concorrenza e ora perde la sponda processuale di Apple

Google, è noto, sta portando avanti una importante battaglia legale contro il Dipartimento di Giustizia statunitense che accusa Mountain View di essere arrivata a costituire il ruolo di “piazza” del web grazie anche a una lunga serie di accordi coi produttori di device volti a limitare la concorrenza. Nelle prossime udienze si indagherà sui patti miliardari che Google ha stretto per esempio con Apple (dal valore di 20 miliardi di dollari) per essere il motore di ricerca predefinito nei browser web Safari. Una collaborazione win-win per i due colossi americani: Eddy Cue, vicepresidente senior dei servizi di Apple, aveva dichiarato a dicembre che la Mela morsicata non avrebbe alcun interesse a sviluppare un motore di ricerca proprietario, preferendo continuare la collaborazione con Google piuttosto che investire “miliardi di dollari” e anni di lavoro per una simile impresa. Ora secondo i media di settore Cupertino non potrà essere parte del procedimento.

L’ATTENDISMO DI APPLE PENALIZZA GOOGLE

La decisione è del D.D. Circuit Court of Appeals secondo la quale i legali di Apple hanno presentato la richiesta di partecipare attivamente al processo troppo tardi, ovvero il 23 dicembre scorso. Più che un semplice vizio di forma, il giudice sembra aver voluto punire l’atteggiamento di Apple che, anziché presentare richiesta all’inizio della causa, ovvero circa 5 anni fa, nel 2020, ha atteso fino a quando ha ravvisato che i propri interessi non fossero più “adeguatamente protetti”. Una strategia attendista che la corte statunitense intende far pagare con gli interessi a Cupertino negandole un ruolo maggiormente attivo nel procedimento.

COSA NON PUO’ FARE CUPERTINO ORA

La decisione del giudice non è di poco conto: la Big Tech guidata da Tim Cook non potrà infatti presentare testimonianze dirette e nemmeno controinterrogare i testimoni durante l’udienza. L’azienda di Cupertino potrà comunque presentare memorie scritte e agire come amicus curiae, fornendo il proprio punto di vista sulla vicenda.  Con ogni probabilità i legali di Apple e di Google continueranno a collaborare, ma ciò limiterà anche il margine di azione della stessa Mountain View, specie considerato che parte del contendere verte appunto sugli accordi stretti con Cupertino.