Morto Pasquale Laurito, decano dei cronisti parlamentari. Fu per decenni la “Velina Rossa”. Diceva: “D’Alema? L’ho cresciuto io”
Aveva 97 anni e ha attraversato epoche politiche e storiche, dalla Costituente alla Terza Repubblica. Firmò per oltre trent'anni il foglio di informazioni sul mondo della sinistra. Definì Renzi un "taverniere", dei 5 Stelle salvò Fico, criticò la rielezione di Napolitano L'articolo Morto Pasquale Laurito, decano dei cronisti parlamentari. Fu per decenni la “Velina Rossa”. Diceva: “D’Alema? L’ho cresciuto io” proviene da Il Fatto Quotidiano.

Diceva di aver “cresciuto” Massimo D’Alema. Raccontava che nei dibattiti alla Costituente Palmiro Togliatti duellava in latino con Benedetto Croce. Definì Matteo Renzi “taverniere fiorentino”. Del suo amico Federico Caffè, l’economista sparito misteriosamente nel nulla nel 1987, assicurò che non si suicidò. Per se stesso Pasquale Laurito – decano della stampa parlamentare, autore della Velina Rossa, morto a 97 anni – usò la definizione di “cattocomunista“: “Montecitorio deve restare laico. Ho visto otto papi e ho tifato solo per Giovanni XXIII. La guerra fredda mi atterriva e lui ricevette la figlia di Krusciov” rispose a Stefano Lorenzetto che lo intervistò sul Corriere della Sera nel 2019. Ci sarà un decano dei giornalisti nella Camera alta, anzi altissima?, chiese Lorenzetto. “In paradiso? Aspettano me, forse”. I funerali saranno sabato alle 15, nella chiesa romana di Sant’Emerenziana.
La Velina Rossa è stato per decenni – a partire dal 1978 – il foglio di informazioni parlamentari sul mondo della sinistra. Nacque in contrapposizione alla Velina bianca di Vittorio Orefice. Non bastava l’Unità?, gli chiese una volta Concetto Vecchio, su Repubblica: “L’Unità era l’ufficialità, serviva un foglio di retroscena, di allusioni, che rivelasse il dietro le quinte. Io vivevo praticamente a Botteghe Oscure. Quando il Pci decise di chiedere le dimissioni di Leone, nel ‘78, Tatò mi avvertì per tempo: fu la Velina Rossa ad anticipare tutti”.
Laurito avrebbe compiuto 98 anni il 15 maggio essendo nato – da famiglia arbëreshë – a Lungro, un piccolo centro in provincia di Cosenza, nel 1927. Aveva iniziato la militanza comunista da giovanissimo, accanto agli operai delle miniere di salgemma. “Quell’esperienza è stata la mia scuola di vita e anche il primo approccio al giornalismo, visto che pubblicavamo un foglio di notizie, che si chiamava La riscossa“, ha ricordato di recente. Era fiero – racconta l’Associazione Stampa Parlamentare – di aver preso la tessera del partito comunista a 17 anni e 8 mesi, non ancora 18enne. A vent’anni arrivò a Roma e da allora ha raccontato le cronache politiche e parlamentari di quasi 80 anni di vita della Repubblica, come giornalista prima di Paese Sera, poi del Globo e dell’Ansa e per conto dell’agenzia aveva seguito il Partito Comunista. Appassionato di barca a vela e di opera lirica, è stato un punto di riferimento per tutti i giornalisti parlamentari. Di recente era stato insignito del titolo di commendatore della Repubblica.
Una voce anche critica. ”L’Italia è maestra nelle invenzioni costituzionali e può dare lezioni a tutto il mondo. Fra poche ore sarà fondata la Repubblica Monarchica Italia’ commentò quando fu rieletto presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Nel 2011 aveva annunciato di lasciare il Partito Democratico contro il sostegno annunciato al governo Monti. Si era sempre espresso contro a una lista unica del centrosinistra, prima della costituzione del Pd. Finché Massimo D’Alema è stato sulla scena politica, la Velina Rossa è stata considerata la trascrizione del suo pensiero. “Quando era premier, Massimo diceva ai suoi – raccontò a Repubblica Laurito – vediamo cosa mi ha fatto dire Pasquale. Ma sono le sue idee a coincidere con le mie. Massimo l’ho cresciuto io”. Il governo Renzi scelse Federica Mogherini come Alta rappresentante della politica estera dell’Ue e Laurito la spiegò così: “Il taverniere non sa costruire: distrugge e basta. Parla, parla… Sta sempre a parlare del suo vino. Ha il vizio capitale dei provinciali”.
La storia professionale di Pasquale Laurito ha attraversato decenni e epoche storiche, dalla Prima alla Terza Repubblica. Sulla nuova classe dirigente prodotta dall’avvento del M5s era scettico, se non avverso. Salvò solo Roberto Fico: “Lo distinguo dagli altri grillini. Ha la cultura del vecchio comunista venuto su alla scuola di Antonio Bassolino“. Anche per questo i messaggi di cordoglio arrivano da tutti i partiti (da sinistra a destra) e dalle più alte cariche delle Camere, compresi i presidenti Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa. “Era una presenza assidua in sala stampa – aggiunge l’Associazione Stampa Parlamentare -, è stato un maestro di giornalismo per generazioni di cronisti. Ai giovani raccomandava: ‘Tenete la schiena dritta, è la cosa più importante in questo mestiere'”. Aveva detto ai cronisti più giovani: “Raccontate sempre la verità, senza farsi condizionare dai potenti, perché le malefatte devono essere sempre svelate”.
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