Monza derelitto in Serie B: scompare anche l’ultima traccia di Berlusconi nel calcio

Adesso è arrivata anche la matematica: il Monza è in Serie B. E con la sua retrocessione sparisce anche l’ultima traccia di Silvio Berlusconi nel calcio italiano. Almeno nel pallone, per fortuna, non si rischia di scivolare nella stucchevole beatificazione che nel nostro Paese puntualmente investe post mortem anche le figure più controverse. Politicamente Berlusconi […] L'articolo Monza derelitto in Serie B: scompare anche l’ultima traccia di Berlusconi nel calcio proviene da Il Fatto Quotidiano.

Mag 5, 2025 - 13:03
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Monza derelitto in Serie B: scompare anche l’ultima traccia di Berlusconi nel calcio

Adesso è arrivata anche la matematica: il Monza è in Serie B. E con la sua retrocessione sparisce anche l’ultima traccia di Silvio Berlusconi nel calcio italiano. Almeno nel pallone, per fortuna, non si rischia di scivolare nella stucchevole beatificazione che nel nostro Paese puntualmente investe post mortem anche le figure più controverse. Politicamente Berlusconi lo è stato e lo rimarrà sempre, ma nel calcio nessuno può contestare sia stato uno dei più grandi presidenti della Serie A. Chiedetelo ai tifosi del Milan. E un po’ anche a quelli del Monza, a cui ha regalato la prima, storica promozione in massima serie.

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Dopo l’epopea rossonera, il club brianzolo è stato il giocattolo della vecchiaia, l’ultimo sfizio per cimentarsi nell’antica passione. Con le debite proporzioni, un’altra squadra da plasmare a sua immagine e somiglianza, con l’aiuto del fidato Galliani, ambiziosa e ricca, come il suo presidente. Lui sognava addirittura un Monza da scudetto, davvero troppo, però certo aveva costruito una formazione propositiva, che ha lanciato giovani e giocato un buon calcio, divertendo i tifosi. Se nel 2023-2024, la prima stagione dopo la scomparsa, il Monza aveva vissuto un po’ di rendita, sull’onda lunga del lascito del suo presidente, quest’anno si è disfatto.

La retrocessione era annunciata da mesi, il Monza non ha mai ingranato: Galliani che ha scoperto Palladino stavolta ha sbagliato gli allenatori (prima Nesta, poi Bocchetti, infine di nuovo Nesta), inanellando una serie di risultati negativi (l’ultima vittoria risale addirittura a gennaio, due in tutto il campionato), eccessivi anche per il valore della rosa, che in altre condizioni, in un campionato così modesto, avrebbe almeno potuto giocarsi la salvezza, mentre il Monza non è mai stato davvero in corsa. È la descrizione della classica stagione storta, che inizia male e finisce peggio, ma in questo caso c’è qualcosa di più strutturale.

La proprietà Fininvest non ha mollato il club di punto in bianco, forse anche per un senso di rispetto nei confronti del patriarca, ma il disimpegno è stato evidente. La cosa più giusta sarebbe stata vendere subito, infatti c’erano state voci su possibili trattative ma il discorso è sempre lo stesso, chi se lo piglia un club in Serie A che costa tanto e vale relativamente, in una piazza non di primissimo piano come il capoluogo brianzolo. Non è semplice trovare un acquirente, così Galliani ha provato a tirare avanti da solo, stavolta senza risultati. Dopo anni di investimenti pesanti, già in estate la squadra è stata indebolita per riequilibrare il bilancio, e poi proprio smobilitata a gennaio, quando la stagione ormai era compromessa ma fino a un certo punto, e la società ha deciso di monetizzare con le cessioni di Maldini, Bondo e Djuric. Quasi inevitabile finisse così. Triste che l’abbia fatto nella contestazione che sa un pizzico d’ingratitudine, per una squadra che prima di Berlusconi aveva fatto quasi solo Serie C, passando anche per due fallimenti. Ma si sa che i tifosi hanno la memoria corta e i ricordi nel calcio non fanno classifica.

Proprio per quest’insieme di cose la domanda è cosa sarà il Monza nel dopo Berlusconi, iniziato così brutalmente quest’anno. L’impatto con la Serie B potrebbe non essere dei più morbidi, cominciando dal monte ingaggi da ridurre drasticamente (oltre 35 milioni di euro), ma per fortuna con tanti contratti in scadenza: i vari D’Ambrosio, Gagliardini, Sensi, Caldirola, Keita Balde, Castrovilli, saluteranno tutti. Se accetteranno di rimanere, si ripartirà da capitan Pessina, Caprari, Kyriakopoulos, magari Dany Mota che per la categoria sarebbe un lusso. Il paracadute (circa 25 milioni) farà tanto, ma non tutto. Questa non è una squadra che basta non toccare per risalire subito, un po’ come il Sassuolo per fare un esempio. Per lo stato della rosa e lo spirito con cui ci si è arrivati, servirà una mezza rifondazione. Chi la farà? Galliani sembra non avere più le forze economiche e nemmeno le energie per reggere da solo il Monza. In fondo, anche lui apparteneva all’era di Berlusconi, e forse è giusto si faccia da parte. Sarà tempo di voltare pagina. Magari il Monza sprofonderà, o magari risorgerà grazie all’iniezione di risorse fresche e del paracadute. Comunque, non sarà più la squadra di Berlusconi. Di lui adesso rimangono solo ricordi.

X: @lVendemiale

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