Monaco: “Alcaraz su Netflix? Offre vantaggi agli avversari, per mentalità è l’opposto di Sinner”

Guido Monaco (commentatore tecnico di Eurosport) si è pronunciato sui temi d’attualità dello sport con racchetta e pallina nell’ultima puntata di TennisMania, in onda sul canale Youtube di OA Sport. A tenere banco è il forfait di Carlos Alcaraz nel Masters1000 a Madrid, ma soprattutto la docuserie “Carlos Alcaraz: My Way“, in cui su Netflix […]

Apr 24, 2025 - 21:44
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Monaco: “Alcaraz su Netflix? Offre vantaggi agli avversari, per mentalità è l’opposto di Sinner”

Guido Monaco (commentatore tecnico di Eurosport) si è pronunciato sui temi d’attualità dello sport con racchetta e pallina nell’ultima puntata di TennisMania, in onda sul canale Youtube di OA Sport. A tenere banco è il forfait di Carlos Alcaraz nel Masters1000 a Madrid, ma soprattutto la docuserie “Carlos Alcaraz: My Way“, in cui su Netflix si racconta senza filtri l’ascesa fulminea del tennista spagnolo, diventato il più giovane numero uno ATP della storia a soli 19 anni e 4 mesi. Una produzione dove però emergono anche le fragilità del campione di Murcia.

Da un lato vedere il dietro le quinte ha il suo perché. Rimango perplesso sull’opportunità per un ragazzo così giovane di fare un incursione nella sua vita così profonda. Si offre un vantaggio agli avversari, mettendo in mostra le proprie fragilità. È una docuserie costruita su questo conflitto tra lui, che è un ragazzo che vuol vivere la sua vita e non perdersi tutto e nello stesso tempo vuol diventare uno dei più grandi sportivi della storia, e il suo team che vuole convincerlo ad avere comportamenti diversi. In questo modo si crea un’immagine di Alcaraz che quasi si trova a fare il fenomeno per caso. Questa è l’anomalia, perché comunque ha vinto due Wimbledon,  il Roland Garros, è diventato il più giovane n.1 della storia, ecc. Probabilmente è anche un tentativo per spegnare questi continui paragoni con Nadal, considerando la maniera in cui Carlitos vuole proseguire nel percorso. Lui è stato molto bravo a ottenere certi risultati viste le pressioni che ha, ma nel momento in cui non ha voglia di giocare a tennis e di allenarsi, vuole andare a Ibiza e fare le cose di un ragazzo normale. Un contrasto evidente se si vuole avvicinare ai mostri sacri. Lui per adesso segue questa strada di non rinunciare completamente alla propria felicità al di fuori del tennis”, il parere di Monaco.

Esattamente come viene riportato nel titolo della docuserie, Alcaraz ci vuole arrivare a modo suo e contrasta con quello di chi l’ha fatto prima. Per lui la felicità è passare del tempo con gli amici. Ci sono momenti in cui non ha voglia di giocare e il tennis gli fa schifo. Lui questa cosa di giocare anche nelle giornate non ideali fa fatica a farlo. Federer nel documentario gli dice di vivere il viaggio dentro quella cosa lì. Carlos però ne vuole uscire. Per questo è incredibile che lui abbia vinto così tanto e la dice lunga su quanto sia fenomenale. Tuttavia, dal punto di vista della mentalità, è l’esatto opposto di Sinner, che ha una testa e quell’ossessione di Nadal e di Djokovic, perché già Federer è po’ diverso. Jannik appartiene a quella stirpe lì di essere sempre sul pezzo tutto l’anno, mentre Carlitos ci riesce per 150 giorni a stagione, bisogna vedere poi quale sarà il computo finale di successi“, ha aggiunto Monaco. Parlando del forfait a Madrid: “Per una volta, visto il forfait a Madrid, potrebbe affrontare Roma per vincerlo e poi pensare a Parigi. Da capire però l’entità del suo problema fisico“,

Venendo al tema “italiani”, il commentatore tecnico di Eurosport si è concentrato su Flavio Cobolli e Federico Cinà, vincitori al primo turno nella capitale spagnola: “Sinceramente, nella partita tra Flavio e Marozsan, si è vista la differenza tennistica in favore dell’ungherese come capacità di colpire la palla. Solo che il magiaro non ha le qualità di farlo sempre e bravo Cobolli a salire di livello. Il romano dentro la lotta ci sta alla grande e l’ha dimostrato ancora una volta. Per quanto riguarda Cinà, ha un modo di stare in campo tale che è anche superiore ad Alcaraz per certi versi, poi per quanto riguarda il discorso squisitamente tennistico bisogna avere molta calma, visto che il turno contro Wong era abbordabile, però le partite bisogna saperle vincere e farlo con quella personalità a 18 anni…“.

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