Mobilità a misura di bambino, ecco la classifica delle città europee. Nessuna italiana in top ten

Parigi, Amsterdam e Anversa. È questo il podio delle città europee con la mobilità più a misura di bambino secondo la classifica di Clean Cities Campaign, una coalizione di oltre sessanta ong e associazioni ambientaliste in tutta Europa. E l’Italia? Nessuna città del nostro paese rientra nella top ten. Bisogna scendere al sedicesimo posto per […] L'articolo Mobilità a misura di bambino, ecco la classifica delle città europee. Nessuna italiana in top ten proviene da Il Fatto Quotidiano.

Mag 14, 2025 - 16:22
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Mobilità a misura di bambino, ecco la classifica delle città europee.  Nessuna italiana in top ten

Parigi, Amsterdam e Anversa. È questo il podio delle città europee con la mobilità più a misura di bambino secondo la classifica di Clean Cities Campaign, una coalizione di oltre sessanta ong e associazioni ambientaliste in tutta Europa. E l’Italia? Nessuna città del nostro paese rientra nella top ten. Bisogna scendere al sedicesimo posto per trovare Bologna, seguita da Milano (23esima) e Torino (24esima).

Ma che cosa vuol dire una città a misura di bambino? Per rispondere a questa domanda, le attiviste e gli attivisti di Clean Cities Campaign hanno prima definito tre indicatori suggeriti anche dalle Nazioni Unite. Il primo è il numero di “strade scolastiche” che limitano il traffico nei pressi delle scuole per riduree il rumore, aumentare la sicurezza stradale e migliorare la qualità dell’aria. Il secondo indicatore è la presenza di piste ciclabili separate dal traffico dei veicoli. Il terzo è la presenza di zone in ambito urbano con il limite a 30 km/h che come dimostrato e suggerito da organizzazioni internazionale ed europee riducono l’inquinamento e aumentano la sicurezza stradale. Sulla base di questi tre indicatori, per oltre cinque mesi sono stati raccolti i dati da fonti ufficiali e istituzionali per stilare la classifica.

A livello europeo i progressi più rapidi si sono registrati a Parigi. Tra i punti di forza della capitale francese c’è una rete di ciclabili protette che è pari al 48 per cento della loro rete stradale. La migliore delle italiane è Bologna con il 15 per cento, mentre Milano è ferma al 9 per cento. Terzultima Roma con il 3 per cento. “Le città italiane restano ancora molto deboli per quel che riguarda le infrastrutture per la ciclabilità – scrivono in una nota i promotori della classifica – segno che serve un investimento deciso in infrastrutture ciclabili sicure e continue”. Ma l’Italia non brilla neanche per quanto riguarda l’indicatore delle strade urbane con il limite a 30 km/h. Scorrendo la classifica di questo indicatore, guidata da Parigi con l’88 per cento, la prima città italiana è ancora Bologna, grazie anche all’introduzione nello scorso anno della cittàtrenta. Qualche segnale positivo per l’Italia arriva dalla presenza di strade scolastiche con Milano che si piazza al secondo posto a livello europeo e Torino al quarto posto. Il bilancio dunque non sembra essere positivo per il nostro paese. “Mancano investimenti costanti soprattutto su ciclabilità e moderazione della velocità – scrivono i promotori – dove le città italiane si posizionano nella seconda metà della classifica”.

Per questo motivo negli scorsi giorni migliaia di bambine e bambini italiani ma non solo sono scesi in piazza insieme alle associazioni ambientaliste e a gruppi di genitori per la campagna “Street for Kids”. L’obiettivo è quello di chiedere “più strade scolastiche e zone a bassa velocità nei pressi delle scuole, per garantire maggiore sicurezza e salute di bambine e bambini”. Oltre cento appuntamenti in diciotto paesi europei con biciclettate e girotondi per spingere le istituzioni a un cambio di basso. “I migliori risultati in tema di strade scolastiche si osservano dove esiste una forte pressione civica dal basso – commenta Anna Becchi, Campaign Lead di Streets for kidssegno che il lavoro dei movimenti dal basso e dei genitori può produrre risultati concreti, soprattutto nel contesto delle strade scolastiche. In Italia, sono città come Milano, Roma e Torino, dove gruppi attivi hanno contribuito a spingere le amministrazioni verso pedonalizzazioni permanenti, che si stanno vedendo maggiori risultati”.

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