Milleproroghe 2025: Senato approva nuovo testo, cosa cambia per i Comuni?
lentepubblica.it Il Senato ha dato il via libera alla conversione in legge del Milleproroghe 2025, il provvedimento che proroga una serie di scadenze normative anche per i Comuni, con 97 voti favorevoli, 57 contrari e nessuna astensione. Ora il testo passa all’esame della Camera, che dovrà approvarlo definitivamente entro il 25 febbraio per trasformarlo in legge. […] The post Milleproroghe 2025: Senato approva nuovo testo, cosa cambia per i Comuni? appeared first on lentepubblica.it.

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Il Senato ha dato il via libera alla conversione in legge del Milleproroghe 2025, il provvedimento che proroga una serie di scadenze normative anche per i Comuni, con 97 voti favorevoli, 57 contrari e nessuna astensione.
Ora il testo passa all’esame della Camera, che dovrà approvarlo definitivamente entro il 25 febbraio per trasformarlo in legge.
Tra le modifiche apportate nel corso dell’iter parlamentare, molte riguardano direttamente i Comuni. L’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (ANCI) ha accolto con favore l’inserimento di alcune misure richieste a sostegno degli enti locali, sottolineando il valore delle proroghe ottenute.
Milleproroghe 2025: Senato approva nuovo testo, cosa cambia per i Comuni?
Una delle novità più rilevanti è l’estensione fino al 31 dicembre 2027 dei termini per l’adeguamento antincendio di scuole e asili nido. Questo provvedimento permette agli enti locali di completare gli interventi necessari con tempi più distesi, evitando di incorrere in sanzioni e garantendo maggiore sicurezza negli edifici destinati all’infanzia e all’istruzione. L’adeguamento antincendio è un tema cruciale per molte amministrazioni comunali, che devono affrontare costi elevati e iter burocratici complessi per mettere in regola le strutture scolastiche.
Altre misure approvate riguardano il settore finanziario. I Comuni potranno aderire o rinegoziare mutui con istituti bancari e con la Cassa Depositi e Prestiti anche nel 2025. Questa disposizione offre maggiore flessibilità nella gestione del debito pubblico locale, consentendo agli enti di rivedere le condizioni dei prestiti in essere e, in alcuni casi, di ottenere tassi più vantaggiosi, alleviando la pressione sui bilanci municipali.
Sul fronte del personale, il decreto estende fino al 31 dicembre 2025 la deroga che consente di avviare concorsi pubblici senza l’obbligo di attivare preventivamente le procedure di mobilità volontaria. Questo rappresenta un passo importante per contrastare la carenza di personale negli enti locali, che spesso si trovano a operare con organici ridotti a causa di vincoli normativi e limiti alle assunzioni. La misura è particolarmente significativa per le Città Metropolitane e i Comuni più piccoli, che faticano ad attrarre e mantenere dipendenti qualificati.
Un’altra proroga riguarda il settore educativo e sociale. Il termine per l’iscrizione all’albo degli educatori professionali, inizialmente fissato, è stato posticipato al 31 marzo 2025. Questo slittamento consente agli operatori del settore di avere più tempo per adeguarsi ai requisiti normativi richiesti e per completare eventuali percorsi di formazione necessari per la regolarizzazione della loro posizione professionale.
Per quanto riguarda la fiscalità locale, è stato posticipato di un anno il termine per l’inserimento delle delibere relative all’IMU e alla TARI nel portale del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF). Questa modifica concede ai Comuni più margine per adeguarsi agli obblighi di trasparenza e aggiornamento delle informazioni fiscali, riducendo il rischio di sanzioni amministrative.
Infine, è stato prorogato fino al 30 giugno 2025 il termine per l’affidamento dei lavori finanziati con il contributo sulle cosiddette opere medie, relative alle annualità 2019-2021. Questo provvedimento permette di salvaguardare i finanziamenti già assegnati e di dare più tempo agli enti per portare a termine gli interventi previsti, evitando il rischio di perdere risorse fondamentali per la riqualificazione del territorio e delle infrastrutture locali.
Le richieste non accolte e le prospettive future
Non tutte le istanze avanzate dai Comuni hanno trovato spazio nel testo approvato. Tra le proroghe non concesse figurano la sospensione dell’obbligo di accantonamento del Fondo Anticipazioni di Liquidità (FAL) per gli enti in difficoltà finanziaria e la possibilità di utilizzare le economie del fondo 2024 per coprire i costi dei segretari comunali nei piccoli Comuni.
ANCI ha annunciato che riproporrà queste richieste nel prossimo provvedimento utile, con la speranza di un’accoglienza più favorevole in un futuro decreto legge sulla pubblica amministrazione.
L’iter del Milleproroghe, dunque, non è ancora concluso: l’attenzione si sposta ora sulla Camera, dove si deciderà definitivamente il destino delle misure contenute nel provvedimento.
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