Milano-Sanremo 2025: Tadej Pogacar contro il mondo, tanto per cambiare
Un tempo, quando il ciclismo era lontano dall’essere globale, era la corsa d’apertura della stagione. Ora che il calendario internazionale parte già da gennaio agli antipodi, resta l’imprescindibile primo appuntamento a cinque stelle. Stiamo parlando, ovviamente, della Milano-Sanremo che sabato 22 marzo vivrà la sua 116ma edizione lungo i 289 chilometri che porteranno da Pavia, […]

Un tempo, quando il ciclismo era lontano dall’essere globale, era la corsa d’apertura della stagione. Ora che il calendario internazionale parte già da gennaio agli antipodi, resta l’imprescindibile primo appuntamento a cinque stelle. Stiamo parlando, ovviamente, della Milano-Sanremo che sabato 22 marzo vivrà la sua 116ma edizione lungo i 289 chilometri che porteranno da Pavia, confermata località di partenza, al tradizionale traguardo di via Roma. La peculiarità che rende unica la Sanremo rispetto alle altre quattro classiche monumento è la facilità del suo percorso che non viene compensata neppure dall’elevato chilometraggio. Dopo la bandiera a scacchi si va verso il Piemonte, incontrando la prima asperità, di nome più che di fatto, nel Passo del Turchino, posto a 150 chilometri dall’arrivo. Al termine della successiva discesa, i corridori troveranno il mare a Voltri, entrando sulla SS1. Gli 80 chilometri successivi saranno totalmente pianeggianti. Poi, ai meno 50, in coincidenza del passaggio dalla provincia di Savona a quella di Imperia, verranno affrontati, in soli 13 chilometri, i tre capi storici della corsa, nell’ordine Mele, Cervo e Berta.
L’attraversamento di Imperia farà da preludio all’accensione delle polveri che avrà luogo a San Lorenzo a Mare a 28 chilometri dall’arrivo. Sarà qui che il percorso devierà a destra per imboccare i 5.650 metri al 4,1% di Costarainera, la salita in cima alla quale si trova il comune di Cipressa. È questo il punto più duro della corsa, seppur non abbastanza per creare una frattura decisiva. Infatti, dopo l’impegnativa discesa che riporterà i corridori sull’Aurelia, ci saranno 10 chilometri rettilinei fatti apposta per scoraggiare eventuali attacchi. Oltrepassata Arma di Taggia, ai meno nove dall’arrivo, si lascerà nuovamente la SS1 per affrontare le dolci rampe del Poggio. Questi 3.700 metri al 3,7% costituiscono, dalla loro introduzione nel 1960, il trampolino di lancio verso lo striscione conclusivo in Via Roma. Spesso la contesa è stata decisa al termine di quest’erta, più precisamente nello spazio di cinque chilometri compresi tra la fine dell’ascesa, un falsopiano che pare non finire mai, e la successiva discesa, un autentico serpentone con curve spesso cieche che riporta la gara sull’Aurelia a 2.300 metri dall’arrivo. Più volte è bastato a un corridore guadagnare 20 metri in vetta, come fece Vincenzo Nibali nel 2018, per arrivare solitario trionfatore al traguardo.
Da ottobre, all’indomani del suo poker al Giro di Lombardia, Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) ha messo nel mirino, per questa stagione, la Milano-Sanremo, uno dei tre sommi traguardi che ancora gli mancano insieme a Parigi-Roubaix e Vuelta Espana. Come nel 2024, ha trionfato nelle Strade Bianche per poi ritirarsi in riviera a prendere confidenza con ogni centimetro degli ultimi 50 chilometri del percorso. Chi ricorda quanto accaduto 12 mesi fa, avrà ben impresso il momento, all’inizio della discesa del Poggio, in cui il fuoriclasse di Komenda stava per fare il buco, solo per essere stoppato da un grande Mathieu van der Poel (Alpecin Deceuninck). L’olandese, che, a sua volta, ha nel mirino come obiettivo principale del 2025 la terza Parigi-Roubaix consecutiva, correrà a sostegno dei compagni di squadra: gli sprinter Jasper Philipsen, vincitore l’anno scorso, e Kaden Groves. Un’altra compagine che non nasconde le sue ambizioni è la Lidl-Trek, forte del tandem italo-danese composto dal campione del mondo 2019 Mads Pedersen e dal friulano Jonathan Milan. In chiave azzurra nutre speranze di vittoria anche Filippo Ganna (Ineos Grenadiers), reduce da una Tirreno-Adriatico che lo ha proiettato in una nuova dimensione. Assolutamente indecifrabile, invece, è l’inglese Tom Pidcock (Q36.5 ProCycling Team), le cui speranze di vittoria riposano su una emulazione di quanto fatto nel 2022 da Matej Mohoric (Bahrain Victorious), vincitore in Via Roma dopo la discesa più spericolata del Poggio del III millennio. È doverosa, infine, una menzione per l’australiano Michael Matthews, secondo l’anno scorso al termine d’un avvincente testa a testa con Philipsen. Tutti costoro, fino all’imbocco del Poggio, saranno coalizzati contro Pogacar che, alla fin fine, resta il principale avversario di sé stesso.
Riuscirà il fuoriclasse di Komenda a resistere alla tentazione d’attaccare già su Costarainera? Noi stessi non sappiamo che cosa sperare anche perché non c’è spettacolo più bello nel mondo della bicicletta di quando lui innesta la modalità Nobody does it better. Buona Milano Sanremo a tutti!