Microsoft critica Trump (e Biden) sulle restrizioni ai microchip
A Microsoft (e non è l'unica) non piace il sistema di restrizioni al commercio di chip basato su gruppi di paesi: secondo la società, danneggia gli affari americani e potrebbe favorire i fornitori cinesi. L'amministrazione Trump darà ascolto alle Big Tech o manterrà la linea di Biden?

A Microsoft (e non è l’unica) non piace il sistema di restrizioni al commercio di chip basato su gruppi di paesi: secondo la società, danneggia gli affari americani e potrebbe favorire i fornitori cinesi. L’amministrazione Trump darà ascolto alle Big Tech o manterrà la linea di Biden?
Il Wall Street Journal ha anticipato ieri le proteste di Microsoft contro l’amministrazione di Donald Trump e le restrizioni al commercio di semiconduttori ereditate dalla precedente gestione di Joe Biden. A detta della società, infatti, il nuovo meccanismo di controlli alle esportazioni, pensato per impedire alla Cina e alla Russia di accedere alle tecnologie più avanzate, potrebbe avere l’effetto contrario di spingere un maggior numero di aziende ad affidarsi ai fornitori cinesi di componentistica elettronica, anziché a quelli americani.
“NON È UN BENE PER GLI AFFARI AMERICANI O PER LA POLITICA ESTERA AMERICANA”
“Questo non è un bene per gli affari americani o per la politica estera americana”, ha affermato il presidente di Microsoft Brad Smith, sostenendo che Pechino starebbe già sfruttando queste nuove restrizioni statunitensi per proporsi al resto del mondo come un partner più affidabile di Washington.
COME FUNZIONANO I NUOVI CONTROLLI ALLE ESPORTAZIONI DI MICROCHIP
Microsoft, in sostanza, chiede all’amministrazione Trump di rivedere e semplificare il nuovo sistema di controlli alle esportazioni che stabilisce delle restrizioni alle vendite globali di microchip per l’intelligenza artificiale sulla base di tre gruppi di paesi, classificati a seconda del loro grado di alleanza o di allineamento con gli Stati Uniti.
I paesi e le aziende nel primo gruppo, quello più permissivo ma anche più ristretto, avranno un accesso pressoché illimitato ai dispositivi americani. I paesi nel secondo gruppo – quello di mezzo, nel quale rientrano gran parte dell’Africa, dell’America latina e del Sud-est asiatico – saranno invece soggetti a limitazioni. Le nazioni nel terzo gruppo, cioè le avversarie degli Stati Uniti come la Cina e la Russia, non potranno importare affatto i semiconduttori in questione.
Le aziende situate nel gruppo di mezzo – del quale fanno parte anche India e Israele – potranno superare i limiti nazionali e accedere a una potenza di calcolo superiore solo se accetteranno di sottostare ai requisiti di sicurezza e agli standard sul rispetto dei diritti umani fissati dagli Stati Uniti. Questi validated end user servono a Washington per impedire alle società cinesi di ottenere le tecnologie americane attraverso degli intermediari in paesi terzi.
ANCHE NVIDIA ATTACCA IL SISTEMA
Già Nvidia – la più grande azienda di microchip al mondo per capitalizzazione di mercato e la più importante sviluppatrice di processori per l’intelligenza artificiale – aveva criticato questo sistema. Il vicepresidente degli affari governativi, Ned Finkle, aveva detto che l’imposizione di limiti alla capacità di calcolo esportabile verso alcune nazioni “colpirà i computer mainstream nei paesi in tutto il mondo, non facendo nulla per promuovere la sicurezza nazionale ma piuttosto spingendo il mondo verso tecnologie alternative”.
MICROSOFT CONTRO LA CINA
Microsoft chiede insomma un sistema più semplice, ma non mette in discussione l’esclusione della Cina dai microchip avanzati. Smith ha detto al Wall Street Journal che la società ha individuato sette startup cinesi di intelligenza artificiale dal grande potenziale (e dunque potenzialmente pericolose per il primato americano): DeepSeek è una di queste.
Intanto, la Casa Bianca ha annunciato che il Consiglio per la sicurezza nazionale stava esaminando i possibili rischi posti da DeepSeek alla sicurezza degli Stati Uniti e ha garantito di voler “ripristinare il dominio americano” sull’intelligenza artificiale.