
Quando ho deciso di
trasferirmi a Minorca, il cuore ha iniziato a battermi più forte, come se sapesse già che stavo per abbracciare un cambiamento profondo. Immaginavo quell’isola al largo della
Catalogna, nel cuore pulsante del
Mar Mediterraneo, come un luogo sospeso tra sogno e realtà, e oggi che sto per partire, ogni emozione si amplifica, vibrante.
Minorca, seconda isola più grande dell’arcipelago delle
Baleari, è un mosaico di colori e silenzi, di profumi antichi e maree di luce. A differenza della sua sorella maggiore,
Maiorca, o della mondana
Ibiza, Minorca si presenta discreta, autentica, quasi pudica nella sua bellezza naturale.
Un territorio dove la natura detta il ritmo Minorca è un fazzoletto di terra lungo circa 50 chilometri e largo poco più di 20, un paradiso compatto, dove ogni angolo sembra essere stato scolpito dalla mano gentile del tempo. Le sue coste frastagliate ospitano più di 120 spiagge, dalle più celebri come
Cala Macarella e
Cala Mitjana, a calette nascoste raggiungibili solo a piedi o in barca. L’interno dell’isola è un susseguirsi di dolci colline, muretti a secco e pascoli che si estendono a perdita d’occhio. La vegetazione, caratterizzata da pini marittimi, ulivi e macchia mediterranea, mi parla già di lentezza, di respiri lunghi e profondi. Qui la geografia invita alla contemplazione, e ogni strada, ogni sentiero sterrato sembra sussurrarmi: “Prenditi il tuo tempo”.
Un’economia radicata nella tradizione e nell’accoglienza Vivere a Minorca significa anche immergersi in un tessuto economico che resiste alle omologazioni. L’agricoltura continua a svolgere un ruolo fondamentale, con la produzione di
formaggi, come il celebre
Mahon-Menorca DOP, e allevamenti che si tramandano da generazioni. Il turismo, naturalmente, è un pilastro, ma non è mai invasivo. È un turismo rispettoso, lento, fatto di famiglie, escursionisti, amanti del mare e della natura. Mi immagino già seduto in una terrazza vista mare, sorseggiando una
pomada – la bevanda tipica a base di gin e limonata – mentre osservo il fluire tranquillo di una stagione che, qui, sembra avere ancora il sapore delle estati di una volta. Anche l’artigianato locale mi affascina: Minorca è famosa per le sue
avarcas, i tradizionali sandali in cuoio che raccontano una storia di semplicità ed eleganza rustica.
Il clima: un abbraccio che dura tutto l’anno Uno dei motivi che più mi hanno spinto verso Minorca è il suo
clima mediterraneo, generoso e costante. Gli inverni sono miti, con temperature che raramente scendono sotto i 10 gradi, mentre le estati sono calde ma ventilate, grazie al soffio costante della
tramontana, il vento del nord che qui è quasi una presenza familiare. Ogni stagione ha il suo fascino: la primavera esplode di colori e profumi, l’estate invita a giornate infinite tra bagno e siesta, l’autunno si tinge di malinconia dorata, e persino l’inverno, con la sua luce più morbida, sembra cullarmi in una quiete rassicurante. Il
sole domina la scena per oltre 300 giorni all’anno, regalandomi la promessa di una vita trascorsa all’aria aperta, tra passeggiate lungo i cammini del
Camí de Cavalls, un antico sentiero che circonda l’intera isola, e lunghi pranzi in compagnia di nuovi amici.
Vivere da expat italiano a Minorca Essere un
italiano a Minorca è come ritrovare una parte di sé in un luogo straniero. La lingua ufficiale è il
catalano, ma lo spagnolo è parlato ovunque, e non mancano locali e ristoranti dove un sorriso italiano apre tutte le porte. Il costo della vita, sebbene in crescita, rimane più accessibile rispetto ad altre destinazioni europee più famose. Gli affitti variano molto a seconda della stagione: in estate i prezzi salgono, ma scegliendo di vivere nell’entroterra, o nei piccoli borghi come
Es Mercadal o
Ferreries, è possibile trovare soluzioni autentiche a costi più umani. La sanità è eccellente, con una rete di ospedali e ambulatori moderni, e la connessione internet è ormai ottima ovunque, permettendomi di continuare a lavorare da remoto senza difficoltà. Mi emoziona pensare di perdermi tra le stradine lastricate di
Ciutadella, la città antica con i suoi palazzi nobiliari e i suoi cortili nascosti, o di assistere alle feste patronali, dove i cavalli sono protagonisti di rituali ancestrali.
Minorca: il luogo dove riscoprire la semplicità Non mi trasferisco a Minorca per fuggire da qualcosa, ma per ritrovare qualcosa che sento di aver perso: la lentezza, l’autenticità, la connessione con la natura. Ogni sguardo sull’acqua turchese, ogni alba tra le rocce rosse di
Cala Pregonda, ogni tramonto che incendia il cielo sopra il faro di
Favàritx sarà un atto d’amore verso una vita meno complicata, più essenziale. Sento che a Minorca non sarò solo uno spettatore, ma un nuovo custode di questa terra antica, dove ogni granello di sabbia racconta una storia di rispetto, di tempo vissuto a pieno, di libertà autentica. E mentre preparo le ultime valigie, il mio cuore è già lì, cullato dalle onde, illuminato da un sole senza fine.
Mi trasferisco a Minorca: il sogno di una vita che profuma di mare e libertà