Mi fido più di Zagrebelsky che di questa Unione Europea guerrafondaia

di Riccardo Bellardini Mi riconosco a pieno nelle parole eretiche di Gustavo Zagrebelsky. Sì, eretiche. Perché in tal maniera verranno probabilmente considerate dalla galassia benpensante della nuova sinistra rivoluzionaria, la cui rivoluzione sono la guerra e le armi, il suprematismo, la forza, la superiorità occidentale, perché si, signori, son stati fatti negli ultimi giorni discorsi […] L'articolo Mi fido più di Zagrebelsky che di questa Unione Europea guerrafondaia proviene da Il Fatto Quotidiano.

Mar 24, 2025 - 17:56
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Mi fido più di Zagrebelsky che di questa Unione Europea guerrafondaia

di Riccardo Bellardini

Mi riconosco a pieno nelle parole eretiche di Gustavo Zagrebelsky.

Sì, eretiche. Perché in tal maniera verranno probabilmente considerate dalla galassia benpensante della nuova sinistra rivoluzionaria, la cui rivoluzione sono la guerra e le armi, il suprematismo, la forza, la superiorità occidentale, perché si, signori, son stati fatti negli ultimi giorni discorsi sull’Unione Europea da far rabbrividire. Discorsi che dovrebbero rianimarci, farci sentire orgogliosi… sì, ma orgogliosi di cosa?

Roberto Benigni, su Rai 1 in eurovisione, è arrivato a dire che l’Unione Europea è la più grande costruzione umana degli ultimi 5000 anni, quindi antica Roma, antica Grecia, antico Egitto, spostatevi!

Roberto Vecchioni, nella piazza confusionaria per l’Europa lanciata da Michele Serra, ha osannato con la finalità di suscitare un riconoscimento identitario grandi simboli culturali del vecchio continente, con quel “noi”, che vorrebbe essere un antidoto ai nazionalismi cattivi, ed invece va a tramutarsi nel nazionalismo più pericoloso, mascherato da progressismo, esibito pure da Scurati: “Noi non siamo gente che invade paesi confinanti, noi non radiamo al suolo città, noi non massacriamo civili”, ma noi non condanniamo per esempio i massacri perpetrati da Israele a Gaza che ormai numerose organizzazioni internazionali definiscono senza rischio di esser considerate bestemmiatrici, un vero e proprio genocidio. Mica siamo tanto bravi noi, caro Scurati, a me invece sembra che la nostra ipocrisia sia sconfinata.

Con quale faccia dunque, noi ci opponiamo alla Russia? mi viene da chiedermi. In nome di cosa dovremmo imbracciare le armi? L’unica cosa nei confronti della quale ha un senso resistere è quest’abominio ipocrita in cui siamo immersi.

Zagrebelsky, nell’edizione 2025 di Biennale Democrazia a Torino, intitolata “Guerre e paci, un Tolstoj al plurale”, ha fatto delle dichiarazioni coraggiose, orientate alla diplomazia, tese alla ricerca di un negoziato, e ha misurato i termini in maniera minuziosa, perché oggi devi stare attento a come parli, se non fai parte del clan della guerra ti guardano subito storto: “Preferisco una pace ingiusta alla morte giusta di innocenti”, ed ancora “il mondo non è mai stato seduto sulle armi quanto lo è oggi”, ha detto il giurista.

La pace ingiusta a cui si riferisce, è un negoziato con Putin in cui inevitabilmente, lui avrà delle carte importanti da giocare. E’ più ragionevole provare a riaprire il canale diplomatico o avventurarsi nel sentiero oscuro di uno scontro sanguinario? Per l’Europa, che si erige a misura di ogni giustizia umana, un accordo con cui si vuol porre fine a questo conflitto è ingiusto perché Putin è un dittatore.

Il più grande capolavoro umano degli ultimi 5000 anni, l’altezzosa Unione Europea, avrebbe probabilmente sabotato pure la conferenza di Yalta del 1945, perché a quel tavolo sedeva anche Stalin, uno dei dittatori più spietati del ‘900, risultato vincitore insieme a Churcill e Roosevelt. Un sabotaggio sull’onda di quello realizzato da Boris Johnson nel marzo 2022, quando, lo ricordo, la guerra poteva finire, con Ucraina e Russia sedute al tavolo che avevano trovato la quadra. Putin non aveva guadagnato i territori che ha guadagnato oggi, a tre anni di distanza dall’inizio dell’invasione.

Ma di lui “non ci si può fidare”. Ricordatevelo, perché lo sentirete a spron battuto, di Putin “non ci si può fidare”.

Dunque l’Unione Europea, questa straordinaria pietra miliare del nostro percorso sul pianeta Terra, ha scelto deliberatamente la via di una guerra che potrebbe rivelarsi catastrofica. Ha ripudiato la diplomazia per sposare la linea degli anni 30 del Novecento, del grande riarmo, esponendo milioni di innocenti al rischio di un’apocalisse nucleare.

Questa oggi è l’Unione Europea di cui ci si dovrebbe fidare? Se permettete, mi fido più di Zagrebelsky e degli altri come lui che preferiscono la diplomazia a questo delirio bellicista.

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