Madre indagata per la morte della bimba che aveva in grembo. L’ipotesi della procura: abuso di droghe
L’aborto spontaneo è accaduto qualche giorno fa in provincia di Pordenone. La procura ha aperto un fascicolo sulal donna: “Travaglio precipitoso”. Disposta autopsia sul feto

Pordenone, 24 aprile 2024 – Una donna è indagata per la morte del feto che aveva in grembo. L’ipotesi della procura è omicidio colposo, l’aborto spontaneo della bambina sarebbe stato causato da un abuso di sostanze stupefacenti.
Si tratta di cannabinoidi e benzodiazepine, assunte dalla donna mentre era incinta. Ci sarebbe stato un distacco di placente durante un “travaglio precipitoso”. È successo qualche giorni fa in provincia di Pordenone.
Le indagini
Sulla vicenda indaga la polizia, coordinata dai pm. La magistratura, sospettando un "distacco intempestivo massivo di placenta in travaglio precipitoso”, ha indagato la donna e disposto l'autopsia del corpo della neonata. Il fascicolo è stato affidato al sostituto procuratore Enrico Pezzi.
L’autopsia sul feto
L'esame autoptico sarà eseguito sabato mattina all'ospedale civile di Pordenone dall'anatomopatologo Antonello Cirnelli – lo stesso che si occupò del caso di Giulia Cecchettin – e dai professori Pantaleo Greco, direttore di Ginecologia e Ostetricia del Sant'Anna di Ferrara, e Marny Fedrigo, specialista in Anatomia patologica dell'università di Padova.
La Procura ha incaricato i tre periti di accertare se il decesso del feto sia avvenuto prima, durante o dopo il travaglio.
L’allarme dell’Asl Friuli Occidentale
Le indagini sono scattate dopo che l'Azienda sanitaria Friuli Occidentale ha riferito alla Squadra Mobile della Questura di Pordenone della morte di un feto in un'abitazione privata di una cittadina della zoan vicina a Pordenone.
Su quanto accaduto vige comprensibilmente il massimo riserbo, anche perché tra le persone offese ci sarebbe il padre della bimba morta.
I sospetti dei medici
I medici che si sono presi cura della donna hanno manifestato i primi sospetti e hanno chiesto l’autopsia. Secondo quanto si è appreso, sarebbero state riscontrate incongruenze tra il racconto della donna e quanto accertato dal personale che ha preso in carico la stessa paziente senza poter fare nulla per poter salvare la vita alla nascitura.