L’uso dell’AI nel film “The Brutalist”
A Hollywood è scoppiata la polemica: il film diretto da Brady Corbet The Brutalist ha impiegato l’intelligenza artificiale per modificare l’accento ungherese di Adrien Brody ( candidato all’Oscar come miglior attore protagonista). La modifica è stata effettuata tramite il software AI Respeecher, basato su modelli di deep learning, che analizzano e rimodellano specifiche frequenze vocali […] L'articolo L’uso dell’AI nel film “The Brutalist” proviene da ilBollettino.

A Hollywood è scoppiata la polemica: il film diretto da Brady Corbet The Brutalist ha impiegato l’intelligenza artificiale per modificare l’accento ungherese di Adrien Brody ( candidato all’Oscar come miglior attore protagonista).
La modifica è stata effettuata tramite il software AI Respeecher, basato su modelli di deep learning, che analizzano e rimodellano specifiche frequenze vocali per affinare la pronuncia senza necessità di doppiaggio o re-registrazione.
Tecnicamente, nulla di rivoluzionario. Ma la polemica è esplosa: se un’interpretazione viene migliorata dall’Intelligenza Artificiale, resta davvero merito dell’attore? E soprattutto, la performance in The Brutalist, può essere premiata con un Oscar?
Da un lato, c’è chi sostiene che questa tecnologia sia equiparabile al montaggio sonoro o alla post-produzione video. Dall’altro, c’è chi teme che sia il primo passo verso un’industria in cui le performance vengono ottimizzate digitalmente, rendendo labile il confine tra espressività umana e manipolazione algoritmica.