L’Ucraina ammette di aver perso due terzi di territorio occupato nel Kursk. Zelensky: “Non accetteremo alcun negoziato senza di noi”
I territori russi occupati - ammette il comandante in capo - calano a 500 km quadrati: erano 1.400. Il presidente ucraino rivendica un ruolo al tavolo per mettere fine alla guerra L'articolo L’Ucraina ammette di aver perso due terzi di territorio occupato nel Kursk. Zelensky: “Non accetteremo alcun negoziato senza di noi” proviene da Il Fatto Quotidiano.

L’Ucraina avvisa che non accetterà un negoziato che non coinvolga suoi rappresentanti. All’indomani della telefonata tra Donald Trump e Vladimir Putin che ha aperto una breccia per raggiungere la pace dopo tre anni di guerra, mentre l’Unione Europea rivendica un ruolo nelle trattative, Volodymyr Zelensky ha subito detto che non esisterà “alcun negoziato bilaterale sull’Ucraina senza di noi”. Parole che rispecchiano la richiesta del segretario della Nato Mark Rutte e che arrivano nel giorno in cui Kiev ha dovuto ammettere di aver perso due terzi dei territori che era riuscita a occupare nel Kursk.
Ad oggi detiene a malapena un terzo del territorio nella regione occidentale russa che aveva inizialmente catturato durante un’offensiva scattata lo scorso agosto: “Abbiamo la nostra zona di sicurezza sul territorio della Federazione Russa, lungo il confine con l’Ucraina, che detiene circa 500 chilometri quadrati”, ha scritto sui social media il comandante in capo dell’Ucraina Oleksandr Syrsky. In precedenza gli ucraini avevano rivendicato di controllare fino a 1.400 chilometri quadrati di territorio.
La situazione, insomma, è complicata. Tuttavia Kiev non ha alcuna intenzione di mollare la presa: “Come Paese indipendente, semplicemente non saremo in grado di accettare alcun accordo senza di noi. Lo sto dicendo molto chiaramente ai nostri partner. Qualsiasi negoziato bilaterale sull’Ucraina – non sto parlando di altri argomenti, qui sono liberi – non accetteremo alcun negoziato bilaterale sull’Ucraina senza di noi”, ha detto Zelensky. Il presidente lascia insomma trasparire un’apertura sui temi ma pone un veto sulla forma della trattativa, chiedendo che non sia un patto a due tra Washington e Mosca.
Il leader ucraino ha poi scritto su X, dopo un colloquio con il premier polacco Donald Tusk e alcune ore dopo la telefonata con Trump, di aver “anche messo in guardia i leader mondiali dal fidarsi delle affermazioni di Putin sulla sua volontà a porre fine alla guerra”. Ed è tornato a ribadire: “Nessun negoziato con Putin può iniziare senza una posizione unita di Ucraina, Europa e Stati Uniti”, ha osservato sottolineando la “necessità di coordinare le posizioni di tutti gli europei per risultati positivi per l’Europa intera”. La richiesta dell’Ucraina è quella di “garanzie di sicurezza forti e affidabili” specificando che “l’adesione alla Nato sarebbe la più conveniente per i partner” e che un’altra “garanzia cruciale” è rappresentata da “investimenti seri nell’industria della difesa in Ucraina”.
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