Lo Yemen rispecchia le contraddizioni del Medio Oriente
Boni Lo Yemen è lo specchio perfetto delle contraddizioni del Medio Oriente, un’area del mondo dove i conflitti non finiscono...

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Lo Yemen è lo specchio perfetto delle contraddizioni del Medio Oriente, un’area del mondo dove i conflitti non finiscono mai, dove la realtà è difficile da decifrare secondo i criteri della cultura politica occidentale. Il Paese yemenità è considerato uno dei più poveri del globo, dipende quasi esclusivamente dagli aiuti internazionali, ma nello stesso tempo è la base di una delle più agguerrite e meglio armate milizie islamiche, gli Houthi, che terrorizzano l’Occidente con gli attacchi alle navi nel Mar Rosso, dove passano ran parte delle merci europee. La popolazione stenta a mettere insieme il pranzo con la cena, oltre il 55% degli abitanti vive sotto la soglia di povertà, mentre l’Iran finanzia con milioni di dollari un esercito di 300 mila guerriglieri in funzione anti Israele e anti occidentale. E sulla miseria piovono bombe. Gli Stati Uniti premono per la pace in Ucraina, ma da queste parti non badano a spese. Gli attacchi dal cielo sono quotidiani, negli ultimi mesi sono stati oltre 800, una decina di vittime sono il bilancio dell’altra notte e due giorni fa gli “effetti collaterali” hanno fatto 80 morti in un campo di profughi nordafricani. I raid aerei Usa cercano di neutralizzare i siti Houthi più pericolosi a Taiz, Ibb, Dhamar, Hajjah, Saada e altri nella capitale Sanaa. Sotto l’ombrello dell’Iran, il Grande Satana della guerra santa, i miliziani yemeniti replicano la tattica scellerata di Hamas a Gaza e di Hezbollah in Libano: nascondono basi, uomini, armamenti, missili compresi, negli insediamenti dei civili che usano come scudi umani.
Se gli Houthi colpiscono le navi in transito lo Yemen finisce al centro dell’attenzione dei media, altrimenti è un Paese dimenticato, squarciato anche da lotte tra fazioni interne mai risolte. E qui durante la Seconda guerra mondiale si rifugiò per sfuggire agli inglesi il Lawrence d’Arabia italiano, il tenente Amedeo Guillet, conosciuto come Comandante diavolo. Vi rimase a lungo, ospite del sovrano, l’Imam Yahya, e del figlio, principe Ahmad. Fino ad allora era stato il capo di una banda di cavalieri ascari, yemeniti ed eritrei diventata l’incubo degli inglesi. Ma questa è un’altra storia.