L’intelligenza artificiale una possibile strada per ridurre il turn over

La ricerca di Ey. In Italia la usa l’80% delle imprese con un picco tra settori professionali e scienze della vita: impatto positivo su produttività e benessere Ci sono molte opportunità di crescita nell’uso dell’intelligenza artificiale generativa. Della produttività, per esempio, ma anche della soddisfazione al lavoro che potrebbe innescare un maggiore attaccamento alla propria […] L'articolo L’intelligenza artificiale una possibile strada per ridurre il turn over proviene da Iusletter.

Mar 5, 2025 - 12:46
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L’intelligenza artificiale una possibile strada per ridurre il turn over

La ricerca di Ey. In Italia la usa l’80% delle imprese con un picco tra settori professionali e scienze della vita: impatto positivo su produttività e benessere

Ci sono molte opportunità di crescita nell’uso dell’intelligenza artificiale generativa. Della produttività, per esempio, ma anche della soddisfazione al lavoro che potrebbe innescare un maggiore attaccamento alla propria azienda e quindi ridurre il turn over. Tutto però dipende da quanto le organizzazioni e i lavoratori sono e saranno capaci di farne un uso corretto, come ci racconta Andrea D’Acunto, People Advisory Services Leader di Ey Italia, leggendo i dati della Ey Work Reimagined Survey 2024, che ha coinvolto oltre 17mila dipendenti e quasi 1.600 datori di lavoro in 27 settori e 23 Paesi, inclusa l’Italia, esplorando come la trasformazione tecnologica, supportata dall’evoluzione delle competenze, possa creare opportunità per i lavoratori e i datori di lavoro. Non tutti sono ugualmente coinvolti. Sul piano generazionale emerge una certa discrepanza da colmare per arrivare a un’adozione ottimale, efficace e in linea con gli strumenti e le competenze dei diversi settori. Lo studio di Ey rileva infatti che l’uso da parte dei millennials è al 27%, mentre tra i baby boomers al 7%. Tra i lavoratori italiani intervistati, il 28% ha intenzione di rimanere nel proprio settore attuale, mentre il 26% vorrebbe cambiarlo. Questo dato è particolarmente significativo tra i millennials, con il 36% che prevede di lasciare il proprio lavoro, e tra i baby boomers con il 55%.

D’Acunto interpreta le risposte come il segno che «la IA generativa ha trasformato numerosi paradigmi legati agli investimenti in tecnologia, alle competenze richieste e in generale alla cultura del lavoro. Nel 2023 circa il 20% dei lavoratori rilevavano, grazie all’adozione dell’intelligenza artificiale, un miglioramento importante della propria produttività, dato che è salito al 75% lo scorso anno a livello mondiale, secondo il campione complessivo. Questa percentuale in Italia sfiora l’80%».

L’impatto cambia nelle diverse geografie, ma è incoraggiante notare che l’Italia non sembra indietro. «Nel nostro Paese, – continua D’Acunto – il 27% dei lavoratori ha sottolineato un impatto positivo sull’aumento della produttività grazie all’uso della IA. Se confrontato con la media mondiale, del 23%, significa un posizionamento di rilievo davanti a Paesi come Regno Unito e Germania».

Se invece si indaga l’impatto sui settori, nel nostro Paese l’adozione della IA generativa in ambito lavorativo ha raggiunto il 79%, in una forbice che va dal 100% nei servizi professionali e nelle scienze della vita al 34% nei media. Secondo i risultati della survey mondiale, l’utilizzo più elevato dell’intelligenza artificiale generativa viene attribuito al settore tecnologico (90%) mentre i settori che più hanno difficoltà ad integrarla sono quello pubblico e governativo (60%). D’Acunto osserva che «il rapido e significativo aumento dell’adozione della Ia nel business, sta ridefinendo il lavoro a livello globale. I risultati dimostrano che, ove integrata correttamente nei processi di lavoro, l’intelligenza artificiale aumenta la produttività senza diminuire il lavoro umano, migliorando al contempo il livello di benessere e di soddisfazione percepiti e limitando il turnover».

Oltre un terzo dei lavoratori, il 36%, parla di effetti positivi sulla capacità di concentrazione per quanto riguarda i lavori che richiedono un elevato livello di specializzazione. In Italia c’è un po’ più cautela nelle risposte: a evidenziare un aumento della produttività grazie alla GenAi è il 27,5% dei dipendenti, mentre un quarto parla di miglioramento nella capacità di concentrazione per i lavori di specializzazione elevata. Molto dipende anche dagli investimenti su formazione e sviluppo delle competenze che sono stati fatti. A questo proposito, il 58% dei lavoratori che utilizzano la GenAi afferma che i programmi di sviluppo e formazione della propria organizzazione sono sopra la media o eccellenti, a dimostrazione che le aziende stanno investendo per consolidare le competenze su questa tecnologia per massimizzare i benefici.

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