L’impennata dell’intelligenza artificiale raddoppierà la domanda di elettricità nei prossimi 5 anni, parola dell’IEA
Secondo un nuovo report dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA), il consumo elettrico dei data center è destinato a più che raddoppiare entro il 2030, principalmente a causa della crescita esponenziale delle applicazioni basate sull’intelligenza artificiale. Se oggi queste infrastrutture rappresentano circa l’1,5% della domanda elettrica globale, nei prossimi sei anni si prevede che arriveranno a consumare...

Secondo un nuovo report dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA), il consumo elettrico dei data center è destinato a più che raddoppiare entro il 2030, principalmente a causa della crescita esponenziale delle applicazioni basate sull’intelligenza artificiale. Se oggi queste infrastrutture rappresentano circa l’1,5% della domanda elettrica globale, nei prossimi sei anni si prevede che arriveranno a consumare il 3%, raggiungendo circa 945 terawattora (TWh). Un valore superiore all’attuale consumo energetico del Giappone.
La causa principale di questo aumento è il boom dell’intelligenza artificiale generativa, che necessita di enormi potenze di calcolo e di conseguenza richiede quantità ingenti di elettricità per funzionare. La IEA sottolinea che un singolo data center da 100 megawatt può arrivare a consumare quanto 100.000 abitazioni. Alcuni dei nuovi centri già in fase di costruzione potrebbero arrivare a consumi pari a quelli di due milioni di abitazioni.
Stati Uniti, Europa e Cina dominano il consumo
Attualmente, Stati Uniti, Unione Europea e Cina rappresentano insieme circa l’85% del consumo elettrico dei data center mondiali. Le grandi aziende tecnologiche sono sempre più consapevoli dell’enorme fabbisogno energetico generato dalla corsa all’IA e stanno cercando soluzioni alternative per garantirsi un approvvigionamento costante.
Google, ad esempio, ha siglato nel 2023 un accordo per ricevere energia da piccoli reattori nucleari. Microsoft, dal canto suo, si prepara a utilizzare energia proveniente da nuovi reattori costruiti presso Three Mile Island, tristemente nota per il peggiore incidente nucleare nella storia degli Stati Uniti nel 1979. Anche Amazon si sta muovendo nella stessa direzione, puntando sul nucleare per alimentare i suoi data center.
L’IA, pur essendo la principale causa della crescita del fabbisogno, può anche contribuire a ottimizzare la produzione e il consumo energetico, creando nuove opportunità per ridurre i costi, migliorare la competitività e abbattere le emissioni. La IEA parla di un potenziale rivoluzionario, capace di trasformare radicalmente il settore energetico.
Crescono le emissioni: da 180 a 300 milioni di tonnellate di CO₂ entro il 2035
Il report dell’IEA avverte però che l’espansione dei data center comporterà inevitabilmente un aumento delle emissioni di anidride carbonica: si passerà dalle 180 milioni di tonnellate attuali alle 300 milioni nel 2035. Sebbene questa cifra rappresenti solo una piccola parte delle 41,6 miliardi di tonnellate di emissioni globali previste per il 2024, la tendenza è in netta crescita.
Oggi circa il 30% dell’energia utilizzata dai data center proviene dal carbone, ma nei prossimi anni si prevede un aumento della quota di rinnovabili e gas naturale, spinti da costi più contenuti e dalla maggiore disponibilità nei mercati chiave.
Nel frattempo, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato la creazione di un “Consiglio nazionale per il dominio energetico”, con l’obiettivo di potenziare la produzione elettrica e mantenere il vantaggio competitivo del Paese nel settore dell’intelligenza artificiale rispetto alla Cina.
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Fonte: IEA
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