L’impegno di Francesco per le donne
Il Papa e la questione femminile

Roma, 24 aprile 2025 – Ho ricevuto più volte il dono di incontrare il Pontefice per la sua attenzione alle ragazze salvate dalla tratta della prostituzione e accolte nelle case della Papa Giovanni XXIII. Della donna papa Francesco lascia una definizione divenuta celebre: “Colei che fa il mondo bello”. Bergoglio riteneva la figura femminile capace di “far rinascere l’umanità, di dare speranza alla società e di essere solido fondamento della Chiesa”. Nella visione profetica del Pontefice non c’è salvezza senza la donna che “con la sua carne e il suo grembo è fonte di vita”. Una vita che oggi il mondo maltratta, violenta, umilia. L’indifferenza contemporanea, poi, non tiene conto dei dolori inferti a madri, mogli sorelle, figlie, fino ai graffi alle più fragili, costrette a vendersi sui cigli delle strade e nei locali. Ogni violenza inflitta alla dignità della donna è una profanazione di Dio, nato da donna.
“Da come trattiamo la donna comprendiamo il nostro livello di umanità – sosteneva Francesco –. Quante volte il corpo femminile viene sacrificato sugli altari profani della pubblicità, del guadagno, della pornografia, sfruttato dal consumismo come superficie da usare”. Francesco si è trovato su un versante della Storia che lo ha portato ad avvertire come ineludibile la necessità di una riforma. Anche lui doveva vincere resistenze, sentiva l’urgenza di impostare un percorso di innovazione in qualche modo irreversibile. Accada quel che accada. Al momento dell’elezione al Soglio di Pietro portava con sé infatti l’esigenza di una riforma profonda. Tutto il magistero di Francesco si è dimostrato carico di profezia più che di soluzioni tecniche. Definire la povertà un sacramento di Cristo significava renderla simile all’Eucaristia. Più specificatamente si è trattato di un appello a uscire “verso le periferie”, non solo quelle geografiche, ma anche quelle esistenziali che acquistano molteplici volti: economici, culturali, razziali, religiosi. Perché sono le aree emarginate quelle più bisognose di cura e attenzione. Una chiamata, quindi, all’insegna della parabola evangelica degli invitati a lavorare nella vigna: “Cominciando dagli ultimi”.