Libia, ucciso Al-Kikli, capo delle spietate milizie Ssa. Scontri a Tripoli. A marzo era in Italia
Il comandante del Support and Stability Apparatus, già accusato in passato da diverse organizazioni umanitarie, tra cui Amnesty International, di gravi abusi e torture è caduto in un’imboscata

Roma, 13 maggio 2025 - Tensione a Tripoli dopo l'uccisione di Abdel Ghani al-Kikli, detto Ghniwa, capo del Support and Stability Apparatus (Ssa). Gruppi rivali armati hanno dato vita a disrdini nella capitale libica, le autorirtà hanno invitato i cittadini a non uscire dalle case.
Lo Stability Support Apparatus (SSA) una formazione paramilitare di Tripoli, e di Zawya, con sede nella capitale nel popolare quartiere di Abu Slim. Al-Kikli e le sue guardie del corpo sarebbero caduti in un'imboscata avvenuta nel campo militare Tekbali, a sud di Tripoli, e organizzata da Mahmoud Hamza, comandante della 444° brigata da combattimento, gruppo noto nella Libia occidentale per la lotta al contrabbando e alla criminalità organizzata.
Il governo libico ha fatto sapere che stamani la situazione a Tripoli sarebbe tornata sotto controllo. Negli scontri nella notte sono rimaste ferite 6 persone, riferisce il canale televisivo libico Al Wasat, che cita una dichiarazione del ministero della Difesa riunito a Tripoli.
Abdel Ghani Al-Kikli (O Gheniwa), secondo l'account X di Refugees in Libya, "era uno dei comandanti di milizia più temuti nell'ovest della Libia ed è stato a lungo accusato da organizzazioni locali e internazionali per i diritti umani, tra cui Amnesty International, di gravi abusi, tra cui torture, sparizioni forzate ed esecuzioni extragiudiziali". Il post prosegue: "Il suo gruppo armato operava nella quasi totale impunità, avvalendosi della legittimità statale garantita dal governo di Unità nazionale, in particolare sotto la guida di Abdelhamid Dabaiba". Poi si copre che "poche settimane fa Gheniwa era stato avvistato in Italia, sollevando polemiche dopo le rivelazioni secondo cui era entrato in Europa con un visto Schengen rilasciato da Malta, nonostante fosse implicato in crimini che potrebbero essere considerati crimini contro l'umanità", sottolinea ancora Refugees in Libya.