L’Europa accoglie un nuovo marchio cinese: Jetour, SUV firmati Chery

Il brand cinese Jetour, specializzato in SUV e parte del gruppo Chery, annuncia il lancio in Europa con una gamma di veicoli a combustione e ibridi.

Apr 24, 2025 - 18:51
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L’Europa accoglie un nuovo marchio cinese: Jetour, SUV firmati Chery

Il mercato automobilistico europeo già in piena trasformazione, tra la corsa all'elettrico e l’avanzata inesorabile dei brand asiatici, si prepara ad "accogliere" un nuovo protagonista pronto a sparigliare le carte: si chiama Jetour, arriva dalla Cina e ha un piano preciso per conquistare il Vecchio Continente. L’ingresso? Annunciato e previsto per il terzo trimestre del 2025, con l’obiettivo dichiarato di coprire l’intera Europa entro il 2027.

Nato nel 2018 come marchio del gruppo Chery dedicato ai SUV, Jetour non è più un volto nuovo nei mercati emergenti. Già oggi oltre il 35% delle sue vendite avviene fuori dalla Cina, in Paesi come Brasile, Arabia Saudita, Russia e Sudafrica. Ora però è il turno dell’Europa, e il brand non ha alcuna intenzione di restare nell'ombra. La strategia? Ampiezza e varietà. Jetour porterà in Europa una gamma pensata su misura per i gusti locali, con modelli capaci di spaziare dal SUV compatto da città fino al fuoristrada muscoloso, passando per crossover, pick-up e, entro la fine del 2026, il primo modello 100% elettrico del brand: il Jetour T0.

IN EUROPA A 360°

I prezzi? Altamente concorrenziali: si parte da 10.000 dollari per i modelli entry-level, fino a superare i 50.000 per le versioni più raffinate e tecnologiche. L’idea è chiara: offrire design accattivante, interni digitali, dotazioni tecnologiche generose e, soprattutto, un rapporto qualità-prezzo difficile da ignorare. Ma Jetour non si accontenta di esportare. L’ambizione è più profonda: produrre direttamente in Europa, per aggirare i dazi sulle elettriche cinesi e rafforzare la propria presenza industriale. Una scelta strategica che andrebbe a ridurre i tempi della filiera logistica, aumentare l’affidabilità delle forniture e, soprattutto, dare un segnale concreto di radicamento sul territorio. “Valuteremo la produzione locale in base alla risposta del mercato,” fanno sapere dai vertici dell’azienda, lasciando intendere che l’Europa non sarà solo un mercato da conquistare, ma una casa da costruire.

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