L’Europa accelera: tariffe fino al 25%. Scure su Levi’s e Harley, salvo il whisky
Mercfoledì si vota il pacchetto di contromisure. Bourbon escluso per il timore di una ritorsione sui vini

Roma, 7 aprile 2025 – Tariffe sui prodotti Usa fino al 25%. Una prima serie di controdazi a metà aprile. Una seconda a metà maggio. I ministri del commercio dell’Unione Europea si riuniscono nel Granducato del Lussemburgo per dare il via libera politico alla lista integrale di controdazi messa a punto dalla Commissione Europea per rispondere a Donald Trump.
L’elenco è stato trasmesso alle ambasciate dei Ventisette in vista del voto tecnico previsto per il 9 aprile nel comitato in seno all’esecutivo Ue per l’approvazione finale. La prima riunione dei ministri europei sui dazi rilancia una “inaspettata” unità dei Paesi membri. La linea preferenziale resta quella del negoziato. Anzi, un’offerta è già sul tavolo della Casa Bianca: applicare, reciprocamente, zero tariffe sui beni industriali.
È un’offerta avanzata ben prima del 2 aprile, finora invano. Se non ci saranno segnali di apertura da parte degli Stati Uniti, il primo blocco di dazi entrerà in vigore il 15 aprile, mentre una seconda tranche è pronta a scattare il 15 maggio previo un secondo voto tecnico. Nella lista, da una prima verifica, non risultano inseriti superalcolici americani come il whisky, mentre tornano nel mirino le Harley-Davidson, gli yacht di lusso americani, i jeans e alcuni tipi di t-shirt. Cosa è successo oggi a Wall Street: la “fake news” sulla moratoria dazi fa impennate il Dow Jones
Costretti a rispondere
Dalla lista, secondo il Financial Times, è stato escluso anche il bourbon su pressante richiesta di Francia, Italia e Irlanda dopo che Trump aveva minacciato una ritorsione del 200% su vini e champagne. Bruxelles fa anche sapere che a febbraio ha proposto agli Usa di azzerare i dazi su auto, farmaci, chimica e macchinari su entrambe le sponde dell’oceano. Ma adesso l’Unione non vuole aspettare all’infinito che gli Usa si siedano al tavolo delle trattative.
“Un rinvio è impossibile, seguiremo la procedura legale”, ha sottolineato il commissario Ue al Commercio Maros Sefcovic. E ieri notte è partita la comunicazione agli Stati membri. La prima parte (per un valore di 4,6 miliardi), che era congelata dalla precedente disputa commerciale, entrerà in vigore dal 15 aprile. La seconda, dal valore di oltre 18 miliardi, sarà applicabile dal 15 maggio. Nel mirino, un mix di prodotti agroalimentari e industriali provenienti da Stati saldamente repubblicani: dalla soia della Louisiana, roccaforte dello speaker Mike Johnson, passando per manzo e pollame di Nebraska e Kansas, fino ad arrivare a forni, stufe, congelatori e tosaerba. Ma anche zucchero, uova, latticini, noci, verdure, utensili per la casa, materie plastiche e tessuti, settori dove l’Europa può contare su alternative interne. Tra i bersagli anche i prodotti in legno, pilastro dell’economia di Georgia, Virginia e Alabama, e pezzo chiave nella catena del valore manifatturiero americana.
LE ALTRE RITORSIONI
Entrambe le misure saranno votate mercoledì, ha fatto sapere Sefcovic. “Ci proteggeremo anche dagli effetti indiretti attraverso la diversione commerciale. A questo scopo, istituiremo una task-force per monitorare le importazioni”, ha detto invece Ursula von der Leyen. Le ipotesi sono molte: c’è chi chiede di colpire il settore dei servizi digitali a chi vorrebbe escludere le aziende americane dagli appalti pubblici europei.