Leone XIII, il papa dalla parte dei lavoratori
Papa Leone XIII, a cui si collega Leone XIV, il nuovo papa, con l'enciclica Rerum novarum, pose le basi per la moderna dottrina sociale della Chiesa.
Robert Francis Prevost, il cardinale statunitense di 69 anni che è stato eletto il 267° papa, ha scelto di prendere il nome di Leone XIV. Nello scegliere Leone come nome, Prevost ha chiaramente scelto un collegamento forte con il precedente papa Leone, il XIII, al secolo Vincenzo Gioacchino Pecci (1810-1903), uno dei pontefici più influenti degli ultimi secoli e fondamentalenel definire la dottrina sociale della Chiesa, ovvero Papa Leone XIII, a cui si collega Leone XIV, il nuovo papa, con l'enciclica rerum novarum, pose le basi per la moderna dottrina sociale della Chiesa, ovvero l'insieme degli insegnamenti della Chiesa cattolica in materia di questioni sociali, economiche, politiche e culturali, alla luce del Vangelo e della tradizione cristiana.. La preoccupazione per le questioni sociali è presente nella Chiesa fin dalle origini (basti pensare alla predicazione dei Padri della Chiesa contro l'usura e l'ingiustizia, o alla riflessione di San Tommaso d'Aquino sul bene comune). Tuttavia, la formulazione sistematica della Dottrina Sociale della Chiesa (DSC) ebbe inizio alla fine del XIX secolo. In particolare, si fa risalire l'origine della DSC all'enciclica Rerum Novarum, promulgata nel 1891 da papa Leone XIII, che affrontò per la prima volta in modo organico la "questione sociale" legata alle condizioni dei lavoratori nell'era industriale. Da allora, una serie di encicliche sociali e altri documenti del Magistero hanno sviluppato ulteriormente questi insegnamenti, adattandoli ai nuovi tempi e problemi.
Questi insegnamenti che costituiscono la DSC sono un'insieme di principi, insegnamenti e linee guida che la Chiesa cattolica offre riguardo ai problemi di natura sociale, economica (e indirettamente politica) del mondo contemporaneo. In altre parole, è il corpo di insegnamenti con cui la Chiesa legge e valuta le realtà della convivenza umana (dalla famiglia al lavoro, dall'economia alla politica) alla luce del Vangelo e della dignità della persona. Non si tratta di un'ideologia politica o di un programma di partito, ma di orientamenti morali e spirituali che aiutano a costruire una società più giusta secondo i valori cristiani.
Utilizzando una metafora si può dire che la DSC sia una sorta di "bussola" per formare le coscienze, aiutando credenti (e tutte le persone di buona volontà) a vivere nelle realtà sociali in modo coerente con il Vangelo. Il suo scopo è promuovere una società "a misura d'uomo", cioè fondata sul rispetto della dignità umana e orientata al bene di ogni persona. La Chiesa, con il suo insegnamento sociale, non intende imporre strutture specifiche alla società, ma offrire principi di riflessione e criteri di giudizio per illuminare le coscienze e guidare l'azione sociale verso il bene comune e la giustizia. In definitiva, attraverso la DSC la Chiesa cerca di aiutare l'uomo nel suo cammino non solo spirituale ma anche terreno, favorendo condizioni di vita più giuste, solidali e pacifiche. Questo insegnamento sociale fa parte della missione della Chiesa di prendersi cura dell'intera famiglia umana in tutte le sue necessità, contribuendo alla salvezza integrale della persona (anima e corpo) e allo sviluppo di una convivenza basata sull'amore fraterno.. Leone XIII era di nobili origini, fu educato nei migliori istituti romani alla carriera nella diplomazia ecclesiastica, eppure finì per essere ricordato come il "papa dei lavoratori": merito dell'epocale enciclica Rerum Novarum – una delle tante da lui pubblicate – con cui, affrontando per la prima volta temi economici e sindacali (per tutelare i lavoratori dal capitalismo industriale), poneva le basi della moderna dottrina sociale della Chiesa.
Controversie antiche. Gli aspetti contrastanti furono del resto la cifra esistenziale di un personaggio che, sospeso tra un passato ingombrante e le esigenze della modernità, alternò posizioni rigidamente conservatrici a concilianti aperture al nuovo. Alla morte di Pio IX, dopo un conclave di soli due giorni, si trovò a essere il primo papa…non re, cioè senza un vero potere temporale, confinato ormai nello Stato-francobollo del Vaticano.
Con il "colpevole", cioè il neonato Regno d'Italia, mantenne la guardia alta ma senza l'intransigenza del predecessore. L'ipotesi di un disgelo anticipato con lo Stato sabaudo fu però archiviata dalle tensioni createsi per l'inaugurazione di un monumento a Giordano Bruno nella piazza romana di Campo de' Fiori, dove il filosofo nolano era stato arso vivo come eretico dall'Inquisizione.
L'iniziativa – duramente osteggiata dal pontefice, ma sostenuta da manifestazioni studentesche e infine anche dal governo Crispi – fu accolta come un vero e proprio affronto alla Sede di Pietro: papa Pecci, furibondo, minacciò addirittura di lasciare Roma, e ribadì con l'occasione la legittimità dell'antica condanna capitale al frate domenicano.
Risultati migliori Leone XIII li ebbe al di là dello Stivale, dirimendo varie controversie e avviando i primi contatti con Russia e Stati Uniti.. Morigerato, lavoratore indefesso, Leone XIII aveva un vizietto: bere il vin mariani, vino bordeaux con foglie di coca. A inventarlo era stato Angelo Mariani, un chimico francese della sua generazione affascinato dall'uso che gli indios facevano della pianta stupefacente. Il papa accettò anche di pubblicizzare la bevanda, con buona pace dei proibizionisti che però, poco dopo, alzarono la testa. Longevo. Passata la "sbornia", infatti, a inizio '900 il vin mariani fu vietato. Per quanto riguarda il papa, a conferma che qualche strappo alla regola non sempre fa male, visse fino alla veneranda età di 93 anni. Longevo. Dantista e poeta (in latino), promosse anche gli studi astronomici e scientifici, inaugurò l'apertura agli studiosi degli archivi vaticani e fu il primo pontefice a posare davanti a una cinepresa. Prodigioso nella memoria e frugale nelle abitudini, come unico vizio si concedeva degustazioni frequenti del "vino Mariani": tonico all'epoca spacciato per miracoloso, ma che era in realtà più che altro... stupefacente, in quanto ricavato dalla fermentazione di coca peruviana (vedi box sopra).
Quando morì, a 93 anni suonati, il suo pontificato aveva ormai doppiato la boa del quarto di secolo. Tempi da record che ispirarono a un suo collaboratore, il cardinale Luigi Oreglia, un'affettuosa boutade: "Abbiamo eletto un Santo Padre, mica un Padre Eterno!".
• Adriano Monti Buzzetti per Focus Storia.