Le criptovalute guardano al calcio: Tether diventa il secondo socio della Juventus
Il gruppo finanziario specializzato in criptovalute ha acquisito altro capitale dei buanconeri. Ora è seconda solo a Exor (holding Agnelli-Elkann) e potrà influenzare il futuro del Club

Tether Investments, il braccio finanziario del gruppo Tether guidato da Paolo Ardoino, ha annunciato oggi, di aver portato la propria partecipazione nel capitale di Juventus Football Club S.p.A. attraverso l’acquisto di ulteriori azioni a oltre il 10,12%, pari al 6,18% dei diritti di voto.
Tether consolida così la sua posizione di secondo azionista di Juventus, rafforzando l’interesse delle società di criptovalute verso asset strategici nel mondo dello sport e confermando, con questa mossa, il club torinese come veicolo di investimento ad alto profilo internazionale.
Tether passa al 10,12% del capitale: è dietro solo a Exor
La prima tranche di acquisto di Tether in Juventus risale allo scorso febbraio, quando la società aveva acquisito circa l’8,2% del capitale - equivalente a poco più del 5% dei diritti di voto - sul mercato aperto.
Con la nuova operazione, Tether diventa il secondo azionista del club bianconero, alle spalle di Exor, la holding della famiglia Agnelli-Elkann, che registra il 65,4% del capitale e il 78,9% dei diritti di voto, e scavalca Lindsell Train, che detiene l’8,7% del capitale e, quindi, il 5,3% dei diritti di voto.
Tether Investments, grazie alle dimensioni delle sue riserve stimate in decine di miliardi di dollari, dimostra di poter partecipare a operazioni significative in società di grandi dimensioni come Juventus FC. Questo posizionamento rafforza il suo ruolo di ponte tra ecosistema crypto e finanza “tradizionale”, incentivando altre realtà digitali a esplorare asset non convenzionali.
Il calcio si apre alle criptovalute?
L’operazione di Tether Investments avrà implicazioni dal punto di vista della governance di Juventus FC? Affermativo, perché la mossa della società di stablecoin avrà risvolti in termini di diritti di voto: con il 6,18% dei diritti di voto, Tether può influenzare assemblee e decisioni straordinarie, pur restando ampiamente sotto la soglia di controllo.
Dal punto di vista dell’equilibrio azionario, il flottante disponibile in Borsa scende ulteriormente, - oggi circa il 15,8% del capitale, 9,7% dei diritti di voto -, limitando l’accessibilità agli investitori istituzionali e retail.
Operazione Tether, un segnale per il mercato
Oltre ai risvolti interni alla società calcistica, sicuramente l’operazione di Tether è un segnale per il mercato: l’ingresso sempre più massiccio di un gruppo legato alle criptovalute sottolinea la crescente convergenza tra finanza tradizionale e nuove tecnologie, e potrebbe spingere altri operatori digitali a valutare investimenti simili in asset non convenzionali.
Tether ha motivato l’operazione come “una dimostrazione del proprio impegno di lungo termine verso il futuro della Juventus e della fiducia nel suo valore intrinseco e potenziale di crescita” e riflette l’intento di esplorare collaborazioni su Cda “integrati e unificati” tra mondo sportivo e blockchain/cripto, aprendo potenzialmente a nuove modalità di engagement dei tifosi.
Inoltre, secondo alcune indiscrezioni di stampa, Tether è “pronta a partecipare a un’eventuale ricapitalizzazione” del club, che, ricapitolando, si tradurrebbe in un maggiore peso nell’azionariato della Juventus.
Oltre la stablecoin: Tether diversifica miliardi di riserve
Tether Investments fa parte di Tether Holdings Ltd., azienda con sede nelle Isole Vergini Britanniche che supporta la stablecoin. Tether, una delle criptovalute a maggiore capitalizzazione al mondo, è ancorata al dollaro statunitense. Infatti, Tether Holdings si concentra soprattutto sull’emissione e la gestione delle riserve, quali contanti, titoli di Stato e dollari digitali.
Mentre Tether Investments è deputata a impiegare parte di queste riserve in operazioni strategiche sui mercati finanziari tradizionali ed alternativi, tra i quali: acquisizioni azionarie in società quotate o private con potenziale di crescita; partecipazioni in progetti legati a blockchain, DeFi e fintech e investimenti in asset reali (private equity, infrastrutture) per diversificare le riserve e generare rendimento.