Lavoro: non solo inglese ma tedesco, russo e cinese. Candidati con competenze linguistiche cercasi | Il report

Molte imprese continuano a considerare le competenze linguistiche come un valore aggiunto irrinunciabile. Babbel for Business, la piattaforma di Babbel che offre corsi di lingua per le aziende, insieme all’agenzia per il lavoro Openjobmetis Spa, approfondisce il ruolo delle competenze linguistiche nella preparazione dei candidati e le nuove sfide tecnologiche che il settore HR si […] L'articolo Lavoro: non solo inglese ma tedesco, russo e cinese. Candidati con competenze linguistiche cercasi | Il report proviene da Osservatorio Riparte l'Italia.

Apr 23, 2025 - 08:45
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Lavoro: non solo inglese ma tedesco, russo e cinese. Candidati con competenze linguistiche cercasi | Il report

Molte imprese continuano a considerare le competenze linguistiche come un valore aggiunto irrinunciabile.

Babbel for Business, la piattaforma di Babbel che offre corsi di lingua per le aziende, insieme all’agenzia per il lavoro Openjobmetis Spa, approfondisce il ruolo delle competenze linguistiche nella preparazione dei candidati e le nuove sfide tecnologiche che il settore HR si trova ad affrontare.

In un mercato del lavoro sempre più globale, le aziende cercano professionisti in grado di comunicare efficacemente in contesti internazionali. Per analizzare lo scenario attuale, Openjobmetis e Babbel for Business hanno raccolto e analizzato i dati relativi alla richiesta di competenze linguistiche nei vari settori, offrendo una panoramica sulle lingue più richieste e sul loro impatto nelle opportunità professionali.

In tutti i settori analizzati, l’inglese risulta la lingua più richiesta, con oltre il 75% delle posizioni che ne richiedono una buona conoscenza. Tuttavia, a seconda dell’ambito e del ruolo, emergono altre lingue fondamentali per il mercato del lavoro.

Nel settore amministrativo e contabilità, oltre all’inglese, il 30-40% delle posizioni senior e strategiche (come CFO e responsabili amministrativi) richiede anche la conoscenza del francese o del tedesco.

Nel settore commerciale e vendite, oltre all’inglese, il 30-40% delle posizioni per ruoli come sales manager, account manager, export manager e agenti di commercio richiede anche la conoscenza del francese o dello spagnolo, a seconda del mercato di riferimento.

Nel settore turismo e ospitalità, l’inglese è imprescindibile (richiesto nel 95% delle posizioni), ma tra il 30% e il 50% degli annunci si richiede anche il francese o il tedesco per garantire un’accoglienza internazionale.

Nel segmento turismo luxury, il 10-15% delle posizioni prevede anche la conoscenza del russo o del cinese.

Nel settore IT, oltre all’inglese, richiesto in oltre il 90% delle posizioni, il francese e il tedesco possono essere necessari per ruoli specializzati, coprendo circa il 15% delle offerte di lavoro.

Nel settore finance & banking, oltre all’inglese (richiesto nel 90% dei casi), tra il 40% e il 50% delle posizioni di alto livello (analisti finanziari, consulenti bancari, direttori finanziari, risk manager) viene richiesta anche la conoscenza del francese e del tedesco.

Nel settore farmaceutico e sanitario, oltre all’inglese, essenziale per il lavoro di ricerca e documentazione per il 95% degli annunci, il francese e il tedesco sono fondamentali per medici e infermieri che operano in strutture internazionali (richiesti nel 30-40% delle posizioni).

La conoscenza delle lingue straniere resta un fattore chiave per distinguersi nei processi di selezione e accedere a ruoli con prospettive di crescita internazionale.

Non si tratta, infatti, solo di accedere a un maggior numero di opportunità, ma anche di poter ambire a ruoli strategici, con prospettive di crescita internazionale, relazioni più solide con clienti e partner esteri e una maggiore adattabilità in ambienti multiculturali.

Investire nelle competenze linguistiche, oggi più che mai, significa investire nella propria occupabilità a lungo termine.

Le nuove tecnologie basate sull’intelligenza artificiale stanno diventando strumenti sempre più preziosi nella preparazione ai processi di selezione professionale.

I corsi di Babbel dedicati alle aziende, ad esempio, affrontano tutte le tematiche essenziali per comunicare efficacemente in ambito lavorativo, come la scrittura di email, il networking e la presentazione di progetti.

Grazie a soluzioni vocali avanzate, come il riconoscimento vocale potenziato dall’IA e la pratica conversazionale guidata, è possibile migliorare significativamente la sicurezza e la competenza linguistica dei candidati, in vista di situazioni professionali reali.

Queste tecnologie offrono un valido supporto anche durante le lezioni incentrate sull’ampliamento del vocabolario, attraverso esercizi di ripetizione e feedback personalizzati volti a perfezionare la pronuncia.

Inoltre, i candidati hanno la possibilità di esercitarsi in autonomia all’interno di un ambiente sicuro, simulando una varietà di scenari professionali predefiniti.

Se da un lato l’intelligenza artificiale può potenziare il processo di apprendimento, dall’altro esiste il rischio che i candidati si affidino eccessivamente a questi strumenti, anche per compiti semplici come brevi traduzioni o formulazioni standard.

Come osserva Roberta Riva, B2B senior manager di Babbel for Business: “Nonostante le nuove tecnologie possano rendere più efficienti alcuni processi di apprendimento e possano fornire un supporto utile, la conoscenza delle lingue rimane un indicatore chiave di versatilità, impegno e capacità di adattamento – qualità che restano cruciali per affrontare ruoli di leadership, negoziazione e gestione delle relazioni in mercati internazionali.”

L’apprendimento linguistico, infatti, sviluppa abilità cognitive come il problem-solving, il pensiero critico e la memoria.

Queste capacità migliorano la comunicazione, l’adattabilità e la creatività: competenze essenziali in un mondo in cui l’IA automatizza molte attività, ma rimane incapace di cogliere sfumature culturali in contesti specifici.

Parlare una lingua significa anche comprendere il modo di pensare e di comunicare di una cultura, un aspetto fondamentale nelle relazioni professionali e personali.

Inoltre, chi conosce più lingue ha un vantaggio strategico perché può interagire senza intermediari digitali, dimostrando competenze più solide rispetto ai candidati che si affidano esclusivamente all’IA.

L’intelligenza artificiale sta rivoluzionando anche l’altra faccia della medaglia, il recruiting, ottimizzando lo screening dei CV ed accelerando il processo di selezione.

Secondo un report di Gartner, entro il 2025 l’80% delle imprese utilizzerà strumenti di AI-driven talent acquisition.

Tuttavia, il rischio è evidente: possiamo davvero affidarci solo agli algoritmi per valutare competenze chiave come quelle linguistiche?

Le lingue non sono solo una skill da inserire nel CV per essere più competitivi.

In un mondo sempre più globalizzato, la capacità di comunicare con clienti e partner stranieri è un asset strategico per le aziende.

Eppure, con l’uso crescente di strumenti come traduttori automatici e chatbot avanzati, esiste il rischio che le competenze linguistiche reali vengano sovrastimate o, peggio, date per scontate.

“L’IA” – afferma Elisa Fagotto, candidate manager Openjobmetis Spa“analizza keyword, certificazioni ed esperienze, ma può trascurare il contesto. Non basta scrivere ‘fluente in inglese’ nel CV. La vera domanda è: quando e come ha usato questa lingua? In una trattativa? Scrivendo un report tecnico? Collaborando in un team internazionale? L’esperienza vissuta pesa più di una certificazione. Gli strumenti di valutazione linguistica sono utili e l’IA è un prezioso alleato, ma il valore di un talento si riconosce nell’interazione reale. Non possiamo delegare completamente alle nuove tecnologie la nostra capacità di valutazione: la vera sfida per il settore HR sarà trovare il giusto equilibrio fra automazione ed esperienza umana, evitando di cadere nella trappola dell’eccessiva semplificazione.”

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