“L’anestesista mi ha mandato in overdose da Fentanyl: in quel limbo tra la vita e la morte non c’era Dio, era solo tutto bianco”: il racconto choc di James

James B. racconta al Daily Mail l'esperienza di pre-morte vissuta durante un'operazione: "Credevo di aver sbagliato qualcosa" L'articolo “L’anestesista mi ha mandato in overdose da Fentanyl: in quel limbo tra la vita e la morte non c’era Dio, era solo tutto bianco”: il racconto choc di James proviene da Il Fatto Quotidiano.

Feb 18, 2025 - 11:44
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“L’anestesista mi ha mandato in overdose da Fentanyl: in quel limbo tra la vita e la morte non c’era Dio, era solo tutto bianco”: il racconto choc di James

Doveva essere un’operazione di routine. Invece, James B., giovane paziente inglese, si è ritrovato a lottare in un limbo tra la vita e la morte. E’ stato lui stesso a raccontare al Daily Mail quanto gli è accaduto durante un intervento per l’asportazione della cistifellea. A ridurlo in fin di vita è stata una dose massiccia di Fentanyl, un potente oppioide prodotto da sintesi chimica usato come anestetico. James è andato in un ospedale inglese per quella che doveva essere un’operazione di routine, la rimozione della cistifellea. “Avevo letto tutto quello che potevo per prepararmi, ma stavo comunque andando verso l’ignoto“, racconta. L’anestesista lo aveva rassicurato, spiegandogli il processo e facendogli un po’ di conversazione. Poi, il buio: “Non c’è stato il conto alla rovescia da dieci. Mi hanno messo una maschera e sono precipitato nell’oscurità”.

Il risveglio, in un grande reparto bianco, è confuso: “Ero fatto. Ero sobrio quando sono entrato e al risveglio non mi sentivo affatto bene”. Quattro fori nell’addome, coperti da bende, confermano che l’operazione è stata eseguita: “‘Bene’, ho pensato, ‘È fatta’”. Ma il peggio doveva ancora venire. Improvvisamente, inizia a provare un forte dolore alle spalle e allo stomaco che aumenta sempre più. A quel punto, senza che ancora fosse lucido, l’anestesista gli somministra una dose di Fentanyl, un potente oppioide. James si addormenta e cade in uno stato di “catatonia“: “Era una sensazione calda e confusa, ma difficile da collocare rispetto al mio riferimento di codeina e tramadolo”.

È in questo stato di alterazione che l’infermiera torna di corsa: “James, devi respirare. Non stai respirando”. James si rende conto che qualcosa non va, ma non riesce a reagire: è completamente privo di sensi, precipitato in un limbo tra la vita e ma morte. “Potevo solo pensare e continuare a fissare quello stupido orologio mentre le persone iniziavano a muoversi intorno a me”. “Sapevo che non era una richiesta normale”, racconta James, ripercorrendo quei momenti drammatici. “In una nebbia di anestetico e fentanyl, ho pensato di aver fatto qualcosa di sbagliato”. Poi, il tentativo di reagire: “Oh, sì”, ho pensato. “Dovrei respirare. Ma non riesco proprio a farlo scusa”. Il suo corpo non rispondeva: “Non riuscivo a muovermi. Non riuscivo a rispondere”.

I pensieri, in quei momenti concitati, corrono ai genitori, poi svaniscono: “Potevo solo osservare mentre il mio mondo diventava bianco. La mia vita non mi è passata davanti agli occhi. Non ho visto Dio. C’era solo il bianco“. E la rassegnazione: “Oh bene”, ho pensato. “Immagino che sia finita così”. Dopo un altro intervallo di silenzio, James riprende conoscenza. L’infermiera gli dice che la pressione sanguigna sta scendendo, ma che c’è ancora da fare: “Il mio cervello poteva essere assente, ma il mio cuore stava facendo il possibile per pompare ossigeno nel corpo. Un respiro affannoso. Mi avevano messo un respiratore per erogare ossigeno. Il freddo di un liquido estraneo scorreva attraverso la cannula e nelle mie vene”. Segue una seconda dose di fentanyl, e un’altra discesa nell’incoscienza: “Di nuovo, dovevo respirare. Di nuovo, c’era un respiratore e persone intorno a me, e poi la vita”.

James si stabilizza, e solo allora inizia a riflettere su quanto accaduto: “Ero al sicuro. Ero nel posto giusto. Forse avevo sognato tutto. Non sentivo dolore, non sentivo proprio nulla“, ricorda ancora. “La depressione respiratoria […] può anche essere trattata con una serie di meccanismi presenti negli ospedali, compresi i respiratori. Probabilmente stavo bene, qualunque cosa stesse succedendo”. Alla fine, il suo corpo ha smaltito l’anestesia e lui pian piano ha ripreso conoscenza ed è tornato a respirare in modo naturale: “Sono tornato in camera mia e ricordo vagamente il chirurgo che è venuto a dirmi che l’operazione è andata liscia”, conclude. “Sono passate poco più di due settimane. I tagli stanno guarendo. La medicazione sta diminuendo. E non soffro più a causa della mia cistifellea. Ne è valsa la pena”. Ma, aggiunge, “la sensazione di non avere il controllo mi è rimasta addosso. Per chi non è abituato è stata un’esperienza senza paragoni. Era difficile intuire che probabilmente stavo bene”

Un’esperienza, la sua, che lo ha segnato profondamente, e che lo ha portato a riflettere sulla potenza, e sui rischi, del fentanyl, un farmaco “incredibilmente efficace” in ambito medico, ma anche una droga devastante, spesso tagliata con altre sostanze illecite e responsabile di migliaia di morti per overdose negli Stati Uniti.

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