L’amica più cara. Suor Genevieve arriva per prima

Il pianto della religiosa delle ‘Piccole sorelle di Gesù’. È rimasta a lungo di fronte al feretro di Bergoglio.

Apr 24, 2025 - 07:21
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L’amica più cara. Suor Genevieve arriva per prima

di Nina Fabrizio
CITTà DEL VATICANO
Papa Francesco non aveva una famiglia pontificia vera e propria com’era il caso ad esempio del predecessore Benedetto XVI che condivideva la quotidianità con il segretario mons. Georg Gaenswein e le Memores domini. Francesco ha sempre voluto che i suoi segretari personali rispettassero i turni quinquennali in modo da non creare mai delle concentrazioni, anche involontarie, di potere nelle stesse persone. Tuttavia aveva persone alle quali era più affezionato magari che ad altre, amici e amiche fraterne e tra queste c’era senz’altro Suor Genevieve Jeanningros, Piccola sorella di Gesù, che non solo è stata la prima ieri mattina a comparire davanti al feretro di Papa Francesco non appena è stato esposto nella basilica di San Pietro, ma è stata quasi sempre presente discretamente anche durante la sua degenza al Gemelli.

Suor Genevieve ha una storia personale che è essa stessa una sorta di Vangelo vivente: per 56 anni ha vissuto accanto alla comunità Lgbtq+ e ai giostrai del Luna Park di Ostia Lido. La sua casa è stata a lungo una roulotte fianco a fianco a quelle dei cistercensi dove era riuscita a portare lo stesso Bergoglio. Il suo pianto silenzioso ma incessante, il suo volto ripiegato in una smorfia di smarrimento e di incredulità in una sosta quasi ostinata e prolungata davanti alla bara, sono apparsi subito rispecchiare lo stesso dolore muto di quello che negli ultimi anni è stato l’entourage di Francesco. I problemi al ginocchio prima, l’immobilità in sedia a rotelle, l’insorgere della bronchite cronica poi avevano infatti costretto Francesco a doversi affidare ad un ristretto gruppo di persone con il quale alla fine ha intrecciato un rapporto estremamente filiale: l’infermiere personale Massimiliano Strappetti, l’altro infermiere Andrea Rinaldi, ma anche i segretari, Don Fabio Salerno e don Juan Cruz Villalon.

Nella cappella di Santa Marta prima della traslazione, dove si sono raccolte le persone che erano più a stretto contatto con lui, anche Sandro Mariotti detto Sandrone, laico fidatissimo di Bergoglio sempre pronto ad anticipare le sue mosse, a sorreggerlo, a prendergli la borsa nei tanti viaggi e nelle tante visite. Anche ai medici Luigi Carbone e il professor Andrea Arcangeli si era molto affezionato. Non ultimi i gendarmi, che erano gli unici ad avere le chiavi dell’appartamento pontificio al Gemelli. Nessuno di questi ha rilasciato interviste o commenti, troppo dolore per ora da elaborare.