L’agenda dell’Umanità, la vera eredità di Francesco | L’intervento di Stefano Laporta

“La terra, nostra casa, è un bene comune, appartenente a tutti e destinato a tutti”.(Papa Francesco) La connessione tra ambiente e spiritualità si fa sempre più evidente. In un mondo segnato dall’inquinamento, dal consumo insostenibile e dalla perdita di biodiversità, riscoprire il legame profondo con la terra, gli elementi naturali e la natura non è […] L'articolo L’agenda dell’Umanità, la vera eredità di Francesco | L’intervento di Stefano Laporta proviene da Osservatorio Riparte l'Italia.

Mag 6, 2025 - 07:54
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L’agenda dell’Umanità, la vera eredità di Francesco | L’intervento di Stefano Laporta

“La terra, nostra casa, è un bene comune, appartenente a tutti e destinato a tutti”.
(Papa Francesco)

La connessione tra ambiente e spiritualità si fa sempre più evidente.

In un mondo segnato dall’inquinamento, dal consumo insostenibile e dalla perdita di biodiversità, riscoprire il legame profondo con la terra, gli elementi naturali e la natura non è solo una necessità ecologica, ma anche un percorso spirituale.

È solo riscoprendo questa connessione che possiamo trasformare la nostra relazione con il pianeta in un atto di cura e rispetto.

Un contributo chiesto a gran voce, e in più occasioni, proprio dal Sommo Pontefice.

In ogni sua azione, e in ogni sua riflessione, Papa Francesco si misura con i grandi problemi della contemporaneità, in una prospettiva che guarda soprattutto a coloro che sono messi ai margini e agli esclusi.

Se da un lato sono chiari i gravi impatti del cambiamento climatico prodotti dal comportamento dell’uomo, la cronaca quotidiana relativa ai fenomeni naturali, che incidono sulla qualità della vita dei cittadini, ci dice che la più esposta e la più vulnerabile è quella parte di popolazione meno responsabile della crisi.

Con la domanda “lavoriamo per una cultura della vita o della morte?”, inserita nel discorso del Santo Padre che venne letto alla Cop28 di Dubai nel 2023, il Pontefice ricorda che “non è colpa dei poveri, perché la quasi metà del mondo, la più indigente, è responsabile di appena il 10% delle emissioni inquinanti, mentre il divario tra i pochi agiati e molti disagiati non è mai stato così abissale. Questi sono in realtà le vittime di quanto accade”.

Il cuore del messaggio del Papa rivolto alla conferenza Onu sul clima racchiude il suo pensiero sul tema dell’“ecologia integrale” e “cristiana”, che comprende le interazioni tra l’ambiente naturale, la società e le sue culture, le istituzioni, l’economia.

Una visione che mette la Chiesa, le istituzioni e i singoli di fronte alle loro responsabilità.

Il nostro ruolo, in vista di un obiettivo comune, non si concretizza solo nell’adempimento di un compito, di un lavoro, di un servizio: c’è qualcosa di più.

Un di più che, per chi crede, assume anche un carattere spirituale e teologico, ma che, per chi non crede, chiama in causa una responsabilità superiore nella tutela dell’ambiente, del pianeta, nel rispetto della dignità umana.

Come presidente di Ispra e del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (Snpa), come prefetto, come cristiano, sento forte questa responsabilità, che non è esclusivamente singola ma collettiva: è una forza di comunione civile che ci spinge verso la costruzione di una nuova visione di società e verso un’opera di sensibilizzazione che, come Istituto e come Sistema, cerchiamo di portare avanti in ogni nostro intervento.

Lo facciamo con un impegno quotidiano su tutto il territorio e tutte le matrici ambientali, a protezione dell’ambiente e dei cittadini, attraverso il monitoraggio costante dell’ambiente, i controlli, le valutazioni, le analisi dei nostri laboratori, promuovendo l’economia circolare e la cultura ambientale, monitorando le connessioni tra ambiente e salute.

Questo è il nostro impegno e le parole di Papa Francesco ci aiutano a rinforzare la nostra missione, ma non solo: ci spingono a nuove riflessioni, personali e collettive, su come migliorare e progredire nella tutela della nostra casa comune.

Ricordo una riflessione fatta al termine di un incontro tra Papa Francesco e i prefetti; in quella occasione il Pontefice, a proposito delle frequenti emergenze idrogeologiche, ha ammirato le qualità dei nostri connazionali, che soprattutto nelle difficoltà sanno unirsi in modo esemplare.

La riflessione fu questa: una visione lucida, strategica, sistematica, orientata all’attivismo, alla democrazia partecipata, alla realizzazione di una preghiera non solo cristiana ma sociale, che ci impedisce di considerare la natura come qualcosa di separato da noi o come una mera cornice della nostra vita.

Ecco, io credo che il pensiero di Papa Francesco, la sua “Agenda dell’Umanità”, abbia un impatto dirompente nella costruzione di un impegno sociale rivolto al sentire e al bene comune, principio che rappresenta l’infrastruttura dell’esortazione di Papa Francesco, quale politica dell’impegno, a qualunque livello esso sia sostenuto.

Sono convinto che per raggiungere questo obiettivo e contrastare la crisi climatica non siano sufficienti tutti gli sforzi economici e tecnici, che pure vanno messi in campo.

È indispensabile che siano accompagnati da un percorso educativo che impatti positivamente sugli stili di vita e dei mezzi di produzione e consumo per arrivare a un nuovo modello di cooperazione, di “fraternità” se vogliamo riprendere l’insegnamento di San Francesco, e al rafforzamento dell’alleanza imprescindibile tra uomo e ambiente.

Un’ultima considerazione: sempre nel discorso del Papa letto a Dubai, il Pontefice sostenne che la devastazione del creato è un’offesa a Dio, un grave pericolo che incombe su ciascuno e che rischia di scatenare un conflitto tra le generazioni.

Lo sguardo del Pontefice è orientato al futuro, alle generazioni che vivranno gli effetti delle nostre scelte, perché sa che sono le scelte degli uomini di oggi a dare forma al futuro e offre ricette concrete: auspica la transizione ecologica attraverso forme che abbiano tre caratteristiche: siano efficienti, vincolanti, facilmente monitorabili.

Individua quattro campi di realizzazione: efficienza energetica, fonti rinnovabili, eliminazione dei combustibili fossili, educazione a stili di vita meno dipendenti da questi ultimi.

Un programma semplice e chiaro, allo stesso tempo una sfida epocale.

Ed è proprio in considerazione dello stretto legame tra ambiente e spiritualità che il Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente ha voluto e realizzato l’iniziativa “Filo Verde per un Giubileo Sostenibile”, che vedrà svolgersi su tutto il territorio nazionale una serie di eventi realizzati dalle Agenzie Regionali per la Protezione dell’Ambiente.

Si tratta di incontri, seminari, percorsi naturali, celebrazioni cittadine, che rappresentano l’occasione per mettere in campo a livello territoriale, e in accordo con le Diocesi locali, attività di comunicazione e sensibilizzazione di tutti i cittadini, dei ragazzi e dei giovani in particolare, che coinvolgano i temi ambientali e quelli della fede, l’ecologia e il creato, la scienza e la religione.

Cornice ideale per tali iniziative, il Snpa si è voluto riferire al percorso giubilare 2025, in unione ideale con i “pellegrini di speranza”, per creare spazi di riflessione e approfondimenti sulla pace e sul creato, sulla sostenibilità ambientale ed economica delle nostre scelte, sulla crescita spirituale ed ecologica dei giovani.

L’incontro conclusivo a Roma, alla fine di ottobre, riunirà attorno all’argomento “Ambiente e Creato” una riflessione approfondita e autorevole, che prende spunto dall’Esortazione apostolica “Laudate Deum” e dall’Enciclica “Laudato Si’” di Papa Francesco, come occasione per incrociare ed interconnettere i ragionamenti con quanto emerge dalle ricerche scientifiche, dalle politiche, dalla percezione dei cittadini e in particolare dei ragazzi, riguardo alla globalità delle azioni umane nel contesto ecologico e della fede.

(Pubblicato sull’Osservatorio Romano)

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