La Ue striglia Israele: “Diritto alla difesa. Ma ha superato i limiti”
Da Kallas la condanna dei raid sull’ospedale di Gaza. Accolto con favore il piano arabo per la ricostruzione di Gaza, ma “mancano tre elementi importanti: finanziamenti, sicurezza e governance”. Spiragli sulla mediazione

Tel Aviv, 15 aprile 2025 – “Israele ha il diritto di difendersi, ma le sue azioni attuali vanno oltre l’autodifesa proporzionata”. È una critica bruciante all’offensiva di Tel Aviv nella Striscia quella mossa dall’Alta rappresentante della Ue per la Politica estera, Kaja Kallas, in conferenza stampa ieri al termine del Consiglio esteri Ue. Parole che arrivano all’indomani dei raid israeliani che hanno preso di mira l’ospedale battista Al-Ahli di Gaza City durante la notte, distruggendo il pronto soccorso e il reparto di accoglienza e danneggiando altre strutture. Per Tel Aviv il nosocomio ospitava una centrale di comando di Hamas.
“Per quanto riguarda la situazione generale a Gaza, è molto grave – ha aggiunto Kallas –. Naturalmente vogliamo davvero che i mediatori tornino al tavolo dei negoziati, ripristinino il cessate il fuoco e garantiscano il rilascio di tutti gli ostaggi. Gli aiuti umanitari che stiamo fornendo a Gaza e ai palestinesi non dovrebbero essere politicizzati. Questo significa che devono raggiungere le persone che ne hanno bisogno”. L’Alta rappresentante ha poi accolto con favore il piano arabo per la ricostruzione di Gaza, sottolineando tuttavia come “allo stesso tempo mancano tre elementi importanti: finanziamenti, sicurezza e governance di Gaza”. Ieri la Commissione Ue ha annunciato un programma pluriennale di sostegno globale per la Palestina, del valore massimo di 1,6 miliardi di euro. Il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa lo ha definito un segno dell’impegno dell’Ue e ha ribadito il sostegno alla soluzione dei due Stati.
In tema di negoziati si intravede qualche spiraglio. Nelle ultime ore si è appreso che Hamas sta esaminando la proposta di un accordo che prevede il rilascio di 10 ostaggi israeliani in cambio di 45 giorni di cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Lo ha dichiarato un alto funzionario di Hamas al canale televisivo libanese Al-Mayadeen. Tra i rapiti che verrebbero rilasciati in base a questo accordo c’è il soldato Edan Alexander che ha la doppia cittadinanza israeliana e americana.
In precedenza il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu aveva detto ai genitori di Eitan Mor che il suo governo stava lavorando a un accordo per il rilascio di dieci ostaggi, compreso lui. Hamas, come ha spiegato l’alto funzionario, non ha ancora risposto formalmente alla proposta. Nei dettagli, questa prevede che durante i 45 giorni di tregua i valichi di frontiera nella Striscia di Gaza vengano aperti per consentire l’ingresso di aiuti umanitari alle condizioni stabilite da Israele. La proposta prevede anche che le forze dell’Idf si ritirino dalle aree in cui sono rientrate dalla ripresa dei combattimenti all’inizio di marzo.
Nel frattempo le Nazioni Unite tornano a lanciare l’allarme umanitario. La situazione nella Striscia di Gaza è “probabilmente la peggiore dall’inizio della guerra.