La terza via di Papa Leone XIV. “Ora Trump non è l’americano più importante”
Lo storico Melloni: “Prevost ha scelto il nome del frate amico di Francesco. Che Pontefice sarà lo vedremo, ma non cancellerà le innovazioni di Bergoglio”

Roma, 10 maggio 2025 – Come sarà il nuovo Papa? Che cosa possiamo o dobbiamo aspettarci?
“Ci aspettiamo un Papa che continui a essere un Papa conuna vocazione, un’obbligazione di tipo pastorale, anche se con il suo stile. Un Papa che non ha dato ragione a chi pensava che il conclave dovesse avere come antagonista la figura di Francesco. Per cui dobbiamo attenderci un papato che non è la prosecuzione di quello di Francesco, ma anche un Papa che non pensa che la cosa principale, la prima cosa da fare, sia quella di rovesciare, ribaltare e cancellare quelle che sono state le decisioni e quello che è stato lo stile di Francesco".
Alberto Melloni, uno dei più autorevoli storici delle religioni e del Cristianesimo, analista puntuale della Chiesa e della Curia, spiega che quello che è accaduto fino a oggi può essere già più di una traccia per orientarci sul futuro della missione di Leone XIV.
Professore, guardando ai segni e ai segnali, Papa Leone ha cambiato, però, il modo di presentarsi rispetto a Papa Francesco: che significato ha?
“Il Papa è il conditor legis: quindi le cose che fa sono la norma alla quale attenersi. E Papa Leone si è presentato con il suo stile. Non ha creduto di dover seguire l’esempio di Francesco indossando soltanto la talare bianca senza niente sopra, ma va anche detto che quelli che ha indossato, la mantellina e la stola, non sono i segni del Papa Re, che erano tutti altri, ma sono i segni del parroco, del pastore in cura d’anime che porta la stola. È l’immagine, che tutti quanti ricordiamo, dei parroci che facevano le benedizioni pasquali nelle nostre case un tempo".
Quale indicazione possiamo trarre, invece, dal nome scelto?
"È un nome che ha dentro vari significati, uno non papale, perché frate Leone è nella tradizione francescana l’amico di Francesco, il frate del cuore di Francesco. D’altronde un nome di Papa che ha tanti precedenti alle spalle porta dentro tutto, perché c’è il Leone Magno che ha fermato Attila con unapolitica disarmata e disarmante, come ha detto lui ieri, c’è il Leone III che ha incoronato Carlo Magno, c’è il Leone che ha scomunicato Martino Lutero, che era un frate agostiniano. E c’è ovviamente il Leone XIII che tutti quanti hanno ricordato, che è quello che ha salvato i frati agostiniani dalla dispersione e che è il Papa della dottrina sociale della Chiesa. Questi nomi costituiscono riferimenti più o meno lontani e più o meno remoti: sono le stelle con le quali il navigatore potrà fare la sua rotta e indicarci qualcosa della sua rotta, ma la sua rotta sarà quaggiù, non sarà quella fra le stelle”.
Arriviamo al Papa ‘americano’: in termini geopolitici quale potrà essere il suo impatto?
"Diciamo che l’essere americano permette di mettere a fuoco una caratteristica più generale del nuovo Papa, perché Prevost in ciascuna delle cose che lo connotano ha due colori al suo interno. È un Papa statunitense, naturalmente, è nato a Chicago, ma è anche un Papa che deve la sua esperienza pastorale al Perù e all’America Latina, come Francesco, tant’è che ieri nel suo discorso, non cortissimo, ha usato l’italiano e lo spagnolo, ma non l’inglese. Al tempo stesso è un Papa prefetto di Curia, la stessa cosa di Ratzinger, però non ha mai fatto una carriera curiale. È un religioso, non un prete secolare, come si dice in termine tecnico, però non viene da un grande ordine, ma da una piccola famiglia di frati, come quella agostiniana, e questo dà un po’ la misura di quello che c’è nella sua persona. In ogni caso, di sicuro l’elezione di Papa americano ha avuto due effetti che si possono indovinare”.
Quali?
"Ne ha avuto uno oggettivo indiscutibile: da ieri Donald Trump è il secondo americano più importante al mondo. Ha perso un primato al quale teneva e nel quale si era anche espresso in un modo molto vibrato. Dall’altra parte la sua elezione ci dice che è davvero finito il tempo della seconda guerra mondiale. Gli 80anni che oggi celebriamo dalla fine del conflitto mondiale sono stati 80 anni nei quali c’erano anche dentro il conclave alcune cose che erano parte delle conseguenze mentali di quell’evento”.
A che cosa si riferisce?
"C’era il fatto che non si facevano Papi americani perché non si facevano Papi di una grande potenza, come non si facevano Papi francesi per il colonialismo. Questo paradigma è caduto. E per la prima volta abbiamo un Papa nato dopo la seconda guerra mondiale”.
C’è chi prevede che Papa Leone possa essere un Papa progressista nel sociale e conservatore nella dottrina.
“Fin da ieri è stata avanzata questa idea che Papa Leone sarà un Papa progressista in materia di dottrina sociale e conservatore in materia di dottrina morale. Questo lo vedremo: non c’è motivo di indovinarlo troppo perché alla fine sarà una cosa che verrà fuori. Spero, però, che non ritorni la distinzione un po’ stucchevole, usata per Papa Francesco, secondo la quale si diceva che Papa Francesco cambiava la pastorale, ma non la dottrina. E invece la dottrina evolve, cambia nel tempo e dunque anche la dottrina conosce cose che non sono adattamenti, ma comprensioni più profonde dell’Evangelo”.
Qual è, invece, la sua convinzione sulle posizioni di dottrina morale di Papa Leone?
"Di sicuro, in base alle cose che ha detto in pubblico, Prevost ha avuto una posizione più cauta nel prendere partito su alcune questioni, soprattutto su un tema che è decisivo oggi perle Chiese: quello dell’atteggiamento davanti alle persone Lgbtq e davanti all’affetto tra persone dello stesso sesso. Vedremo come questo verrà tradotto all’interno dei suoi atti. Di sicuro l’atteggiamento che ha avuto nei confronti di Papa Francesco fa pensare che non farà domani un chirografo per abrogare la Fiducia Supplicans, la norma he concede ai parroci la possibilità di benedire l’amore tra persone dello stesso sesso, ma non sarà neanche il Papa che domani trasporrà la Fiducia Supplicans in un libro liturgico apostolico per la benedizione delle coppie gay”.
Con quale corollario?
"Ci possiamo aspettare un Papa che terrà conto del fatto che qualcuno è rimasto, se così posso dire, sinceramente sorpreso da alcune scelte. Ma questa cosa non sarà l’occasione di un conflitto tra conservatori e progressisti. Non a caso una cosa importante che Leone ha detto ieri è stata la fedeltà al metodo sinodale, all’idea che la Chiesa risolve le cose non attraverso l’uso dell’autorità, ma attraverso il metodo sinodale”.