La storia del 25 Aprile: 80 anni di Festa della Liberazione

Cosa è successo il 25 aprile 1945 e perché è diventata la Festa Nazionale: data simbolo della Resistenza italiana e della fine dell’occupazione nazifascista

Apr 24, 2025 - 15:56
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La storia del 25 Aprile: 80 anni di Festa della Liberazione

Roma, 24 aprile 2025 – Il 25 aprile 2025 ricorrono ottant’anni dalla Liberazione dell’Italia dal nazifascismo. In realtà, la data che non corrisponde alla fine ufficiale della Seconda guerra mondiale, tuttavia è stata scelta come simbolo di un passaggio fondamentale: la riconquista della libertà dopo vent’anni di dittatura fascista e due di occupazione tedesca.

Quel giorno, nel 1945, il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia ordinò l’insurrezione armata nei territori ancora occupati, sancendo l’avvio della ritirata tedesca e la caduta definitiva del regime. Sono passati 80 anni da allora, eppure ancora tanto c’è da comprendere e ragionare riguardo alla coscienza critica, la guerra e la Storia.

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Perché il 25 aprile è diventato festa nazionale

La scelta di celebrare la Liberazione proprio il 25 aprile nasce da un momento preciso della storia italiana. Nella primavera del 1945, le formazioni partigiane, coordinate dal CLNAI, ricevettero l’ordine di attaccare le forze tedesche e fasciste ancora presenti nel Nord Italia. Quel giorno fu proclamata l’insurrezione generale e Milano, una delle capitali simboliche della Resistenza, venne liberata. A seguire, anche Torino, Genova e molte altre città del nord insorsero e furono progressivamente liberate.

La resa incondizionata delle truppe tedesche in Italia sarebbe stata firmata qualche giorno più tardi, il 29 aprile, ma il 25 rappresentò l’atto politico e simbolico decisivo. Per questo, nel dopoguerra, si decise di rendere quella data festa nazionale, con un decreto firmato nel 1946 dal governo guidato da Alcide De Gasperi. La legge definitiva che istituiva il 25 aprile come festa della Repubblica arrivò nel 1949.

Una ricorrenza unica nel panorama europeo

A differenza di quanto avviene in altri Paesi europei, che ricordano la fine del secondo conflitto mondiale con il giorno della resa della Germania, 8 maggio in Francia e nel Regno Unito, 9 maggio in Russia, l’Italia ha voluto mettere al centro il ruolo attivo della propria popolazione.

Il 25 aprile, infatti, non celebra la vittoria degli Alleati, bensì la scelta autonoma di un popolo che ha combattuto per liberarsi da un regime totalitario e da un’occupazione straniera. È per questo che il 25 aprile ha un significato speciale: racconta una rinascita, un risveglio, una presa di coscienza politica e civile.

Ecco cosa accadde

Quel giorno di ottant’anni fa il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI), con sede a Milano, emanò un ordine ufficiale rivolto a tutte le forze partigiane per insorgere contro le truppe tedesche e fasciste, con l’obiettivo di liberare le principali città del nord prima dell’arrivo degli Alleati.

Nel comunicato si leggeva:

“Il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia proclama l’insurrezione generale in tutti i territori ancora occupati dai nazifascisti. Ai patrioti di ogni formazione e partito, agli operai in sciopero, ai cittadini tutti si ordina di attaccare il nemico ovunque si trovi...”

L’insurrezione, politica e militare, segnò l’inizio della liberazione immediata e autonoma di città come Milano, liberata il 25 aprile stesso, Torino, Genova, senza attendere la conclusione formale delle ostilità, che sarebbe arrivata solo nei giorni successivi.

Come fu trasmesso il comunicato del CLNAI il 25 aprile 1945?

In molte zone il messaggio fu stampato in ciclostile e distribuito a mano attraverso le staffette partigiane, donne e giovani che percorrevano chilometri a piedi o in bicicletta per portare ordini, armi, documenti e notizie. Il testo fu letto e trascritto in vari punti strategici, come fabbriche, piazze, caserme.

Centrale fu il ruolo di Radio Milano Libera, una stazione radio clandestina messa in funzione proprio dai partigiani a Milano. Il 25 aprile 1945 trasmise per la prima volta un messaggio ufficiale del CLNAI rivolto alla popolazione:

“Cittadini! Cittadine! Operai! Contadini! Intellettuali! Tutti unitevi per la lotta finale. L’ora della libertà è scoccata”

La trasmissione raggiunse diversi territori vicini e fu un segnale per dare avvio alle operazioni coordinate. La rete della Resistenza, divisa in brigate e comandi locali, era già pronta da tempo per un’azione del genere. Il CLNAI aveva preparato in anticipo il piano per l’insurrezione: appena arrivato l’ordine, i comandi locali lo diffusero rapidamente attraverso capi squadra, comitati locali e sezioni cittadine.

La Resistenza e la nascita della democrazia

La Resistenza italiana fu un movimento popolare, spontaneo e multiforme, composto da uomini e donne di ogni età ed estrazione sociale. Dopo l’8 settembre 1943, quando l’Italia firmò l’armistizio con gli Alleati, il Paese si trovò diviso in due: a sud, il Regno del Sud, alleato degli angloamericani; a nord, la Repubblica Sociale Italiana, appoggiata militarmente dalla Germania. In questo contesto nacquero le brigate partigiane, che operarono in montagna, nelle campagne e nelle città.

Fu una guerra di liberazione combattuta su più fronti: militare, culturale, etico. Alla Resistenza presero parte comunisti, socialisti, cattolici, azionisti, monarchici, liberali, ma anche semplici cittadini che non accettavano di vivere sotto un regime violento e antidemocratico. Senza la Resistenza, l’Italia non avrebbe potuto rifondarsi su basi nuove e scegliere, con il referendum del 2 giugno 1946, la Repubblica.

Ottant’anni dopo: memoria viva e partecipazione

Nel 2025 l’Italia celebra l’ottantesimo anniversario della Liberazione con un calendario fitto di eventi. A Milano, città simbolo della Resistenza, il corteo attraversa il centro storico fino a piazza Duomo, dove si tengono letture, interventi e momenti musicali. Torino ospita la tradizionale fiaccolata del 24 aprile e apre al pubblico le sedi storiche della Resistenza. Roma rende omaggio ai caduti con le cerimonie ufficiali al Quirinale e all’Altare della Patria, mentre nei quartieri si organizzano spettacoli, proiezioni e incontri dedicati alla memoria. In Emilia-Romagna, da Rimini a Piacenza, si tengono conferenze, laboratori e mostre fino a giugno, con il coinvolgimento di scuole e istituzioni locali. A Cervia è programmato il concerto della Liberazione, che animerà la Torre San Michele per l’intera serata.

Per l’occasione molti musei e parchi archeologici statali saranno aperti gratuitamente, con percorsi tematici dedicati alla Resistenza e alla storia del Novecento. Per il 25 aprile l’ANPI, Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, promuove iniziative in tutta la penisola, con progetti interattivi, mostre itineranti e cammini della memoria.

Ma è bene ricordare che il senso della Festa del 25 aprile non è nel passato, bensì nel presente e nella capacità di costruire coscienza critica, a livello personale e sociale. Mai come nell’80esimo anniversario del 25 aprile è importante ricordare anche i conflitti che sono ancora in corso in tanti luoghi del mondo. In un tempo in cui i valori costituzionali rischiano di essere dati per scontati, il 25 aprile resta un giorno necessario per ricordare che la libertà non è mai un dono, ma una conquista. Dentro alla libertà c’è il difficile e doloroso processo di liberazione, lungo e faticoso, che corrisponde al cammino della coscienza, personale e civile.