La propaganda menzognera
Leggo sempre gli articoli degli intellettuali organici alle lobby delle armi e alla politica estera della NATO. Naturalmente evito di pensare che scrivano volontariamente menzogne propagandistiche in quanto essere funzionali al […]

Leggo sempre gli articoli degli intellettuali organici alle lobby delle armi e alla politica estera della NATO. Naturalmente evito di pensare che scrivano volontariamente menzogne propagandistiche in quanto essere funzionali al sistema ha molti ritorni positivi: visibilità, rispetto, prebende, carriera, riconoscimento della maggioranza. Benefici a cui i cosiddetti filo-putiniani hanno rinunciato senza naturalmente ottenere alcun compenso simbolico o materiale dai Paesi considerati nemici dall’Occidente: Russia, Cina, molti Stati del Sud globale. Una verità che dovrebbe saltare agli occhi di tutti nella sua evidenza e che a mio avviso non necessita di pubblicazioni ad hoc.
Evito quindi pensieri maliziosi e leggo con occhi candidi quanto scrive Galli della Loggia sul Corriere della sera il 4 aprile 2025 mentre ancora la morte di Papa Francesco, che ha sempre invocato la pace, scuote le coscienze. Voglio credere che l’editorialista in parola esprima in buona fede le sue convinzioni.
Egli parte dal sondaggio che vede la maggioranza degli italiani a favore della pace in Ucraina. Pur comprendendone le ragioni, rivendica l’autonomia della politica, degli esperti della politica identificati tout court con i dirigenti politici occidentali. Competerebbe ad essi informare il gregge incolto su cosa sia in gioco in Ucraina, la vittoria della libertà contro un nuovo Hitler che vuole conquistare l’Europa. Renderli edotti sulle malefatte di un autocrate, un demone, che uccide tutti gli oppositori politici e corrompe la stampa internazionale per diffondere la sua disinformazione. La conclusione sarebbe che i cittadini ben informati, con una loro moralità, dovrebbero opporre alla naturale paura e al rifiuto della guerra, uno scatto di orgoglio e sostenere gli ucraini che vanno a morire al fronte (mentre noi li guardiamo dai nostri salotti) per difendere il loro Paese, la libertà e tutta l’Europa. Invito a leggere l’articolo e a dirmi se ho sbagliato nel riassumerlo in questi termini. Galli Della Loggia esprime chiaramente un pensiero che è modulato da molti altri editorialisti sul Corriere, sulla Repubblica e sulla Stampa: Mieli, Panebianco, Parsi, qualche mio ex collega, fino a Giannini, Cazzullo e Tocci.
Proviamo sull’esempio di Papa Francesco a ragionare con i nostri avversari. Poniamo delle domande candide e proseguiamo con osservazioni razionali.
- Fornire ai politici occidentali il privilegio di diffondere la verità ai cittadini non è tragicamente contraddittorio con i pilastri del liberalismo, con i principi costituzionali di una società pluralistica fondata sulla libera stampa e il libero pensiero?
- Poniamo che condividiamo le accuse rivolte a Putin di governare in modo autocratico, senza rispetto degli oppositori politici e corrompendo la stampa. Chiediamo se la Storia non abbia ampiamente dimostrato che la CIA con la complicità dei Presidenti USA si è macchiata di crimini molto simili a quelli di cui è imputato Putin. Consigliamo la lettura di William Blum (Killing hope: US military and CIA interventions since World War II) edito nel 2003.
- Oggi in Russia è possibile vedere la Rai CNN BBC. Negli USA è possibile ascoltare Russia TV. L’UE di Borrell e della Von der Leyen ha censurato i media russi. Si tratta di azioni orwelliane contro la cosiddetta disinformazione. Proteggere i cittadini dalla disinformazione è sempre stata la base della censura e della propaganda. Galli della Loggia non è d’accordo?
- La Russia è accusata di volere come Hitler conquistare l’Ucraina e poi l’Europa. Su quali basi storiche l’editorialista fonda questo giudizio? I parametri su cui si basava la conquista dello spazio vitale che guidava la politica estera di Hitler non sembrerebbero essere presenti in relazione all’azione di Mosca. La Russia ha territori immensi, risorse minerarie e terre rare, tasso demografico decrescente. Non ha bisogno di territori. Ha bisogno di sicurezza. Quindi di non avere una anti-Russia, come l’attuale Ucraina, uno Stato cioè che ha subito un colpo di Stato nel 2014, una penetrazione politica da parte di neocons USA ed europei; che possiede una economia succube di quella angloamericana, un esercito addestrato dagli europei e dagli USA; che dipende dall’ intelligence e dagli aiuti economici e militari occidentali; che vuole entrare nella NATO e permettere l’installazione di basi nucleari sul proprio territorio. La guerra civile è scoppiata dopo il colpo di Stato del 2014 a Kiev. L’esercito ucraino ha bombardato gli ucraini russofoni. Da Poroscenko in poi, il russo non è più riconosciuto come lingua dell’Ucraina. L’invasione russa risponde a queste minacce. Del resto perché Putin dovrebbe supplicare gli Occidentali di non far aderire l’Ucraina alla NATO se avesse intenzione di dare inizio all’invasione dei Baltici, della Polonia e degli altri Paesi NATO? Questi sono fatti, queste sono obiezioni razionali. Perché il prof. Galli della Loggia non ne tiene conto? Come mai parla del conflitto russo ucraino ignorando la storia precedente, l’espansionismo NATO, il colpo di Stato di piazza Maidan nel 2014 (a cui la Russia ha risposto con l’annessione della Crimea), la guerra civile, la mancata applicazione degli accordi di Minsk?
- Siamo sicuri che i cittadini ucraini vogliano la continuazione della guerra? Non c’è ombra di resistenza ucraina oggi se non nella mente dei dirigenti politici attuali che dal conflitto hanno tutto da guadagnare. Vogliamo condannare un giovane ucraino che si rompe le ossa per non andare al fronte e dirgli che dovrebbe mostrare il suo spirito patriottico e guerriero? Non è questa una ideologia propria del fascismo italiano?
- Sul New York Times è stato pubblicato un lungo articolo dal titolo “Partnerhip”. Invitiamo Galli della Loggia a leggerlo. Esso è una dimostrazione della guerra per procura combattuta dagli ucraini. L’ex Segretario alla Difesa USA Austin lamentava che non fossero inviati i diciottenni al fronte. Bisognava sacrificare carne fresca ucraina in dosi massicce. Gli strateghi occidentali sanno che la vittoria sul campo è preclusa. Lo ha riconosciuto Mark Milley, l’ex Capo di Stato Maggiore USA già nel 2023. L’obiettivo è tenere impegnata Mosca e erodere il suo potere. L’ex Ministro degli Esteri britannico Cameron, cooptato di nuovo al governo nonostante il disastro libico, in una riunione a Washington cercò di convincere i membri del Partito Repubblicano a continuare la guerra in Ucraina, conflitto che permetteva di utilizzare per interessi geopolitici statunitensi gli ucraini al posto dei soldati americani. Galli della Loggia contesta che l’Amministrazione Biden ha ottenuto con il conflitto benefici importanti: economici, energetici, di dominio sulla Germania e sull’Europa?
- Infine, come è possibile accusare Putin di corrompere la stampa e ignorare l’enorme influenza che le lobby degli affari e delle armi, così come la lobby ebraica hanno sulla stampa occidentale? Galli della Loggia ignora il processo di trasformazione del mondo mediatico occidentale in grandi agglomerati la cui proprietà coincide con una élite esclusiva? Nega che questo processo sia avvenuto? Che vi siano quattro agenzie di stampa in grado di formare le notizie in tempo reale? Che la professione del giornalismo sia screditata e mal pagata?
- Galli della Loggia nel suo articolo menziona l’opera di destabilizzazione che la Russia sarebbe in grado di realizzare in Moldavia o in Georgia. Invece non è al corrente del ruolo giocato dall’Occidente nelle rivoluzioni arancioni? I 5 miliardi che l’Assistant Secretary Nuland era orgogliosa di aver versato in Ucraina prima di Piazza Maidan sono considerati da Galli della Loggia finanziamenti non per la destabilizzazione di una società a scopi geopolitici? Per caso essi sono fondi per la libertà?
Sarebbe opportuno che l’editorialista affrontasse un dibattito su questi temi e ci desse delle risposte razionali. Si sarebbe altrimenti tentati a credere che le posizioni relative al conflitto russo-ucraino partono da un presupposto manicheo: noi occidentali siamo il bene democratico, la Russia è il male. La stessa azione compiuta da Washington, Bruxelles e Mosca è giudicata in modo diverso, con due pesi e due misure diverse, in virtù di una ideologia razzista, che presenta elementi di suprematismo bianco. Non dimentichiamoci che i colonialisti erano convinti di essere dalla parte giusta della storia. Con guerre e crimini facevano avanzare la civiltà nel mondo. Noi davanti alla tv, in pantofole, inneggiamo alla carneficina ucraina affinché la cosiddetta democrazia si diffonda nel mondo. Di fatto viviamo in oligarchie liberali che i conflitti in Ucraina e a Gaza trasformano man mano in società illiberali nelle quali la guerra, il genocidio, l’ingiustizia sociale e la censura sono state normalizzate.