La movida ai giorni nostri. Sempre meno discoteche. Ma si balla ovunque
Negli anni del boom economico i locali erano oltre cinquanta. Ora a tenere alta la bandiera sono la Capannina di Forte dei Marmi e il Twiga.

Tante discoteche, per tutti i gusti musicali. Affollatissime, con una clientela che nei fine settimana arrivava da tutta Italia. Divertirsi senza esagerare era un rito per giovanissimi e over quaranta. Ora il panorama della movida versiliese è ridotto ai minimi termini soprattutto se si considerano i locali da ballo come si intendevano una volta. Ora si balla negli stabilimenti balneari, nei pub, nei ristoranti ma non è la stessa cosa, soprattutto per chi, fino all’inizio degli anni Duemila, in quei ritrovi ha vissuto la parte più bella della sua vita: amori, incontri, divertimento. Nella Versilia ruggente del boom economico i locali erano ben oltre cinquanta. Ora a tenere alta la bandiera sono la Capannina del Forte e il Twiga che di recente è passato di mano. La Bussola di Focette è chiusa per un contenzioso tra la proprietà e il vecchio gestore ma lo stabilimento balneare funziona. Poi il deserto o quasi e ti si stringe il cuore. La Versilia è piena di nomi di ritrovi che solo evocarli ti fa tornare giovane. Il Carillon fu uno dei locali simbolo degli anni ruggenti, poi diventò Faruk e Fever. Oggi funziona come stabilimento balneare e ristorante. La Versilia è stata anche negli anni Novanta una capitale della musica house grazie alla Cicala a Fiumetto che si tramutò in Vogue (con musica più progressive) per poi essere assorbita dalla creazione del Twiga.
Ma il tempio degli after hours era il Kama Kama tra Viareggio e Camaiore (lo slogan era ‘il Kama ti ama’) che in precedenza aveva come denominazioni Linus e Spazio 213. Tutto finito. Non esistono più anche il Victoria (già St. Louis) lanciato dallo Zibaldone di Marco Bresciani e dalla lungimiranza del patron Renzo Sacchetti. Come non ricordare anche il Cavalluccio del Lido (con il compianto Giorgio Giordano in consolle), il Tucano poi Agorà al Lido. E’ un edificio diroccato ormai da tempo (all’inizio dal lato nord della Passeggiata di Viareggio) il Piper, il locale che Alberigo Crocetta volle nel 1965 come copia di quello di Roma. Anche qui si affermò Patty Pravo e in un leggendario cartellone del 1973 suonarono anche i Genesis che scalavano il successo. Molto ridimensionata ormai da qualche anno la movida gay a Torre del Lago. Il Frau Marlene (che ospitò la prima edizione di Miss Italia trans nel 1992) non esiste più, ci sono Mama Mia e Baddy ma l’epoca dei Mardi gras e delle folle oceaniche dei primi anni Duemila è un ricordo.
Enrico Salvadori