"Ho pregato davanti alla salma come se fossimo tutti lì"

Il cardinale, di ritorno da Roma, nell’omelia ieri a Sinalunga parla anche del conclave

Apr 23, 2025 - 06:10
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"Ho pregato davanti alla salma come se fossimo tutti lì"

"C’è un grande desiderio di essere vicini ai nostri cari, quando vengono a mancare. Il rispetto portato ad un corpo, la celebrazione del funerale. E’ quello che la Chiesa cattolica sta vivendo anche con il nostro Papa Francesco", dice il cardinale Augusto Paolo Lojudice celebrando la messa nel santuario della Madonna del rifugio a Sinalunga, in suffragio del Pontefice. Racconta della prima riunione con tutti i colleghi a Roma – "ancora non eravamo tutti, alcuni non hanno fatto in tempo venendo da molte parti del mondo" – nelle congregazioni generali. "Ci si è confrontati su tutto. E’ la prima volta che partecipo all’accompagnamento della morte di un Papa e all’elezione di uno nuovo : ho capito che si condivide tutto. Credo che sarà lo stile anche dei prossimi incontri che avremo prima del conclave che deve avvenire fra il 5 e il 10 maggio. In quei giorni, come si dice, ci rinchiuderanno e, abbandonati alla forza dello spirito santo, comprenderemo chi è il nuovo Pontefice. Chi Lui vuole, chi desidera anche se poi deve passare anche attraverso di noi".

Lojudice svela un momento più intimo: "Nella preghiera davanti alla salma di Papa Francesco ho portato le comunità delle chiese sorelle come se, idealmente, fossimo tutti lì a ricordarcelo vivo. Con la sua forza e la sua energia, con la passione forte per un Vangelo incarnato e radicale di fronte al quale non esistono scorciatoie o aggiustamenti". Ricorda che quando una persona cara se ne va non deve essere più pensata come prima, sebbene sia molto umano. "Pensiamo a Papa Francesco – invita – con le sue energie spese fino in fondo. Due poi le immagini iconiche che restano nella storia della Chiesa, il 27 marzo 2020, da solo in piazza San Pietro sotto la pioggia. E domenica che saluta il mondo, impartendo quella benedizione affaticata, quasi senza voce. Il giro in piazza, non poteva fermarsi nel chiuso di una stanza. Il segno che ci ha voluto lasciare". Ricorda che "la fede non si annuncia per favolette, ma per esperienze. Tra i tanti insegnamenti del Pontefice – sostiene - c’è che a contare non sono le idee, peggio che mai le chiacchiere, ma i fatti. La realtà, le persone, i poveri. Non potrò mai dimenticare l’impegno che dieci anni fa mi chiese, non dimenticarti dei poveri. Con me sfonda una porta aperta, l’umiltà forse ci dovremo lavorare tutta la vita perché ci saranno spinte a sentirci superiori, a criticare gli altri. Ringraziamo di aver avuto un Papa come lui in questi 12 anni che ci fatto vedere cosa vuol dire vivere il Vangelo, partire dagli ultimi, guardare la realtà con gli occhi dei bambini, di chi è vittima di violenze". Confessa, infine, di aver detto a qualche confratello cardinale in questi giorni ’non mettiamo ostacolo allo spirito santo, facciamo che sia lui ad agire in noi, a darci la luce perché la Chiesa abbia un nuovo pastore nella linea aperta da Papa Francesco. Non si torna indietro, si può andare solo avanti".

La.Valde.