La Legge di Moore è ancora attuale dopo 60 anni?

La Legge di Moore tra imprenditorialità digitale e capitalismo politico. L'analisi di Alessandro Aresu.

Apr 19, 2025 - 07:13
 0
La Legge di Moore è ancora attuale dopo 60 anni?

la Legge di Moore continua a guidare, come un ideale di crescita progressiva, l’imprenditorialità del mondo digitale, ma è costretta a indossare sempre più gli occhiali della sicurezza nazionale. L’analisi di Alessandro Aresu

Sessant’anni fa, con data 19 aprile 1965, appare sulla rivista Electronics un articolo firmato da ingegnere elettronico con una solida formazione in chimica. Si chiama Gordon E. Moore. Ha partecipato alla Fondazione di Fairchild Semiconductor, di cui dirige il laboratorio di ricerca e sviluppo dal 1959. Insieme a Robert Noyce fonderà Intel nel 1968.

Quell’articolo del 1965 dal titolo tecnico (“Cramming More Components Onto Integrated Circuits”) e dal contenuto specialistico avrà un impatto epocale, divenendo una vera e propria pietra miliare della storia successiva. Moore descrive le “meraviglie” dei circuiti integrati, e prevede, sulla base dell’esperienza recente, che il numero di componenti per circuiti integrati raddoppierà ogni anno, fino al 1975, con una forte riduzione dei costi. Prevede quindi, in sostanza, l’estensione del mercato dell’elettronica, la sua pervasività in usi sempre più diffusi.

Nessuno pensa, in quel momento, che quell’articolo tecnico avrà un’influenza debordante, visto che molti decenni più tardi si trova ancora sulle bocche di milioni di persone che operano nella tecnologia e, soprattutto, influenza miliardi di persone che la utilizzano. È Carver Mead, professore al Caltech e amico di Moore, a chiamare per la prima volta quelle previsioni “Legge di Moore”: il continuo miglioramento delle prestazioni, la continua conquista di nuovi mercati, dall’elettronica di consumo al personal computer, dai data center allo smartphone, passando per l’automotive. È una grande storia che viene raccontata anche dai principali scritti di Gordon Moore, e per festeggiare i 60 anni della “sua” Legge li ho raccolti in un volume che sarà pubblicato quest’anno da Liberilibri.

Da vari decenni viene decretata la fine della Legge di Moore. Ormai, la complessità non può più procedere con la stessa intensità della previsione iniziale di Moore, che del resto è stata rivista al ribasso, anche perché inizialmente doveva durare appena dieci anni. E poi, anche per ragioni di marketing, tutti vogliono rivendicare nuove leggi. Come ho ricordato nel mio libro “Geopolitica dell’intelligenza artificiale”, Nvidia da tempo parla della Legge di Huang (che prende il nome dal ceo Jensen Huang), per rappresentare la velocità dell’innovazione dei suoi sistemi. Aziende come OpenAI hanno diffuso la cosiddetta “legge di scala” (scaling law) o “ipotesi di scala”, per rappresentare il miglioramento dei modelli di intelligenza artificiale attraverso la crescita dell’infrastruttura di calcolo. Queste non sono leggi fisiche, ma va ricordato che nemmeno la “Legge di Moore” ha voluto esserlo. La sua pretesa era rappresentare una situazione di mercato, una tendenza dell’imprenditorialità, per guidare e stimolare lo sviluppo, per far lavorare insieme gli ingegneri, le aziende, gli imprenditori.

La vera questione è che oggi assistiamo all’incontro, o allo scontro, della Legge di Moore col capitalismo politico. Mentre le filiere tecnologiche procedono attraverso l’organizzazione e la condivisione dei progetti di lungo periodo (per esempio, le roadmap dell’industria dei semiconduttori) e la collaborazione di tanti attori (come aziende di macchinari, designer, produttori, assemblatori), le spinte politiche e verso la sicurezza nazionale inseriscono sempre nuovi ostacoli e nuove variabili nelle regole del gioco e del mercato. Dalle vendite di Nvidia in Cina, ai progetti di Huawei, fino ai macchinari di Asml o agli investimenti all’estero delle aziende taiwanesi, tutto questo pervade la discussione sulla tecnologia, ogni settimana. Tutto deve considerare il fattore politico, sempre più ingombrante. Così la Legge di Moore continua a guidare, come un ideale di crescita progressiva, l’imprenditorialità del mondo digitale, ma è costretta a indossare sempre più gli occhiali della sicurezza nazionale.