La Cina è sempre più vicina per Stm: tutto ok?

Stmicroelectronics ha stretto un accordo con la società cinese Innoscience sullo sviluppo e la produzione di dispositivi al nitruro di gallio. La Cina si conferma cruciale nella strategia della società, che sale in borsa.

Apr 1, 2025 - 22:38
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La Cina è sempre più vicina per Stm: tutto ok?

Stmicroelectronics ha stretto un accordo con la società cinese Innoscience sullo sviluppo e la produzione di dispositivi al nitruro di gallio. La Cina si conferma cruciale nella strategia della società, che sale in borsa

Stmicroelectronics, l’azienda di semiconduttori controllata dal ministero dell’Economia italiano e dalla banca pubblica francese Bpifrance, ha stretto un accordo con la società cinese Innoscience sullo sviluppo e la produzione di tecnologia al nitruro di gallio (GaN), un semiconduttore che garantisce alte prestazioni senza generare troppo calore.

STMICROELECTRONICS GUADAGNA IN BORSA

L’annuncio si è rivelato positivo per le azioni di Stmicroelectronics, che, dopo mesi di difficoltà – nel 2024 il valore del titolo è stato praticamente dimezzato -, sono salite di quasi l’1 per cento a 20,1 euro.

COSA SAPPIAMO DELL’ACCORDO CON INNOSCIENCE

La tecnologia al nitruro di gallio verrà destinata all’elettronica di consumo, ai data center, all’industria automobilistica, ai sistemi di potenza industriali e non solo. L’accordo, inoltre, prevede la possibilità per Stmicroelectronics di utilizzare le capacità manifatturiere di Innoscience in Cina per produrre dispositivi GaN; Innoscience potrà fare lo stesso con le capacità di Stmicroelectronics al di fuori della Cina.

Marco Cassis, presidente del gruppo Analog, Power & Discrete, MEMS and Sensors di Stmicroelectronics, ha spiegato che la tecnologia al al nitruro di gallio integrerà l’offerta di dispositivi al silicio e al carburo di silicio. “Inoltre”, ha aggiunto, la società “sarà in grado di capitalizzare un modello di manifattura flessibile per essere al servizio dei clienti nel mondo”.

QUANTO CONTA LA CINA PER STMICROELECTRONICS

La Cina vale all’incirca il 15 per cento del fatturato di Stmicroelectronics. Il paese è un grosso consumatore di semiconduttori e il primo produttore di veicoli al mondo: il mercato automotive ha una grandissima rilevanza per i risultati economici della società.

“Per quanto riguarda la collaborazione con la Cina, su cui c’è stata una joint venture, io sono comunque contrario”, aveva dichiarato qualche tempo fa Alessandro Aresu, analista geopolitico e autore di Geopolitica dell’intelligenza artificiale: “l’obiettivo cinese è sempre internalizzare, per loro si è sempre e solo un taxi per arrivarci prima, qualunque garanzia venga data”.

I PROBLEMI INTERNI

Il 28 maggio si terrà ad Amsterdam l’assemblea generale degli azionisti di Stmicroelectronics, nella quale si discuterà anche delle nomine del consiglio di sorveglianza. Il 20 marzo Maurizio Tamagnini si è dimesso dalla vicepresidenza del supervisory board: in sua sostituzione, il ministero dell’Economia ha indicato Marcello Sala. Il ministero delle Imprese, invece, ha designato Simonetta Acri per prendere il posto di Donatella Sciuto.

Da tempo il governo è molto critico nei confronti dell’amministratore delegato Jean-Marc Chery.