La biotech in missione contro la malaria. «Nei nostri laboratori triestini la tecnologia è centrale»
Per “Viaggio In Italia”, la rubrica del giovedì che racconta i luoghi dell’innovazione, siamo andati a visitare Ulisse Biomed, healthcare company che ha sede tra gli ottantamila metri quadrati dell'area Science Park di Basovizza, in provincia di Trieste. Il team guidato da Nicola Basile ha messo a punto un apparecchio che riduce i tempi di diagnosi della malattia: «Velocità e cloud computing i nostri assi nella manica»

Ulisse Biomed è una healthcare biotech company che nell’Area Science Park di Basovizza (Trieste) opera nel campo della diagnostica e della terapeutica. Qui, nell’Area di Ricerca Scientifica e Tecnologica di Trieste che si estende per 80mila metri quadrati, grazie a una collaborazione con la Johns Hopkins University e la Gates Foundation ha preso il via un progetto contro la malaria che si è esteso fino al Camerun. La vera forza di questa importante iniziativa? La tecnologia, che consente ai 3 istituti dislocati in aree geografiche anche a più di 9.000 chilometri di distanza di confrontarsi sulla ricerca medica in tempo reale. Un sistema coniato in Italia, nell’incubatore di Trieste, dove ha sede Ulisse Biomed, che si chiama “Hyris System” e consente, appunto, di diagnosticare in tempo reale la resistenza delle zanzare agli insetticidi ed esaminarle. A spiegare a StartupItalia come funziona nel dettaglio è Nicola Basile, CEO di Ulisse Biomed, in questa nuova puntata dedicata a Viaggio in Italia che anche questa volta si spinge oltre i confini nazionali.
Dallo studio del Papilloma virus alla malaria
«Ulisse Biomed è nato, in realtà, da un progetto legato al Papilloma virus, per lo studio di alcune patologie legate alla sfera intima femminile», spiega Nicola Basile. Dopo il seed round da un milione e mezzo di euro tra il 2014 e il 2015, guidato da Copernico Innovazione, l’azienda ha aperto il suo laboratorio a Trieste e ha depositato il primo brevetto su NanoHybrid. Successivamente, Ulisse Biomed ha ottenuto la certificazione necessaria per produrre dispositivi medici CE-IVD (In Vitro Diagnostic) e ha avviato una collaborazione con l’Istituto di Virologia Umana. «Poi abbiamo ottenuto altre collaborazioni con importanti case farmaceutiche e non solo: la storia di questa azienda si è evoluta nello sviluppo di altre tecnologie reagenti, fino all’integrazione con Hyris, conclusa nel 2023, a valle di un processo iniziato un anno prima, che ha portato alla messa a punto di Hyris System, la piattaforma hardware e software che oggi usiamo per condurre analisi genetiche. Dal 2021, Ulisse Biomed è quotata all’Euronext Growth di Milano», spiega il CEO.
Arrivando ai giorni nostri, il CEO spiega come è nata la collaborazione con la John Hopkins University e alcuni distretti sanitari del Camerun grazie alla quale riesce a leggere i risultati delle analisi condotte sulla malaria in tempo reale. «La connessione con la John Hopkins University nasce grazie a Hyris system, la nostra piattaforma che può fare analisi genetiche distribuite nel mondo e permette lo svolgimento di test diagnostici con monitoraggio dei dati in tempo reale grazie a un software in cloud. Hyris è sempre stata a stretto contatto con il mondo nordamericano e questo ci ha permesso di entrare nel network della John Hopkins come potenziali partner».
Tecnologia, la vera forza del progetto
«Il cloud è il nostro centro ma anche la facilità di accesso all’hardware fa la differenza – racconta Nicola – Questo è evidente soprattutto per quanto riguarda i distretti camerunensi, dove le condizioni di accessibilità, non solo sanitaria, sono molto difficili. Con Hyris System, una volta che il test, dal Camerun, viene caricato sulla macchina, in 2 ore da Baltimora vedono i risultati. E pensare che le tecnologie utilizzate fino ad ora richiedevano fino a 6 mesi di elaborazione dato che i campioni dovevano essere raccolti in aree remote e poi trasportati in laboratori centralizzati».
Ma come funziona, nel dettaglio, questo monitoraggio? «Sulla macchina carichiamo una cartuccia con i reagenti, si inserisce nel liquido il DNA della zanzara e si ricava un risultato analizzabile da più punti geograficamente lontani – racconta il CEO – In Camerun abbiamo il punto di raccolta mentre da Trieste e Baltimora monitoriamo il progetto. La vera differenza e l’unicità di questa innovazione è il fatto che il software sia in cloud computing e permetta di elaborare i dati in modo istantaneo garantendo ai vari enti velocità e facilità di accesso ai dati che permettano una diagnosi veloce. Questo è importante anche per l’Italia, perché è uno di quei Paesi dove la malaria potrebbe facilmente diffondersi. La nostra piattaforma è anche aperta a partner esterni, ad esempio produttori di test molecolari o aziende». A finanziare il progetto è la Gates Foundation, impegnata da anni in Africa, che contribuisce con un finanziamento totale di 2 milioni di dollari di cui 540mila da elargire nei prossimi tre anni.
Tutto è nato a Trieste
Trieste è il cuore di questo progetto che oggi opera a livello globale. «Nell’Area Science Park di Basovizza si respira la scienza. In questo centro trovano sede e futuro alcune delle aziende di biotech più importanti non solo d’Italia. Ma Trieste non è l’unica casa di Ulisse Biomed perchè contiamo una forte operatività anche a Milano, dove storicamente è nata Hyris – racconta Nicola – Il matrimonio tra queste due entità ha dato vita a questo ambizioso progetto che, nonostante la portata internazionale, conserva una forte territorialità».

In Camerun, Ulisse Biomed vuole arrivare in 30 distretti sanitari distribuiti in tutta la nazione. «Abbiamo iniziato dal principale Centro di Ricerca sulle Malattie Infettive di Yaoundé ma in Camerun ci sono tante reti dove si coltivano le zanzare e si raccolgono i campioni. Dopo la prima fase del progetto, che si è chiusa l’anno scorso, abbiamo avuto la prova che questa tecnologia sta funzionando e adesso vogliamo arrivare anche in zone più remote». Lì, dove la malaria è tutt’altro che una malattia dimenticata. «L’impatto di questa patologia è tutt’oggi elevato ed esteso a una popolazione molto numerosa, tra cui donne e bambini in numeri importanti. Con questo sistema, si potrebbero prendere decisioni immediate che impattano subito e salvare così la vita a tante persone. A gennaio 2024, il Camerun ha lanciato la prima campagna di vaccinazione di massa contro la malaria, perchè gli insetticidi sono sì una soluzione, ma la resistenza delle zanzare li rende spesso inefficaci: per questo tecnologie innovative sono fondamentali per la lotta alla malaria», spiega il CEO. E secondo i dati diffusi dall’Oms, su circa 250 milioni di infezioni, la malaria ha causato nel 2022 circa 600 mila vittime nel mondo di cui il 95% in Africa.

Chi c’è nel team di Ulisse Biomed?
«Oggi nella mia squadra siamo 23 persone e contiamo 3 anime diverse: una legata alla biologia, una all’ingegneristica e una alla parte amministrativa. L’innovazione si fa solo se ci sono le persone giuste per farla – continua il CEO – Adesso ci stiamo occupando di integrare nuove applicazioni sul nostro catalogo, con altri reagenti che verranno applicati alla nostra tecnologia esistente e vogliamo accrescere le nostre collaborazioni e relazioni con istituti universitari, accademici e scientifici che sono attratti da questi nuovi sviluppi. Poi c’è un’anima industriale e tech che non deve mai venire meno perché è il nostro cuore pulsante e ci stiamo muovendo verso l’evoluzione del miglioramento continuo della piattaforma, aggiungendo a questa soluzioni innovative che la rendano in grado di soddisfare sempre più le esigenze». Il mercato di riferimento di Ulisse Biomed resta quello italiano, come garantisce il suo CEO, aggiungendo che: «L’Italia è anche un’ottima palestra per poi spingersi oltre. In questo campo, le opportunità fuori sono davvero tante».