Israele rompe la tregua e attacca la Striscia: oltre 356 morti e centinaia di feriti. Hamas: “Ostaggi condannati a morte”. Usa: “Si scatenerà l'inferno”
Ucciso il premier e il viceministro degli Interni del governo palestinese. Casa Bianca: “Trump è stato consultato prima del raid”. Tel Aviv: “Distruggeremo Hamas”. Il movimento accusato di “aver respinto tutte le offerte” per il cessate il fuoco. Ben Givr: “Cosa giusta e morale”. Famiglie ostaggi: “Tornate alla tregua”

Roma, 18 marzo 2025 – Notte di fuoco su Gaza, Israele rompe la tregua e bombarda. Il bilancio è già arrivato a oltre 356 morti, ma il numero delle vittime sta salendo di ora in ora. Estesi attacchi aerei sono stati lanciati contro diverse località della Striscia. Tra le vittime anche il premier del Governo di Hamas, Issam Da'alis, e il capo del ministero dell'Interno. L’Idf ha ordinato l’evacuazione delle zone confinanti con Israele. Gli Houthi pronti a riprendere gli attacchi: “Popolo palestinese non sarà lasciato solo”.
Hamas sta “lavorando con i mediatori per frenare l'aggressione” e accusa Netanyahu di usare il conflitto come "ancora di salvezza" politica di fronte alle pressioni e alle crisi interne. Ci sono ancora 59 ostaggi prigionieri, di cui 22 si ritiene siano ancora vivi. Il leader dell’estrema destra israeliana Ben Givr attacca: “La ripresa della guerra è cosa giusta e morale”.
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