Investimenti digitali in crescita, ma la consulenza mantiene il suo ruolo centrale
Amundi pubblica un'indagine sul livello di coinvolgimento digitale degli investitori retail, un trend che non è più limitato ai segmenti demografici più giovani. L'articolo Investimenti digitali in crescita, ma la consulenza mantiene il suo ruolo centrale proviene da FundsPeople Italia.

Gli investimenti diventano sempre più digitali, ma la consulenza resta centrale. Amundi pubblica un'indagine che valuta il livello di coinvolgimento digitale degli investitori retail: dal detenere investimenti su piattaforme digitali all'utilizzo di fonti digitali di informazione e consulenza per il processo decisionale. Si tratta della seconda edizione di questa ricerca, che ha coinvolto 25 paesi e oltre 11 mila investitori retail rappresentativi di svariati gruppi demografici.
La prima indicazione fornita dallo studio è che l'investimento digitale non è riservato ai giovani ma è praticato da investitori di tutte le età. Il 77% degli intervistati investe almeno una parte del proprio portafoglio tramite una piattaforma digitale o un'applicazione. Gli investimenti digitali non sono limitati ai segmenti demografici più giovani, dato che il 68% degli over 50 a livello globale detiene investimenti digitali. “Questo numero cresce per gli investitori più giovani e possiamo quindi aspettarci che il numero di investitori con portafogli digitali cresca con l’invecchiamento di quelle che adesso sono le generazioni più giovani”, sottolineano dalla casa di gestione.
Ampia varietà di fonti di informazione digitali
A livello globale quasi tre investitori retail su quattro (73%) ottengono informazioni o consigli sugli investimenti attraverso mezzi digitali. Questo dato è più basso in Europa (69%) e più alto in Asia (76%). Per avere indicazioni sugli investimenti il 38% degli intervistati segue gli influencer in TV, radio, blog online e social media, mentre il 31% preferisce consultare direttamente il sito web del soggetto proponente gli investimenti. Per quanto riguarda le singole piattaforme di social media, YouTube risulta quella con la maggiore influenza tra gli investitori retail (72%), seguita da Instagram (49%) e Facebook (46%). Gli investitori europei sono meno propensi a rivolgersi agli influencer digitali, soprattutto coloro che hanno un’età compresa tra i 51 e i 60 anni.
La consulenza resta centrale, ma con un modello ibrido
Un altro aspetto di rilievo è che il modello ibrido di consulenza svolge un ruolo significativo nella costruzione di un piano finanziario strutturato. Oltre la metà degli investitori (54%) non ha un piano finanziario a lungo termine ben sviluppato, ma che coloro che ce l'hanno sono quattro volte più propensi a dichiarare di essere fiduciosi di raggiungere una pensione solida dal punto di vista finanziario rispetto a coloro che non hanno una pianificazione. Inoltre, coloro che si avvalgono di una consulenza professionale (attraverso mezzi digitali o di persona) sono quasi tre volte più propensi a seguire una pianificazione rispetto a coloro che non ricevono una consulenza: questo dato sottolinea l'importante ruolo che la consulenza svolge nelle sue diverse modalità.
Coloro che investono esclusivamente in modalità digitale (19%) sono tuttavia molto meno inclini a rivolgersi a consulenti professionali (di persona o digitalmente), e ciò li porta ad essere meno sicuri sia delle loro decisioni di investimento (62% contro 69%) sia di raggiungere i loro obiettivi di investimento. “Gli investitori retail apprezzano la consulenza professionale di una persona fisica, soprattutto quando si tratta di pianificazione finanziaria a lungo termine”, sottolineano dalla società. “Tuttavia, anche gli investitori che sono soliti utilizzare canali analogici sono interessati a migliorare le proprie conoscenze e a esplorare le opzioni di investimento online. Ciò dimostra la necessità di esplorare l'adozione di un modello ibrido al fine di soddisfare le esigenze degli investitori in modo completo”.
Il pensionamento resta il principale obiettivo
Alla domanda su che cosa spinge le persone a investire, a livello globale il motivo principale è un trattamento pensionistico adeguato (41%), seguito dall’intenzione di aumentare il proprio benessere economico (39%). “È interessante notare che in generale le persone sembrano fiduciose nelle loro decisioni di investimento, ma ciò non si traduce nella convinzione di raggiungere i loro obiettivi pensionistici”, dichiarano da Amundi. Due terzi (66%) degli intervistati ritengono, infatti, di prendere le giuste decisioni di investimento, ma solo uno su quattro (26%) ritiene di essere sulla buona strada per raggiungere il reddito necessario per la pensione. “Ciò potrebbe essere dovuto al fatto che più della metà (54%) degli investitori globali non possiede un solido piano finanziario a sostegno del proprio processo decisionale”, dichiarano dalla casa di gestione.
L’Italia
Anche gli italiani stanno diventano sempre più digitali in materia di investimenti, ma la consulenza professionale resta il punto di riferimento.Gli investitori italiani (61%) si fanno guidare meno da fonti digitali rispetto alla media europea (69%) e sono meno propensi a detenere investimenti attraverso piattaforme digitali (69%) rispetto al nostro campione europeo (78%). In Italia quasi sette uomini su dieci utilizzano fonti digitali di consulenza e formazione per prendere decisioni di investimento, mentre fra le donne sono solo la metà (54%). Gli uomini ricorrono molto spesso all'utilizzo di social media come Instagram (68%), Facebook (56%), X (48%) e TikTok (40%) come fonti di informazione, consigli e indicazioni sugli investimenti. Le donne, invece, sono più inclini a utilizzare forum specializzati/piattaforme finanziarie (38%). Nonostante ciò, le donne sono tre volte più propense a fidarsi dei consigli finanziari offerti sui social media (38% contro il 12% degli uomini).
In Italia l'accesso alla consulenza finanziaria professionale è più elevato (56%) rispetto alla media europea (45%) e fra gli Italiani questo vale in misura maggiore per le donne: quasi due terzi di loro (63%) ricorrono a servizi di consulenza professionale. Nel prendere una decisione di investimento, tre investitori italiani su quattro (75%) sono stati influenzati dal supporto ricevuto dalla propria banca in filiale e di persona.
La possibilità di anticipare la data di pensionamento è una delle principali motivazioni a investire più per gli uomini (26%) che per le donne (14%). Peraltro, gli investitori italiani (13%) sono meno ottimisti sulla capacità di riuscire a risparmiare quanto necessario per la pensione (rispetto al 23% degli investitori europei). Gli investitori italiani esprimono una preferenza per l'interazione umana quando intraprendono alcune attività di investimento: sviluppare un piano finanziario a lungo termine (64%), prendere decisioni di investimento specifiche (64%), comprendere le scelte finanziarie in corso (59%), adeguare il portafoglio al contesto macroeconomico (59%) e migliorare le proprie conoscenze finanziarie (57%).
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