Inchiesta ultrà a San Siro, tra 7 arrestati anche il socio di Paolo Maldini e Vieri. Le accuse di usura ed estorsione
Nuovi arresti in un altro filone dell'inchiesta che avave già portato in carcere i capi ultras delle curve di Milan e Inter. In manette anche Mauro Russo. L'articolo Inchiesta ultrà a San Siro, tra 7 arrestati anche il socio di Paolo Maldini e Vieri. Le accuse di usura ed estorsione proviene da Open.

C’è anche Mauro Russo, imprenditore del mondo dei parcheggi del Meazza, socio d’affari dell’ex storico capitano del Milan di Paolo Maldini e Christian Vieri, tra i sette nuovi arrestati in un altro filone dell’inchiesta milanese sulle curve di San Siro. L’indagine coordinata dai pm della Direzione Distrettuale Antimafia Paolo Storati e Sara Ombra, condotta dalla Squadra mobile e dalla Guardia di Finanza, ha portato a cinque arresti in carcere e due ai domiciliari, con le accuse a vario titolo di usura, estorsione e false fatture.
In cella su ordine del gip Domenico Santoro sono finiti Francesco Intagliata, 45 anni, di origini palermitane, Filippo Monardo, 49 anni, Giuseppe Orecchio, 36 anni, Domenico Sità, 43 anni e Davide Scarfone di 38 anni, tutti calabresi. Ai domiciliari invece è finito anche Carmelo Montalto, 49 anni.
L’inchiesta «Doppia Curva»
L’inchiesta, nota come «Doppia Curva», aveva già portato a una serie di arresti a fine settembre. In quell’occasione erano finiti in carcere i capi ultras della curva Nord interista e della Sud milanista. Poi, grazie le dichiarazioni delle persone offese, gli interrogatori resi dal collaboratore di giustizia Andrea Beretta, ex capo della curva Nord, già in carcere anche per l’omicidio di Antonio Bellocco, e accertamenti mirati di natura economica e finanziaria, si è aggiunto un tassello all’inchiesta. In questo caso sono contestati episodi, già emersi e approfonditi, di usura, estorsione e false fatture. Per alcuni dei reati c’è anche l’aggravante della finalità mafiosa per avere agevolato la cosca della famiglia Bellocco.
I reati contestati
Le vicende estorsive contestate attengono a diversi ambiti, e in particolare a versamenti di denaro pretesi in modo illecito dal gestore dei parcheggi dello stadio Meazza al fine di garantirsi una sorta di tranquillità ambientale. A Russo, infatti, nome che era anche già emerso come perquisito nelle indagini, viene contestato, assieme ad Andrea Beretta, a Giuseppe Caminiti, legato alla ‘ndrangheta, e in origine anche con Vittorio Boiocchi, lo storico leader della Nord ucciso nel 2022 su mandato di Beretta, di aver estorto per circa due anni 4 mila euro al mese all’imprenditore Gherardo Zaccagni, che gestiva i parcheggi fuori dallo stadio di San Siro. Una presunta estorsione da circa 60mila euro. Tra le altre accuse c’è anche il recupero di somme di denaro connesse a prestiti di natura usuraia ovvero finanziamenti per attività economiche e il tentativo di estromettere Beretta dalla gestione della sua società di merchandising. Il reato di usura contestato riguarda, invece, prestiti elargiti da più persone, tra le quali, secondo l’impostazione accusatoria, anche Antonio Bellocco, vittima di un omicidio, a un imprenditore comasco, dal quale sono stati pretesi interessi fino al 400% e che negli ultimi mesi avrebbe subito minacce per indurlo a versare quanto pattuito.
L'articolo Inchiesta ultrà a San Siro, tra 7 arrestati anche il socio di Paolo Maldini e Vieri. Le accuse di usura ed estorsione proviene da Open.