Il profilo di rischio dell’investitore

Il profilo di rischio dell’investitore è quell’insieme di fattori oggettivi (es. volume del patrimonio) e soggettivi (es. carattere della persona), (legati alla particolare situazione) ed estrinseci (derivanti da condizionamenti esterni), che vanno a definire la sua specifica capacità di sopportare le perdite. Il risultato finale di tutte queste componenti si traduce in una profilatura, una […] L'articolo Il profilo di rischio dell’investitore proviene da IoInvesto SCF.

Mag 11, 2025 - 19:35
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Il profilo di rischio dell’investitore

Il profilo di rischio dell’investitore è quell’insieme di fattori oggettivi (es. volume del patrimonio) e soggettivi (es. carattere della persona), (legati alla particolare situazione) ed estrinseci (derivanti da condizionamenti esterni), che vanno a definire la sua specifica capacità di sopportare le perdite.

Il risultato finale di tutte queste componenti si traduce in una profilatura, una specie di identikit, su cui basarsi, per costruire il portafoglio più adatto ad una particolare persona in una specifica situazione.

Capire il proprio profilo di rischio è fondamentale prima di fare qualsiasi investimento. Se non hai mai investito prima, è normale sentirsi incerti su quale sia la strada giusta.

Per aiutarti a iniziare con il piede giusto, puoi richiedere una consulenza gratuita personalizzata.

Un esperto indipendente ti guiderà passo dopo passo, aiutandoti a chiarire i tuoi obiettivi, il livello di rischio adatto a te e le prime mosse da fare per costruire un portafoglio su misura.

La tolleranza al rischio: quanto sei capace di sostenere le perdite finanziarie?

Se hai investito i tuoi soldi in un prodotto o strumento finanziario, sicuramente ti sarà capitato di attraversare un momento di flessione dei mercati. È in tali frangenti che si sperimenta la reale e personale tolleranza alle perdite finanziarie.

Vedere diminuire, anche se temporaneamente, il proprio capitale frutto di tante fatiche, produce una sensazione di disagio e quasi di dolore fisico, difficilmente controllabile.

Negli investimenti è di fondamentale importanza la gestione delle emozioni, che portano a prendere decisioni sbagliate, compromettendo così il nostro patrimonio.

Un’ancora di salvezza in questo mare magnum di emozioni scatenate dalle perdite finanziarie è e rimarrà sempre una corretta diversificazione del portafoglio di investimenti. Ti può letteralmente salvare dal rischio di perdere in modo definitivo parte della ricchezza accumulata negli anni.

Oltre alla diversificazione del portafoglio, ti viene in soccorso anche la differenziazione tra i vari livelli di rischio (basso, medio, alto) in cui sono classificati i diversi strumenti finanziari di investimento.

Partendo dal rischio massimo legato all’asset class azionaria, si passa ad un rischio medio per il mercato obbligazionario, per arrivare ad un rischio basso dato da strumenti di tipo monetario.

All’interno di ciascun mercato ci sono poi ulteriori suddivisioni in base al rischio basso, medio ed alto tipico del prodotto specifico. Ecco perché è importante, prima di investire in un determinato strumento, conoscere il suo grado di rischio intrinseco.

Quali sono i rischi legati agli investimenti?

Ancora prima di prendere in considerazione il rischio associato al particolare prodotto finanziario in cui investire, dovresti comprendere appieno i rischi correlati agli investimenti in generale.

Ogni tipologia di mercato (azionario, obbligazionario, monetario, materie prime, …) ed ogni tipologia di strumento finanziario ha i suoi rischi particolari. Per citarne solo alcuni dei principali: 

  • rischio dell’emittente;
  • rischio di credito;
  • rischio di liquidità; 
  • rischio geografico;
  • rischio settoriale;
  • rischio legato al cambio valutario;
  • rischio dovuto alla variazione dei tassi di interesse stabiliti dalle banche centrali.

Fortunatamente, è possibile eliminare o ridurre al minimo quasi tutti i rischi legati agli investimenti, ma c’è un tipo di rischio ineliminabile. Stiamo parlando del cosiddetto rischio di mercato.

Fortunatamente, è possibile eliminare o ridurre al minimo quasi tutti i rischi legati agli investimenti, ma c’è un tipo di rischio ineliminabile: il rischio di mercato.

Questo tipo di rischio è legato alle fluttuazioni generali dei mercati finanziari e non può essere evitato.

Ma con una gestione oculata e la giusta strategia, puoi affrontarlo al meglio. E per fortuna possiamo aiutarti in questo!

Il rischio di mercato

Per comprendere il rischio di mercato basta ricordare cosa è successo con l’inizio della pandemia da Covid-19 o con lo scoppio della guerra in Ucraina. Per un certo periodo di tempo tutti o quasi i mercati sono scesi contemporaneamente, prima di riprendersi totalmente e continuare la propria corsa verso l’alto.

Il rischio di mercato, anche detto sistematico, pur non essendo eliminabile, non è del tutto negativo: è quello, infatti, che permette le oscillazioni dei prezzi degli strumenti finanziari, in negativo, ma anche in positivo.

Pertanto, se mitigato tramite un’attenta pianificazione degli obiettivi, può essere sfruttato per migliorare le performance dei tuoi investimenti.

Per conoscere e capire i rischi del mondo finanziario, è molto utile, anzi fondamentale, imparare dagli investimenti precedenti, per non commettere più gli stessi errori ed affinare le tecniche necessarie ad affrontare i mercati in modo vincente.

Non è però certamente facile e conveniente perseguire questa strada, sia per i costi che per l’impegno che presuppone. Gli sbagli in finanza spesso si pagano a caro prezzo. Inoltre, oggi la complessità di questo mondo è così elevata che è molto più utile e meno rischioso affidarsi ad un consulente finanziario indipendente.

Altra arma vincente per ridurre il rischio negli investimenti è una buona educazione finanziaria di base. Purtroppo, però, l’Italia è al 63esimo posto al mondo per conoscenze finanziarie e all’ultimo posto tra i Paesi del G20 (dai dati della Global Financial Literacy Survey dell’OCSE).

La scala di riferimento: profilo di rischio da 1 a 7 e i rischi azionario ed obbligazionario

Ogni prodotto finanziario deve per legge essere corredato da una documentazione contrattuale in cui sia presente una scala che ne evidenzi il suo rischio intrinseco. Questa scala di riferimento deve essere quindi ben evidente all’investitore prima che acquisti un prodotto finanziario.

Maggiore è il numero, maggiore è il grado di rischio, ma maggiore è anche potenzialmente il rendimento. C’è, infatti, una relazione positiva tra rischio e rendimento, in quanto maggiore è il rischio dell’investimento, maggiore sarà il rendimento atteso.

Statisticamente gli investimenti ad alto rendimento sono quelli che hanno una maggior componente azionaria. Proprio perché le azioni hanno una volatilità maggiore, sono anche percepite come meno sicure rispetto, ad esempio, ad un titolo di Stato o ad un altro tipo di obbligazione.

Se le azioni hanno un’alta volatilità, bisogna tenere anche in considerazione che le obbligazioni non sono prive di oscillazioni. Anzi, esse hanno il cosiddetto rischio di prezzo, vale a dire che il loro prezzo varia al variare dei tassi di interesse decisi dalle banche centrali (es. BCE in Europa, FED negli Stati Uniti).

Cosa accade se una banca centrale decide di aumentare i tassi d’interesse a causa di un’inflazione particolarmente elevata?

Le obbligazioni già sul mercato diminuiranno di prezzo, perché quelle che verranno emesse dopo il rialzo dei tassi avranno delle cedole superiori. In questo modo, per compensare una cedola meno attraente, l’unica variabile che rimane è il prezzo dell’obbligazione, che deve, per essere appetibile per i compratori, diminuire di valore.

Profili di rischio/rendimento 3 o 4: la giusta via di mezzo per l’investitore?

Per bilanciare l’alta volatilità delle azioni e il rischio prezzo delle obbligazioni, sono molto diffusi fondi e investimenti con grado di rischio/rendimento 3 o 4.

Potrebbe sembrare una via moderata che non scontenta nessuno, invece non è necessariamente così. Dipende dal profilo dell’investitore. Sei un investitore esperto con un’elevata capacità di sopportazione delle perdite e con un orizzonte temporale di lungo periodo?

Potresti permetterti un grado di rischio maggiore che porterebbe rendimenti più elevati. Se, al contrario, sei un investitore alle prime armi con un orizzonte temporale di pochi anni? Il comparto azionario potrebbe aggiungere una percentuale di rendimento molto interessante.

Ma c’è anche la possibilità di dover fronteggiare una crisi finanziaria, un crollo dei mercati e di conseguenza vivere un ribasso inaspettato del valore dell’investimento.

Questa errata valutazione del profilo di rischio più adeguato per l’investitore potrebbe portare ad una vendita delle posizioni per paura di un ulteriore ribasso, realizzando così una minusvalenza che poteva essere evitata con una corretta profilatura preliminare. Purtroppo casi di questo tipo avvengono principalmente per due motivi:

  • affidarsi solo al grado di rischio/rendimento del prodotto, senza una personalizzazione dell’investimento, è troppo riduttivo;
  • il prodotto è venduto per interessi di parte (commissioni legate allo strumento) e non per un’effettiva utilità per la persona che dovrebbe beneficiare dell’investimento.

Dimmi i tuoi obiettivi di investimento e ti dirò il tuo profilo di rischio

La maggior parte delle persone, come prima cosa, parte dal grado di rischio e dal rendimento atteso degli strumenti finanziari in cui vuole investire senza pensare minimamente:

  • al perché sta per investire;
  • a cosa e quando gli serviranno quei soldi che metterà nell’investimento.

Permettimi il paragone: è un po’ come andare in farmacia e chiedere i prodotti giusti per migliorare la tua salute, tenendo conto anche degli effetti collaterali (rischi) che potrebbero dare. Il buon farmacista, prima di rispondere, come minimo indagherebbe sulle tue specifiche problematiche di salute.

Allo stesso modo si deve fare negli investimenti, ovvero è necessario inizialmente:

  • definire gli scopi finanziari per i quali si desidera investire, ad esempio: l’auto nuova, la casa al mare, l’università dei figli, una pensione integrativa, vivere di rendita;
  • capire per ogni obiettivo quanti soldi realisticamente servono per soddisfarlo;
  • in base al capitale di partenza, stimarne la crescita e quindi i rendimenti attesi per ottenere quanto desiderato;
  • quale livello di sicurezza e protezione finanziaria si vuole mantenere durante il corso dell’investimento.

Solo dopo aver esplicitato tutte queste informazioni, allora è possibile creare un profilo di rischio ed un piano d’investimento adatto alla specifica situazione.

Capire il tuo profilo di rischio è fondamentale per fare scelte di investimento intelligenti. Richiedi una consulenza gratuita per costruire il tuo.

Quanto conta l’orizzonte temporale nel profilo di rischio dell’investitore?

Un elemento altrettanto importante per definire il profilo di rischio dell’investitore,  che si lega in modo naturale agli obiettivi di investimento, è l’orizzonte temporale. Infatti, ogni nostra necessità è proiettata nel futuro e dovrà o vorrà essere soddisfatta fra un determinato periodo di tempo.

La casa nuova, la vacanza, la scuola dei figli, la pensione, tutti questi obiettivi di vita, che ci prefiggiamo di raggiungere, sappiamo, più o meno, quando si realizzeranno o vorremmo che si realizzassero.

Come individuare il profilo di rischio corretto

Per determinare il corretto profilo di rischio dell’investitore e il relativo progetto d’investimento, non c’è bisogno di essere troppo precisi nella definizione degli orizzonti temporali dei tuoi obiettivi.

Nel mondo degli investimenti si utilizzano dei range per definire i vari orizzonti temporali; una classificazione, ad esempio, può essere questa:

  • breve termine (1-3 anni);
  • medio termine (3-5 anni);
  • lungo termine (più di 10 anni).

Il breve termine, solitamente, viene associato ad un profilo di rischio basso, tipico di investimenti poco volatili e a basso rendimento. Più andiamo verso il “lungo termine” e più l’investitore potrà permettersi un profilo di rischio elevato: alta volatilità nel breve, ma grandi performance attese in un arco di tempo maggiore di 10 anni.

Tipici investimenti a breve termine, quindi poco rischiosi, possono essere strumenti monetari legati ad obbligazioni con scadenze anche minori ad un anno.

Le strategie per il lungo termine presuppongono uno sbilanciamento verso l’asset azionaria, molto rischiosa nel breve periodo, ma molto redditizia e sicura (in termini di performance attese) nel lungo termine.

La consulenza finanziaria indipendente

Ora forse risulta chiaro come la scala di rischio da 1 a 7, vista in precedenza, legata al singolo prodotto, sia solo una semplificazione rispetto alle esigenze di un investitore e del suo reale profilo di rischio.

Per risolvere questo problema, ci viene in soccorso la consulenza finanziaria indipendente. Grazie al fatto di non aver alcun conflitto d’interessi con qualsivoglia istituto finanziario, essa permette di rendere consapevole l’investitore della sua reale profilatura di rischio.

Infatti, questa scala di rischio da 1 a 7 fa rientrare l’investitore in un range di rischio a cui dovrebbe appartenere in modo piuttosto preciso. Ma l’investitore non deve scegliere il suo profilo di rischio in base ai suoi obiettivi di investimento.

Deve, invece, prima scegliere i suoi obiettivi di investimento. Da questi deriverà, dopo una serie di valutazioni, il suo reale e personalissimo grado di rischio.

Purtroppo non capita di rado che un cosiddetto professionista del settore proponga al cliente un fondo o una polizza da investimento con grado intermedio corrispondente ad un livello di rischio 3 o 4 (in base all’ormai famosa scala da 1 a 7). Perché avviene questo?

Da una parte per collocare il prodotto e dall’altra per accontentare le esigenze di rischio moderato del cliente. Tutto ciò senza cercare di capire, neanche lontanamente, qual è il suo profilo da investitore. E senza cercare di capire cosa è realmente meglio per lui. La consulenza finanziaria indipendente non funziona così.

L’interesse di questa moderna ed efficace forma di consulenza finanziaria è quello di rendere consapevole una persona del suo reale grado di rischio e di cucirgli addosso un portafoglio su misura.

Cosa sapere sul profilo di rischio dell’investitore? Domande frequenti

Quali sono i rischi dell’investimento?

I rischi principali includono il rischio di mercato, dove il valore dell’investimento può diminuire a causa di fluttuazioni nei mercati finanziari; il rischio di credito, legato all’insolvenza dell’emittente di un titolo; il rischio di liquidità, che rende difficile vendere rapidamente un’attività; e il rischio di cambio, che interessa investimenti in valute estere. Inoltre, c’è il rischio inflazionistico, che riduce il potere d’acquisto dei rendimenti.

Informazioni importanti:

  • I rischi principali sono legati alle fluttuazioni dei mercati, all’insolvenza dell’emittente di un titolo, al rischio di liquidità

Come calcolare il rischio di un investimento?

Il rischio può essere calcolato utilizzando strumenti come la deviazione standard, che misura la volatilità dei rendimenti storici, o l’indice beta, che indica la sensibilità di un titolo rispetto al mercato. Il Value at Risk (VaR) stima la perdita potenziale massima su un dato periodo. Per le obbligazioni, si può considerare il rating del credito emesso dalle agenzie di rating, che valuta la probabilità di insolvenza.

Informazioni importanti:

  • Deviazione standard
  • Indice Beta
  • VaR
  • Rating
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