Il Portogallo favorisce l’ingresso degli stranieri lusofoni per mancanza di manodopera: anche qui gli immigrati salvano

Il Presidente del Portogallo, Marcelo Rebelo de Sousa, dopo un processo politico durato decenni, firma la legge che favorisce l’ingresso nel paese dei cittadini della Comunità dei Paesi di Lingua Portoghese (Cplp), organizzazione di cui l’Italia è Osservatore associato. Una misura che permetterà ai cittadini delle ex colonie di entrare in Portogallo come turisti e […] L'articolo Il Portogallo favorisce l’ingresso degli stranieri lusofoni per mancanza di manodopera: anche qui gli immigrati salvano proviene da Il Fatto Quotidiano.

Feb 19, 2025 - 15:37
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Il Portogallo favorisce l’ingresso degli stranieri lusofoni per mancanza di manodopera: anche qui gli immigrati salvano

Il Presidente del Portogallo, Marcelo Rebelo de Sousa, dopo un processo politico durato decenni, firma la legge che favorisce l’ingresso nel paese dei cittadini della Comunità dei Paesi di Lingua Portoghese (Cplp), organizzazione di cui l’Italia è Osservatore associato. Una misura che permetterà ai cittadini delle ex colonie di entrare in Portogallo come turisti e di chiedere poi il permesso di residenza, un provvedimento che favorisce particolarmente i brasiliani, principale comunità straniera in terra lusitana, i quali saranno così esonerati dalla richiesta del visto per la ricerca di lavoro.

Ora possono entrare come turisti, ottenere un lavoro e poi richiedere permesso di residenza valido due anni, con facoltà di rinnovo. Una circolazione più fluida delle persone parte della Comunità in lingua portoghese che fa raggiungere uno degli obiettivi fissati oltre vent’anni fa, in una riunione del 1 agosto 2002 tenuta a Brasilia dalla Cplp. E che, di fatto, avvicina i cittadini di quest’area linguistica, più di 150 mila secondo le previsioni, ai criteri di circolazione dell’Unione europea: il permesso di residenza consentirà la libera circolazione anche nello spazio Schengen.

Mancano ancora i decreti di attuazione, mancano le linee guida per l’Agência para a Integração Migrações e Asilo e non si conoscono gli impatti di una possibile ondata migratoria sui servizi essenziali, come sanità e scuola. È però un passo avanti, che fa i conti con la storia.

Abbiamo davanti agli occhi gli effetti del Trattato di Tordesillas, quell’incredibile accordo firmato nel 1494 con la mediazione delle alte sfere vaticane, che certificava una grandezza coloniale, frutto delle capacità marinare. Un trattato che divideva il mondo al di fuori dell’Europa in un duopolio esclusivo tra l’impero portoghese e l’impero spagnolo, una linea tracciata sul globo che assegnava al Portogallo le terre ad est del meridiano non lontano da Capo Verde.

Il portoghese è ancora lingua ufficiale di sei paesi africani, l’Angola e il Mozambico sono quelli più grandi, si parla a Timor Est in Indonesia, e in territori indiani, come Goa e Daman che possono contare su leggi speciali per il riconoscimento della cittadinanza lusitana.

Processi storici, accordi internazionali ma anche speranza di colmare i vuoti nel mercato del lavoro, con la mancanza di manodopera che soffoca soprattutto i settori dell’agricoltura e dell’edilizia. È questione non solo portoghese ma conosciuta in tutto il mondo occidentale, dove i lavori faticosi sono lasciati agli immigrati. L’agricoltura della Piana del Sele, la terra fertile che corre lungo i comuni di Eboli e Battipaglia, sarebbe in ginocchio senza il supporto dei braccianti del Maghreb, e lo stesso avviene nei chilometri di serre di Almeria, il polmone agricolo dell’Andalusia.

E non è un caso che recenti statistiche dell’Istituto nazionale di Madrid segnalano come la popolazione spagnola sia cresciuta di circa 500 mila unità nell’ultimo anno, determinando un aumento dei dati demografici fino a superare la soglia dei 49 milioni. Sono i flussi migratori di persone nate all’estero, soprattutto in Venezuela, Colombia e Marocco.

I paesi del sud Europa – un decennio fa denominati col dispregiativo acronimo di Pigs – si allineano ai paesi più avanzati in economia: le braccia impiegate in agricoltura, in edilizia, nell’industria sono quelle degli immigrati.

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