Il nome scelto dai papi? Un manifesto di governo. Ecco i più quotati

Da Montini a Bergoglio, le preferenze degli ultimi pontefici e le loro priorità al timone della cristianità. Per il dopo Francesco salgono le quotazioni di Paolo e Benedetto. Difficile un Giovanni Paolo III

Mag 6, 2025 - 03:07
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Il nome scelto dai papi? Un manifesto di governo. Ecco i più quotati

Roma, 6 maggio 2025 – Mai come nel caso di un Pontefice, il nome prescelto è importante. Visto che il Papa non viene eletto in base a un programma o a uno slogan, è il nome il primo segno con il quale egli marca l’idea che ha di sé, della sua missione e di quella della sua Chiesa. Jorge Bergoglio scelse Francesco perché, lo disse lui, voleva “una Chiesa povera per i poveri” e una Chiesa aperta al dialogo interreligioso e con quel nome scrisse una serie di promesse (la croce di ferro, la Ford Focus, la scarpe nere, il dialogo con l’Islam e la Cina) che poi mantenne. Allo stesso modo con il nome adottato (“Qui sibi nomen imposuit“, recita la formula che sarà pronunciata dal protodiacono all’Habemus Papam) anche i suoi predecessori vollero offrire al mondo e alla Chiesa una traccia della propria azione.

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Giovanni Battista Montini, per esempio, si richiamò a Paolo, l’apostolo delle genti, e in effetti Paolo VI dette all’evangelizzazione priorità assoluta, sia nelle opere (fu il primo papa a viaggiare per i cinque continenti) sia negli atti ecclesiali (il Concilio che portò a compimenti ebbe quell’impulso). Anche Albino Luciani volendo rifarsi ai suoi due immediati predecessori lanciò un messaggio chiarissimo: chiamarsi Giovanni Paolo voleva sottolineare la propria intenzione di porsi come continuatore della grande stagione conciliare. Con i suoi soli 33 giorni di pontificato, l’ex patriarca di Venezia non ebbe modo di attuare i propri intendimenti, ma il proposito resta.

Un’idea precisa ci fu anche nella scelta fatta da Karol Wojtyla. Giovanni Paolo II non fu solamente un omaggio alla memoria di un Papa scomparso troppo precocemente, ma pure un richiamo forte a quanto Luciani aveva fatto vedere nel suo pur brevissimo regno, inaugurando la figura di un ’Papa della gente’, dai modi affabili, sorridenti che in poco tempo aveva sorpreso piacevolmente i fedeli, abituati alla ieraticità e alla distanza di Montini. Anche in quel caso, l’idea di Wojtyla trovò poi conferma nei lunghi anni del suo servizio petrino, e il tratto gioviale con il quale era abituato a rivolgersi alla gente (“Se sbaglio mi corriggerete”) ricordò per molto tempo quello del predecessore. In ultimo (per restare agli ultimi Papi) anche Ratzinger con il suo ‘Benedetto’ indicò una traccia sulla quale si sarebbe mosso, ed era quella di un monaco, Benedetto da Norcia, patrono d’Europa, che aveva cercato di dare una unità di valori a un continente, l’Europa appunto, verso cui Ratzinger chiedeva alla Chiesa un nuov o slancio missionario. Le famose ‘radici cristiane dell’Europa’.

Così adesso come in passato, sono iniziate a fioccare le previsioni sul nome che potrà assumere il prossimo papa. Non quelle dei bookmakers, buttate lì per acchiappare i grulli, ma quelle più ragionate degli addetti ai lavori. Allo stato delle cose non tira troppa aria di un ‘Francesco II’, anche nell’eventualità (abbastanza remota, peraltro) che a spuntarla possa essere un candidato etichettato come ‘bergogliano’. Il pontificato argentino è stato così movimentato, a suo modo così rivoluzionario e da molta parte della Chiesa così discusso (si è risentita risuonare dopo secoli la parola “scisma“) perché qualcuno voglia intestarsene un’immediata continuazione. Allo stesso modo non pare ancora maturo il momento per un ‘Giovanni Paolo III’: il pontificato polacco è stato troppo mastodontico, troppo storico, perché ci sia un cardinale disposto a correre il rischio di non restare schiacciato sotto il suo inevitabile confronto.

Come uscirne, allora? Con un richiamo a qualcuno del passato, magari a Paolo VI che fu un innovatore senza le durezze bergogliane, allo stesso Benedetto che con la sua mitezza ha lasciato un bel ricordo a tutti, tradizionalisti e non, o ad altri Papi dei secoli precedenti. Di nomi ’liberi’ poi ce ne sono tanti, e tutti si possono usare. Gli unici che finora nessuno ha mai “preso“ sono gli evangelisti (i ventitré Giovanni si rifanno al Battista) oltre ovviamente Pietro, ed è improbabile che qualcuno voglia rompere la tradizione. Per il resto spazio alla (ragionata) fantasia.