Il fisco è l’arma Ue contro i dazi

Unione europea non fa marcia indietro sulla tassazione minima al 15% per le multinazionali. Wopke Hoekstra, Commissario europeo per la Fiscalità, ha ribadito che la misura è ormai parte integrante della strategia fiscale comunitaria e che il principio di equità rimane centrale. “La tassazione minima non è solo un tema europeo, ma una questione internazionale. […] L'articolo Il fisco è l’arma Ue contro i dazi proviene da Iusletter.

Mar 19, 2025 - 16:01
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Il fisco è l’arma Ue contro i dazi

Unione europea non fa marcia indietro sulla tassazione minima al 15% per le multinazionali. Wopke Hoekstra, Commissario europeo per la Fiscalità, ha ribadito che la misura è ormai parte integrante della strategia fiscale comunitaria e che il principio di equità rimane centrale. “La tassazione minima non è solo un tema europeo, ma una questione internazionale. Era già nell’agenda di Trump con la sua versione del Gilti”, ha ricordato Hoekstra durante il Tax Symposium dell’Unione europea del 18 marzo, riferendosi alla Global Intangible Low-Taxed Income, la norma statunitense che limita lo spostamento degli utili nei paradisi fiscali. Ma Pasquale Tridico, presidente della sottocommissione per le questioni fiscali del Parlamento europeo rilancia e alza la posta: la web tax come leva nei negoziati sui dazi con gli Stati Uniti. L’Ocse e il G20 restano gli interlocutori privilegiati dell’Unione su questo dossier, con l’obiettivo di garantire un sistema fiscale più equilibrato e trasparente.

“Il principio di equità fiscale rimane oggi più valido che mai”, ha sottolineato Hoekstra, aggiungendo che l’Unione europea continuerà a lavorare con gli Stati membri per consolidare la riforma. La tassa minima, già operativa nell’Ue, potrebbe ridurre l’erosione delle basi imponibili e limitare le pratiche elusive ancora diffuse all’interno del mercato unico. Sul tema dei paradisi fiscali interni all’Ue “rispetto a 10-15 anni fa, il numero di Stati membri inclini a certe pratiche fiscali è diminuito”, ha riconosciuto Hoekstra, pur ammettendo che il problema non è risolto. La combinazione tra aliquota minima e riforme fiscali nei piani di ripresa potrebbe arginare il fenomeno. In passato la stessa Commissione europea aveva puntato il dito contro le pratiche fiscali messe in atto da Irlanda, Lussemburgo, Paesi Bassi, Ungheria, Malta e Cipro. Il Commissario ha ricordato la necessità di chiudere le falle già presenti nelle imposte attuali, a partire dall’Iva. Ogni anno, l’Unione europea perde quasi 90 miliardi di euro di entrate a causa di frodi e inefficienze nella riscossione dell’imposta sul valore aggiunto. “L’Italia ha fatto un lavoro straordinario nel migliorare la riscossione dell’Iva e nell’aumentare il livello di gettito negli ultimi anni”, ha detto Hoekstra.

Mathias Cormann, Segretario generale dell’Ocse, ha ribadito la necessità della cooperazione fiscale internazionale. “Serve a prevenire la doppia imposizione, ridurre l’incertezza negli investimenti e abbattere costi amministrativi inutili”, ha affermato. Ma l’intesa sulla tassazione minima globale non si traduce automaticamente in un’applicazione efficace. “Dalle mie recenti conversazioni a Washington, sono piuttosto fiducioso che ci sia margine per una soluzione pragmatica”, ha aggiunto Cormann, lasciando intendere che la diplomazia economica è già al lavoro. Anche se, ha avvertito, la strada è ancora lunga e il dossier non si chiuderà in tempi rapidi. Nel frattempo, l’Unione europea si trova a un bivio sui negoziati commerciali con gli Stati Uniti: accettare le condizioni di Washington o giocare la carta della web tax. Pasquale Tridico, presidente della sottocommissione per le questioni fiscali del Parlamento europeo e capodelegazione del Movimento 5 Stelle, ha dichiarato: “Nonostante le minacce esterne, restiamo un grande mercato: siamo 450 milioni in Europa”. Gli Stati Uniti, da sempre contrari a una tassazione specifica per i giganti del web, non vedono di buon occhio un’Europa che punta a chiudere le falle dei sistemi fiscali in cui le Big Tech si sono mosse con estrema agilità. La riforma globale della tassazione digitale, in discussione all’Ocse, è ancora lontana da un accordo definitivo. Nel frattempo, alcuni Stati membri, tra cui l’Italia, hanno adottato una loro versione di web tax, ma la mancanza di un fronte comune indebolisce la posizione negoziale dell’Unione. Tridico ha insistito sulla necessità di una riforma fiscale che rifletta la trasformazione dell’economia. “Dobbiamo ridurre la tassazione su lavoro e capitale, ma trovare nuove fonti di entrate per garantire che le aziende paghino ciò che devono pagare”, ha spiegato. Tra le ipotesi, la tassazione dell’intelligenza artificiale, considerata non più un semplice strumento tecnologico, ma un vero e proprio fattore produttivo, al pari del lavoro e del capitale. Un cambio di paradigma che, se portato avanti, potrebbe ridisegnare il quadro della fiscalità internazionale.

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