Il corpo del potere: Papi, Mussolini e Lenin
La sacralità del corpo cristico si trasferisce ai rappresentanti del potere terreno che, in qualche modo, dovrebbero derivare da quello divino. Politico e sovrannaturale, poteri terreni e miracolosi, Cristo e Corona (anche repubblicana) sono molto più vicini di quanto si pensi. Il corsivo di Battista Falconi

La sacralità del corpo cristico si trasferisce ai rappresentanti del potere terreno che, in qualche modo, dovrebbero derivare da quello divino. Politico e sovrannaturale, poteri terreni e miracolosi, Cristo e Corona (anche repubblicana) sono molto più vicini di quanto si pensi. Il corsivo di Battista Falconi
È curiosa e significativa, anche se casuale, la coincidenza tra un paio di uscite librarie che riguardano le salme di Mussolini e Lenin e il periodo in cui si celebrano il funerale di Papa Bergoglio e il conclave che porterà alla nomina del suo successore. Eventi, tutti, che ricordano come sia complesso e sfumato il rapporto tra la materialità del potere, la fisicità dei leader e il legame giuridico, istituzionale e simbolico che si stabilisce tra chi comanda e chi obbedisce, chi sta in alto e chi è sottomesso.
Ezio Mauro con “La mummia di Lenin“ (Feltrinelli) si è dedicato al mausoleo ospitato nella piazza Rossa, nella fissità del granito rosso, aspetto questo che già richiama subito il parallelo con la tomba di Napoleone conservata nel complesso degli Invalidi a Parigi: anzi “le tombe”, al plurale, poiché a conferire maggior solennità e sicurezza alla tumulazione di Bonaparte, così da garantire nel contempo un omaggio adeguato ma anche che non potesse fuggire dal suo ultimo luogo di riposo come aveva fatto in occasione di uno dei suoi esili, il generalissimo fu inserito in un sistema tombale con sette “scatole cinesi”. L’ultima è appunto un sarcofago in porfido rosso con basamento in granito.
Il corpo imbalsamato dell’uomo che fece la rivoluzione russa, spiega l’ex direttore di Stampa e Repubblica nel libro, è un enigma che dopo la caduta dell’Urss riemerge con particolare attualità nell’odierna Russia di Putin. Quello di Lenin è un cadavere che non può essere davvero seppellito, la cui memoria non può essere semplicemente cancellata, perché occorre a un potere che ne ha in qualche modo bisogno per legittimarsi o darsi autorevolezza. Le cose – verrebbe da pensare – dovrebbero quindi andare all’opposto per il duce del fascismo, al cui corpo si è dedicato Ugo Savoia con un saggio (“Il corpo di Mussolini. Odissea di un cadavere”, Neri Pozza) che riprende il tema di un precedente volume scritto da Sergio Luzzatto. A fine aprile 1945, dopo piazzale Loreto, la salma mussoliniana viene inumata anonimamente ma si aprì una convulsa cronaca consumata tra rapimenti, nostalgie, segnalazioni, ricerche con il comprensibile intento dei neo-governanti italiani di evitare che il luogo della sepoltura si trasformasse in un tempio di fanatismo, come poi invece accadrà alcuni anni dopo, con la tomba di famiglia a Predappio. Vicende in parte simili, cioè, a quelle che abbiamo rivissuto dopo la scomparsa di alcuni famigerati e per questo iconici boss mafiosi.
E poi ci sono i corpi dei papi, interessanti – come abbiamo notato in questi giorni – per il cordoglio, la venerazione, la devozione dei fedeli: tanto da divenire oggetto di un’attenzione morbosa concentrata su qualunque particolare, dalle scarpe lise alla macchia sul viso che indicherebbe un certo orario della morte, fino ai selfie che ormai sono il rituale avvilente delle camere ardenti di qualunque vip. Ma nel caso dei pontefici di Santa Romana Chiesa si entra ancor più nel terreno religioso, la corporeità assume nel Cristianesimo un ruolo centrale, soprattutto con la donazione di Gesù nell’Eucaristia. Lo conferma a suo modo anche il macabro mercato on line delle reliquie, denunciato di recente in particolare per quanto riguarda il beato e prossimo santo Carlo Acutis.
La sacralità del corpo cristico si trasferisce, per tornare a Lenin e Mussolini, ai rappresentanti del potere terreno che, in qualche modo, dovrebbero derivare da quello divino, anche se i due esempi lasciano aperto qualche legittimo dubbio. La tesi, cioè, dei “re taumaturghi” di Marc Bloch, uno dei testi fondamentali della nuova storiografia francese e della rivoluzionaria rivista Les Annales, dalla quale ogni interpretazione dei fatti odierna viene ormai condizionata. Politico e sovrannaturale, poteri terreni e miracolosi, Cristo e Corona (anche repubblicana) sono molto più vicini di quanto si pensi.