Il Cnrs: “Per chi vuole fare ricerca anche Francia ed Europa hanno molti punti di forza”
Il presidente Antoine Petit: “Abbiamo fatto affidamento all’infrastruttura americana perché solida, non pensavamo potesse essere messa in pericolo. Speriamo di reclutare persone di altissimo livello”

Parigi, 5 maggio 2025 – Antoine Petit, presidente CNRS (Centre National de la Recherche Scientifique) dal 2018, è stato nominato da Emmanuel Macron dopo una carriera da professore di matematica e informatica in alcune delle più prestigiose università francesi.
Quanto è grave ciò che sta succedendo negli Stati Uniti, nei confronti della ricerca scientifica?
"Penso che sia drammatico. Ci sono molte discipline che possiamo affrontare solo a livello internazionale. Penso alla questione climatica, ma anche alla sanità. Lo abbiamo visto chiaramente durante la crisi del Covid-19: in caso di pandemia è necessario collaborare. E oggi interi settori della salute sono a rischio negli Stati Uniti".
Quali sono conseguenze per l’Europa?
"È preoccupante per quanto riguarda i dati. Abbiamo fatto affidamento all’infrastruttura americana perché solida, ben attrezzata, e nessuno immaginava che potesse venir messa in pericolo. E penso che sia importante vegliare affinché che il metodo scientifico, la scienza, il pensiero razionale non vengano rimessi in discussione anche qui. La politica ha il diritto di non tenere conto della parola scientifica nelle decisioni, ma non possono censurarla".
Come si organizza il CNRS, principale istituto di ricerca francese ed europeo?
"Al CNRS siamo abituati a reclutare scienziati stranieri: ogni anno, circa un terzo dei ricercatori che assumiamo non è francese. Quello che abbiamo voluto fare, in fondo, è far conoscere meglio l’offerta del CNRS, dai postdoc ai ricercatori più esperti. Speriamo che gli annunci includano un sostegno finanziario che ci permetta di reclutare di più o in condizioni migliori”.
Dal punto di vista economico, la Francia non offre le condizioni migliori…
"Se la retribuzione fosse l’unico criterio, la Francia non sarebbe nella posizione più favorevole. Ma i ricercatori e le ricercatrici guardano soprattutto al contesto: avranno colleghi di talento con cui collaborare? Potranno contare su studenti preparati e infrastrutture di ricerca avanzate? E da questo punto di vista, la Francia – ma anche l’Italia e la Germania – hanno dei punti di forza".
Il programma ‘Choose CNRS for Science’ è rivolto solo agli scienziati americani ?
"No, non riguarda solo gli Stati Uniti. Purtroppo ci sono altri paesi in cui la scienza è ostacolata, penso ad esempio all’Argentina, ma non solo. Sappiamo che trasferirsi in Francia o in Europa, non è una decisione semplice. Per questo motivo, non facciamo pressione su nessuno. Abbiamo lanciato questo processo, ma non pensiamo che il suo successo dipenderà dal numero di candidature ricevute. Preferisco ricevere meno profili, ma molto seri, piuttosto che tante candidature meno solide. Perché chiaramente, il criterio numero uno è reclutare persone di altissimo livello".