Caso Michele Prestipino, l’inchiesta di Caltanissetta verso Roma dove il magistrato è stato aggiunto e capo

A Michele Prestipino, procuratore Dna indagato per rivelazione del segreto d’ufficio dalla procura di Caltanissetta, viene contestata anche l’aggravante di aver favorito la mafia. Una contestazione che sa quasi di beffa se si considera il curriculum del magistrato che ha legato il suo nome ad alcune delle più rilevanti inchieste di mafia condotte a Palermo […] L'articolo Caso Michele Prestipino, l’inchiesta di Caltanissetta verso Roma dove il magistrato è stato aggiunto e capo proviene da Il Fatto Quotidiano.

Apr 30, 2025 - 20:59
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Caso Michele Prestipino, l’inchiesta di Caltanissetta verso Roma dove il magistrato è stato aggiunto e capo

A Michele Prestipino, procuratore Dna indagato per rivelazione del segreto d’ufficio dalla procura di Caltanissetta, viene contestata anche l’aggravante di aver favorito la mafia. Una contestazione che sa quasi di beffa se si considera il curriculum del magistrato che ha legato il suo nome ad alcune delle più rilevanti inchieste di mafia condotte a Palermo tra la metà degli anni ’90 e i primi anni 2000. L’indagine comunque verrà trasmessa alla Procura di Roma, dove Prestipino è stato aggiunto e poi capo per breve tempo. I magistrati nisseni, che ieri hanno preso atto della scelta di Prestipino di avvalersi della facoltà di non rispondere, sanno di non avere la competenza sull’inchiesta e avrebbero fatto solo i primi atti con l’intenzione di girare il fascicolo ai colleghi romani.

Una questione, quella relativa a chi debba proseguire l’indagine, complicata da una giurisprudenza che assegna alla Procura della Capitale le inchieste sui magistrati della Dna che prima, come da codice, venivano trasmesse a Perugia, sede competente per gli accertamenti sui colleghi romani. Dopo una sentenza della Cassazione – che poi ha portato l’inchieste sugli accessi alle banche dati della Dna a Roma – a indagare i magistrati Dna devono essere gli inquirenti di Piazzale Clodio. A sottolineare i dubbi sulla possibilità che l’inchiesta fosse fatta a Caltanissetta era stato ieri lo stesso legale di Prestipino, l’avvocato Placanica, che ha anche sollevato perplessità sulle utilizzabilità delle intercettazioni da cui tutto nasce.

Il fascicolo è stato aperto, infatti, a seguito dell’intercettazione di una conversazione tra Prestipino, Gianni de Gennaro, ex capo della polizia e ora presidente di Eurolink, il general contractor per la progettazione e la costruzione del ponte sullo Stretto, e Francesco Gratteri, consulente della società per le questioni legate alla sicurezza. I pm nisseni stavano “ascoltando” De Gennaro nell’ambito di una tranche delle indagini sull’agenda rossa scomparsa di Paolo Borsellino e su eventuali coperture istituzionali nel depistaggio dell’inchiesta sulla strage di via D’Amelio. Appreso dell’incontro con Prestipino, hanno avvertito il capo della Dna Gianni Melillo, decidendo di intercettare le conversazioni dell’aggiunto e dei due superpoliziotti. Nel corso del pranzo, secondo Caltanissetta, Prestipino avrebbe rivelato, “notizie gravemente pregiudizievoli per le indagini di più uffici distrettuali”.

In particolare l’aggiunto avrebbe parlato in dettaglio di vicende investigative relative agli interessi della ‘ndrangheta sul Ponte. “Vi sono concreti elementi – hanno scritto martedì i pm nisseni in una nota – per ritenere che il dottore Gratteri, anche per conto del dottore De Gennaro, avrebbe già avvisato del corso delle indagini medesime alcuni protagonisti della vicenda”. Il riferimento sarebbe ad altri addetti alla sicurezza della società del Ponte.

Dal 2008 Prestipino era passato alla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria come procuratore aggiunto, affrontando le nuove strategie della ‘ndrangheta. Poi il trasferimento alla Procura di Roma, dove ha guidato la sezione antimafia e successivamente l’intero ufficio, dopo il pensionamento di Giuseppe Pignatone.

Nel marzo 2020, in piena bufera giudiziaria legata al “caso Palamara”, Prestipino fu nominato procuratore capo di Roma dal CSM. Una nomina contestata e, in seguito, annullata dalla giustizia amministrativa. Da gennaio 2022 è tornato a ricoprire il ruolo di procuratore aggiunto. Oltre alla toga, Prestipino ha svolto anche attività accademica e divulgativa, tenendo conferenze e lezioni sulla criminalità organizzata e sulla corruzione, in Italia e all’estero, e collaborando a pubblicazioni con giornalisti e colleghi magistrati.

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