Il ciclone Trump e la politica monetaria | L’analisi di Marcello Messori

Le sconsiderate iniziative dell’amministrazione Trump minano gli assetti democratici degli Stati Uniti e, alimentando un’incertezza radicale rispetto all’evoluzione geopolitica ed economico-sociale, ostacolano la crescita interna e internazionale e compromettono la stabilità delle altre aree. L’UE avverte una minaccia così intensa da incentivare maggiori spese pubbliche nazionali e da delineare strategie accentrate nei campi della difesa, […] L'articolo Il ciclone Trump e la politica monetaria | L’analisi di Marcello Messori proviene da Osservatorio Riparte l'Italia.

Apr 3, 2025 - 06:58
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Il ciclone Trump e la politica monetaria | L’analisi di Marcello Messori

Le sconsiderate iniziative dell’amministrazione Trump minano gli assetti democratici degli Stati Uniti e, alimentando un’incertezza radicale rispetto all’evoluzione geopolitica ed economico-sociale, ostacolano la crescita interna e internazionale e compromettono la stabilità delle altre aree.

L’UE avverte una minaccia così intensa da incentivare maggiori spese pubbliche nazionali e da delineare strategie accentrate nei campi della difesa, della sicurezza e dell’innovazione.

In termini economici immediati, questa situazione sta determinando profondi cambiamenti nelle preoccupazioni degli investitori e degli altri attori di mercato.

Prima che Trump sabotasse principi economici basilari, negli USA l’alto livello dei tassi di interesse di lungo termine segnalava timori per eccessive tensioni inflazionistiche in un’economia surriscaldata; la successiva caduta di tali tassi mostra che le aspettative si stanno oggi concentrando sui rischi di una strutturale diminuzione degli investimenti e di una connessa stagnazione.

Nella UE pre-trumpiana le maggiori preoccupazioni si sostanziavano invece nella previsione di un’area “intrappolata” nelle tecnologie mature e condannata alla bassa crescita.

Dopo che le provocazioni di Trump hanno generato le reazioni della Commissione europea e della Germania, gli investitori mostrano una più positiva attenzione per i mercati finanziari europei, ma anche una preoccupazione per le future dinamiche dei debiti pubblici; ne risultano tendenze al rialzo nei tassi di interesse di lungo termine.

L’auspicio è che, di fronte a questo quadro in mutamento, le banche centrali delle due aree non siano precipitose. La politica dei dazi tenderà ad aggravare gli squilibri macroeconomici e le tensioni inflazionistiche negli USA; pertanto, in sintonia con le caute parole di Powell, la Fed non può permettersi politiche monetarie espansive.

D’altro canto, le prime iniziative della UE sono ancora insufficienti a sostenere i necessari cambiamenti del modello produttivo; è quindi importante che la BCE non interrompa il processo di allentamento della sua politica monetaria e, nella riunione del prossimo aprile, riduca ulteriormente i propri tassi di interesse di policy.

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