Il caso Versace-Prada: cosa c’è dietro la vendita della maison
Ricavi che languono, una crescita che fatica a stare al passo delle aspettative e un diffuso scetticismo degli analisti finanziari su ipotesi di combinazioni. Eppure Versace riesce a mantenere alta la propria valutazione, stuzzicando l’interesse di grossi player nostrani di settore. E non solo. Perché un annuncio ha scosso i vertici dell’omonima azienda: Donatella Versace lascia, dopo tre decadi, la […] L'articolo Il caso Versace-Prada: cosa c’è dietro la vendita della maison proviene da ilBollettino.

Ricavi che languono, una crescita che fatica a stare al passo delle aspettative e un diffuso scetticismo degli analisti finanziari su ipotesi di combinazioni. Eppure Versace riesce a mantenere alta la propria valutazione, stuzzicando l’interesse di grossi player nostrani di settore. E non solo. Perché un annuncio ha scosso i vertici dell’omonima azienda: Donatella Versace lascia, dopo tre decadi, la direzione creativa, generando non poco stupore nel mondo della moda. Dopo aver ceduto la proprietà nel 2018, quando l’americana Capri Holdings ha acquisito alla cifra record di 1,8 miliardi di dollari la storica maison, abdicando dal ruolo di Chief Creative Officer, oggi l’imprenditrice compie un passo di distacco, ma non troppo lungo. La Versace, infatti, continuerà a seguire da vicino lo sviluppo della società, nel ruolo di Chief Brand Ambassador, ovvero portavoce del marchio a livello globale.
I motivi della crisi nei risultati
Non è un mistero che il settore del lusso sia tra quelli maggiormente in sofferenza a causa delle turbolenze nell’attuale contesto geopolitico e macroeconomico. Sul fronte occidentale soffia il vento della minaccia dei dazi, strumento che – se applicato – renderebbe più costoso per gli americani acquistare beni europei.
Come sta l’azienda Versace
Versace ha fatto registrare nel Q1 2025 un calo del 15% dei ricavi di vendita rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Flessione dovuta alla riduzione del fatturato in tutti i principali Paesi in cui maggiormente concentra il proprio business: Stati Uniti e Canada in primis, seguiti dal mercato asiatico e da quello europeo.
E se gli analisti attendono impazienti la pubblicazione del bilancio, prevista per la fine di marzo, con vendite previste pari a circa 810 milioni di dollari (in caduta rispetto ai dodici mesi precedenti), è tuttavia evidente che i piani della Holding di raggiungere l’ambizioso traguardo dei due miliardi di dollari di ricavi nei prossimi anni sia molto lontano.
La forza del marchio
Ciò che continua a mostrare un appeal che supera i numeri consolidati è la forza del marchio.«Portare avanti l’eredità di mio fratello Gianni è stato l’onore più grande della mia vita, non vedo l’ora di scoprire Versace sotto dei nuovi occhi», ha dichiarato l’ormai ex direttrice creativa della casa di moda nell’atto di abbracciare il suo nuovo ruolo che coinvolge tutte le iniziative benefiche dell’azienda, inclusa l’omonima fondazione.
Un segno di questo potenziale inespresso potrebbe risiedere nel portafoglio di licenze, valutato intorno ai 2 miliardi di dollari e le cui caratteristiche troverebbero delle sinergie in un altro gruppo della moda che, stando ai rumors degli ultimi giorni, potrebbe riportare la proprietà di Versace sotto l’alveo del Bel Paese.
I rumors su Prada a caccia di M&A
Prada, dunque, sarebbe il player designato a svolgere una missione di cui si parla ormai da diversi anni: costruire di un gruppo del lusso italiano, capace di competere con i grandi colossi francesi già esistenti. Un primo segnale di questa volontà potrebbe essere il fatto che il nuovo direttivo creativo di Versace sarà proprio Dario Vitale, ex MiuMiu, uno dei brand più in voga sotto l’ombrello del gruppo Prada.
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