I Neanderthal si nutrivano regolarmente di vermi?

Un altro duro colpo alla reputazione da ipercarnivori dei nostri "cugini": nella dieta Neanderthal c'era spesso carne in putrefazione e... abitata.

Mar 22, 2025 - 15:10
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I Neanderthal si nutrivano regolarmente di vermi?
La dieta "paleo" versione Neanderthal comprendeva una fonte proteica che farebbe storcere il naso ai suoi estimatori moderni: i cagnotti o bigattini, le larve delle mosche che si nutrono di carne in putrefazione. È l'ipotesi avanzata in uno studio di recente presentato al meeting annuale dell'American Association of Biological Anthropologists e riassunto in un articolo divulgativo su Science, che fa pensare - di nuovo - che la nomea di ipercarnivori dei Neanderthal sia stata a lungo troppo gonfiata.. Più carnivori dei carnivori? Informazioni utili a ricostruire la dieta degli antichi si desumono dall'analisi del rapporto tra diversi isotopi (varianti di un elemento chimico che ha lo stesso numero di protoni nel nucleo, ma un numero diverso di neutroni) conservati nelle ossa e nei denti. Nelle ossa fossili dei Neanderthal sono stati rinvenuti livelli elevati di azoto 15 rispetto all'azoto 14, in genere la "firma" chimica di una passata dieta ricchissima di carne. A lungo si è dunque immaginato che i Neanderthal mangiassero più carni animali persino delle creature ipercarnivore per eccellenza, come iene e leoni (che cacciavano).. Troppa carne, avvelena. Questa teoria però mal si accoppia con il riferimento, in diversi studi archeologici e antropologici, alla cosiddetta "rabbit starvation", una forma acuta di malnutrizione legata a un eccessivo consumo di carni magre e allo scarso apporto di altre sostanze nutritive come grassi e carboidrati. Il corpo dei primati, e con essi dell'uomo, si è evoluto per nutrirsi principalmente di cibi vegetali. Quando ci nutriamo di proteine, le scomponiamo in amminoacidi che contengono azoto, a sua volta convertito in ammoniaca che viene eliminata attraverso le urine. Proteine in eccesso provocano un aumento eccessivo di ammoniaca nel fegato, che può risultare tossico. Come facevano quindi i Neanderthal a mangiare così tanta carne, senza ammalarsi?. Cacciatori di... carogne. Anni fa, John Speth, archeologo dell'Università del Michigan, aveva ipotizzato che la carne in putrefazione potesse avere un maggiore contenuto di azoto rispetto a quella fresca, e che il suo consumo fosse alla base delle alte concentrazioni di azoto nelle ossa dei Neanderthal. Forse gli ominini nostri "cugini" non consumavano così tanta carne come in precedenza ipotizzato, ma approfittavano di quella lasciata da altri gruppi o da animali per consumare un alimento comunque ricco di nutrienti, non disdegnato anche da moderne popolazioni di cacciatori-raccoglitori.. Spuntini nutrienti. Melanie Beasley, antropologa della Purdue University (Indiana, Stati Uniti), ha però realizzato che nessuno ancora aveva testato i livelli di azoto dei cagnotti e si è lanciata in un esperimento per stomaci forti. Ha testato i valori di azoto di 389 larve (con l'aspetto di vermi) di tre diverse specie di mosche che si affollano su carni in putrefazione e ha trovato che, più a lungo gli insetti sostavano sui tessuti, più i loro livelli di azoto aumentavano. Quelli della larva delle mosche soldato nere (Hermetia illucens) contenevano otto volte più azoto di quello presente nella sola carne putrefatta (non "abitata"). E più ancora di quello presente in altri animali di cui normalmente si nutre l'uomo, come i pesci.. Facili da procurare. Ai tempi dei Neanderthal, la presenza di vermi nella carne lasciata all'aperto doveva essere praticamente inevitabile, ed è probabile che gli ominini ne trovassero molti nel suolo sotto agli animali morti. Questi bocconcini proteici dovevano costituire un'importante parte delle loro diete, procacciabile anche dalle femmine Neanderthal. Il lavoro si aggiunge agli altri recenti studi che hanno ridisegnato la nostra concezione sull'alimentazione dei Neanderthal, più varia e completa di quanto a lungo immaginato..