PNRR, tra ritardi e polemiche: il Governo sotto pressione in Parlamento
lentepubblica.it La Ragioneria Generale dello Stato e la Corte dei conti hanno segnalato ritardi nell’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), con diciannove progetti a rischio di mancata realizzazione nei tempi previsti. Di fronte a questa situazione, il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha richiesto una proroga fino al 2027 per completare alcune misure. L’opposizione […] The post PNRR, tra ritardi e polemiche: il Governo sotto pressione in Parlamento appeared first on lentepubblica.it.

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La Ragioneria Generale dello Stato e la Corte dei conti hanno segnalato ritardi nell’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), con diciannove progetti a rischio di mancata realizzazione nei tempi previsti.
Di fronte a questa situazione, il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha richiesto una proroga fino al 2027 per completare alcune misure. L’opposizione incalza l’esecutivo, chiedendo chiarimenti in Parlamento per scongiurare il fallimento del piano e la perdita di fondi europei.
Diciannove progetti a rischio e negoziati con l’UE
L’Italia fatica a impiegare in modo efficace e tempestivo i fondi europei del PNRR. Durante la Cabina di regia a Palazzo Chigi, il ministro per gli Affari europei, le Politiche di coesione e il PNRR, Tommaso Foti, ha presentato la sesta relazione al Parlamento sullo stato di avanzamento del piano. Al 31 dicembre 2024 risultano spesi 63,9 miliardi di euro, poco più del 52% delle risorse ricevute, una quota insufficiente per rispettare le scadenze del 2026.
Le criticità riguardano sia ritardi strutturali che difficoltà operative, legate alla carenza di personale e a una governance frammentata. La Missione 6, dedicata alla sanità, è tra le più esposte al rischio di rinvii e ridimensionamenti. Per accelerare l’attuazione del piano, si punta su semplificazione amministrativa, rafforzamento dell’assistenza tecnica e maggiore coordinamento tra enti locali e governo centrale.
Il quadro finanziario e gli slittamenti delle spese
La Corte dei conti segnala che, sebbene gli obiettivi qualitativi e quantitativi siano in gran parte rispettati, persistono criticità da monitorare. I dati della piattaforma ReGiS evidenziano uno slittamento delle spese previste per il biennio 2023-2024 per 2,4 miliardi di euro, con una redistribuzione di 1,2 miliardi nel 2025 e 680 milioni nel 2026.
Un problema chiave è la mancanza di personale negli uffici di rendicontazione e controllo, che ha rallentato la verifica delle spese. Inoltre, l’aggiornamento irregolare dei dati sulla piattaforma ReGiS ha creato disallineamenti, complicando ulteriormente la gestione delle risorse.
Le reazioni politiche: opposizione all’attacco, governo sulla difensiva
Le opposizioni – Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi e Sinistra, Italia Viva e Azione – criticano il governo per la gestione del piano e contestano la richiesta di proroga. La segretaria del PD, Elly Schlein, ha sollecitato la premier Giorgia Meloni a riferire in Aula per spiegare come intenda recuperare il ritardo accumulato.
Meloni difende l’operato dell’esecutivo, sottolineando che l’Italia è tra i Paesi europei con il più alto livello di avanzamento del PNRR e ribadendo l’impegno a raggiungere tutti gli obiettivi previsti.
Le prospettive future tra progressi e criticità
Nonostante i ritardi, alcuni settori del PNRR mostrano segnali positivi. Le Missioni 1 (digitalizzazione), 2 (transizione ecologica) e 3 (infrastrutture e mobilità) hanno registrato livelli di spesa tra il 37% e il 40% delle risorse stanziate, al netto dei crediti d’imposta. Tuttavia, l’attuazione delle Missioni 4 (istruzione), 5 (inclusione e coesione) e 6 (salute) procede più lentamente, con un utilizzo dei fondi rispettivamente del 25%, 14% e 27%.
La Corte dei conti mette in guardia sulla sostenibilità della spesa corrente, in particolare per gli enti locali, che dovranno garantire la continuità delle opere avviate anche oltre il 2026. Il rischio di un’incompleta realizzazione delle riforme resta concreto, rendendo necessario un ulteriore sforzo per evitare che il PNRR si trasformi in un’occasione mancata per il rilancio economico del Paese.
La relazione della Corte dei Conti
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